Che la frutta e la verdura siano aumentate è un dato di fatto. Ciò che lascia perplessi è la percentuale del rincaro che arriva al 40% e, addirittura, al 50%, secondo l’Osservatorio dell’Istituto dei servizi agroalimentari (Ismae).
Tutti i consumatori hanno l’impressione che gli aumenti di prezzo di frutta e verdura siano generalizzati. C’è infatti chi protesta, lamentando fenomeni di speculazione: mancanza di controlli seri e la diminuzione della qualità dei prodotti, che dovrebbe essere sempre garantita e invece a volte appare scarsa.
C’è consapevolezza sulle cause del rincaro: cioè il maltempo. La maggior parte delle colture è stata danneggiata dalla grandine e dalla gelata di aprile e di conseguenza, molti raccolti, come quello delle pesche, sono diminuiti. Ma i rincari vengono visti all’interno di un più vasto gioco politico che non piace: l’aumento dei prezzi è quindi sentito come eccessivo e non è totalmente giustificato.
I negozianti, da parte loro, respingono le accuse di speculazione sostenendo che la frutta è aumentata ma solo se si confrontano gli attuali listini con quelli di qualche anno fa.
