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Sassuolo: Piani di zona, presentazione a Conferenza zonale

Si è conclusa con la presentazione alla Conferenza zonale (i Comuni del distretto, rappresentanti dell’Ausl e di tutto il terzo settore), la prima fase di definizione dei Piani di Zona per la gestione comprensoriale dei servizi sociali, assistenziali e sanitari.

L’importanza di questo tema è stata confermata dalla massiccia partecipazione all’ultimo incontro, alla presenza degli assessori ai servizi sociali dei Comuni interessati, del direttore del distretto sanitario Braghiroli, ma soprattutto di moltissimi soggetti rappresentanti associazioni e gruppi provenienti dalla società civile.


Il lavoro fin qui svolto ha visto un forte impegno nel favorire la partecipazione di questi soggetti, attraverso il loro coinvolgimento nelle diverse fasi di lettura delle situazioni e di progettazione degli interventi. Rispetto al passato sono aumentati gli enti che hanno partecipato e, ad esempio, si è aggiunto il coinvolgimento dei rappresentanti delle associazioni degli immigrati.


Il Piano di Zona che sta per essere proposto ai Consigli comunali presenta all’interno di una generale continuità col precedente piano sperimentale (conferma o integrazione o potenziamento di azioni già in essere) elementi di novità che vanno nella direzione di concretizzare ulteriormente alcuni principi politici che lo ispirano.
I punti centrali e ispiratori del piano sono fra gli altri: l’integrazione di diversi ambiti d’azione e integrazione a livello sovracomunale per il miglioramento generale dell’efficienza; la famiglia come elemento centrale attorno a cui ruotano gli interventi, non più solo portatrice di bisogni ma anche risorsa: in questo senso vanno l’istituzione di un Centro per le famiglie distrettuale e l’intreccio di questo soggetto con il tema della domiciliarità; altro tema importante è l’equità nella ripartizione delle risorse, secondo un sistema che tenga conto dell’entità dei reali bisogni, individuando un punto di incontro tra diseguaglianza ed equità sociale (si vorrebbe ricorrere al sistema di valutazione Isee); infine c’è stato il riconoscimento della specificità che caratterizza i Comuni della montagna aderenti al progetto, aspetto di cui si terrà dovuto conto.


L’impegno degli otto Comuni del distretto alla definizione dei Piani di zona è stato continuo e sempre in clima di grande collaborazione. L’idea è quella di continuare la strada insieme, come dimostra anche la rivisitazione della forma organizzativa delle politiche sociali del distretto, verso un’idea di gestione consortile, come già sei consigli comunali hanno formalmente espresso con ampie maggioranze.
















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