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‘Ritalin’, nessun progetto di sperimentazione a Modena

“L’Assessorato all’Istruzione è a conoscenza del “Progetto Pr.i.s.m.a.”, ma non ha intenzione di aderire né a questo né ad alcun progetto del genere”. Lo ha ricordato nel corso del Consiglio comunale l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere Andrea Galli (An).

L’assessore ha ricordato che il progetto in questione consiste in una ricerca epidemiologica su un campione di 5627 preadolescenti di età compresa tra i 10 e i 14 anni che vivono in sei città italiane: “In base all’indagine oltre 9 ragazzi su 100 sarebbero affetti da patologie psichiche come disturbi d’ansia, depressione e sindrome ADHD (disturbo da deficit d’attenzione con o senza ipercinesia) – ha sottolineato l’assessore – Il referente di Pisa per il “Progetto Prisma” è l’Istituto di Neuropsichiatria Infantile Stella Maris che ha un protocollo d’intesa con la Eli Lilly (multinazionale farmaceutica di Indianapolis, distributrice del Prozac) per sperimentare la Tomoxetina nella cura dell’ADHD, sindrome ancora tutta da chiarire, e che sta dividendo la comunità scientifica. Il trattamento farmacologico interviene solo sul sintomo e impedisce la cura, mettendo in secondo piano il lavoro di aiuto al bambino per relazionarsi con l’ambiente”.

L’assessore ha quindi stigmatizzato il ricorso esclusivo alla medicalizzazione e al farmaco, sottolineando che “l’ADHD oggi sembra colpire, prevalentemente in America, i bambini maschi in età scolare e ha legittimato negli U.S.A la somministrazione del Ritalin a bambini dai 3 anni in su, fino a coinvolgere il 15-20% dei preadolescenti statunitensi, creando dipendenza, solo negli Stati Uniti, a più di 8 milioni di bambini”. L’assessore ha perciò escluso qualunque forma di adesione a progetti di questo tipo, sottolineando anche che non risulta che siano stati attivati screening nelle scuole comunali e statali a Modena e provincia.

Infine, l’assessore ha dichiarato che “I dati relativi a Modena sono estremamente rassicuranti: il Settore di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della A.U.S.L. di Modena interviene su 2200 minori da 0 a 18 anni. Escludendo i pazienti trattati con farmaci anticonvulsivi, soltanto 13 di questi minori, corrispondenti allo 0,65%, sono in trattamento farmacologico per gravi disturbi, prevalentemente riconducibili alla schizofrenia. Tale percentuale irrisoria è spiegabile con la scelta di mettere in campo cure bio-psico-sociali e ad un approccio multidimensionale a sostegno del contesto ambientale, scolastico, familiare di riferimento. La neuropsichiatria in collaborazione con Comune di Modena, Istituzione Scolastiche e C.S.A. sta conducendo da anni una ricerca sui disturbi dell’apprendimento. Tale ricerca, finalizzata alla segnalazione precoce delle difficoltà di apprendimento si pone, fra gli altri, l’obiettivo di evitare che l’ambiente scolastico possa configurarsi come fattore scatenante di disagi e difficoltà ma, al contrario abbia gli strumenti per intervenire come contesto protettivo e preventivo del rischio”.
















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