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Teleriscaldamento: Reggio Emilia punta al rilancio

E’ la terza città in Italia per la diffusione del teleriscaldamento dopo Brescia e Torino, ma
Reggio Emilia non si ‘accontenta’ e punta a rilanciare questo sistema ecologico di produzione di calore. Per far fronte alle richieste dei cittadini e delle imprese, infatti, il Comune emiliano ha previsto, nel nuovo piano regolatore, che la
volumetria di nuova edificazione per i prossimi 10 anni sia pari a 3,5 milioni di metri cubi, e di questi il 70% (pari a circa 250 mila metri cubi all’anno) potrebbe essere allacciata alla rete di teleriscaldamento.

A questi vanno aggiunti i circa 350 mila metri cubi all’anno che provengono dalla trasformazione di
edifici esistenti. Nei prossimi cinque anni, quindi – secondo l’Agac, l’azienda che gestisce il settore nella città emiliana – la volumetria allacciata potrebbe aumentare da 9 a 12 milioni di metri cubi, con un volume di vendita che passerebbe dai circa
330 GWh termici del 2000 a circa 450 GWh del 2006. Il teleriscaldamento consiste nella distribuzione ai cittadini di acqua calda, anzichè da tante piccole caldaie dei singoli utenti, da un’unica centrale le cui emissioni possono essere controllate in maniera migliore. Per raggiungere i suoi
obiettivi di teleriscaldamento l’azienda intende muoversi nei prossimi cinque anni in tre direzioni: la creazione di un nuovo polo energetico, l’ottimizzazione della fornitura e una nuova
ripartizione della produzione di calore in rete. L’aspetto principale di questo programma di intervento è la realizzazione del progetto di ciclo integrato cogenerativo, cioe’ di produzione di energia e calore allo stesso tempo, con la creazione di un impianto ”ad hoc” che utilizza le più attuali tecnologie di teleriscaldamento. ”Il turbogas proposto – sottolinea l’Agac – è una centrale di cogenerazione con turbina a gas, e rappresenta una delle soluzioni tecnologiche migliori dal punto
di vista energetico, ambientale e gestionale nel campo dei sistemi di generazione di energia elettrica e termica in cogenerazione”. La centrale, in particolare, disporrà di una sezione turbina a gas con una potenza elettrica di circa 40.000
kW. L’impianto funziona in questo modo: il gas naturale con cui viene alimentata viene utilizzato nella turbina a gas, e il calore residuo di questo combustibile, anzichè essere disperso nell’ambiente, viene ancora utilizzato per produrre energia elettrica, tramite una caldaia a recupero che genera vapore che alimenta una seconda turbina a vapore. All’uscita dalla turbina il vapore è ancora in grado di generare energia termica per il
teleriscaldamento per una potenza di circa 46.000 kW, con un rendimento complessivo intorno al 78% (a fronte di un rendimento medio del 50,3% degli impianti convenzionali non cogenerativi per ottenere le stesse energie elettrica e termica).
















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