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Modena: rendita Inail a moglie saldatore morto per tumore

Il Patronato Inca di Modena ha ottenuto il riconoscimento di rendita Inail a favore della vedova di un saldatore morto per tumore al polmone. La richiesta di una rendita a favore della vedova era stata motivata dimostrando che l’uomo, per diversi anni, era stato esposto all’inalazione di sostanze cancerogene (fumi, vapori, polveri,) liberate durante la saldatura, svolta senza le idonee protezioni.


L’Inail aveva cercato di rigettare la richiesta adducendo il fatto che il lavoratore era stato anche un fumatore ma, ha spiegato il Patronato, quando sul lavoro si e’ in presenza di fattori di rischio cancerogeni al pari del fumo di sigaretta, deve essere riconosciuta una concausa. Il Tribunale infatti, dopo la perizia medica, ha dato ragione alla vedova.

Richiamando i dati recenti del Coordinamento provinciale delle Sicurezza sul Lavoro, il patronato Inca ha sottolineato pero’ che si ritiene che almeno il 5% delle neoplasie siano di origine professionale, mentre i casi realmente denunciati all’Inail dal 2000 al 2003 sono stati solamente 13 e di cui solo 2 indennizzati.


”Se e’ vero che nella nostra provincia sono all’incirca 4.000 i tumori all’anno come riferito dalle cliniche oncologiche – ha scritto il patronato in una nota – ci si domanda quante potrebbero essere le persone a cui spetta un indennizzo e che, non sapendolo, non attivano la domanda all’Inail. E’ importante pero’ che siano i medici che seguono questi pazienti ad indicare ai lavoratori che la loro malattia potrebbe derivare anche dal lavoro svolto, ovviamente dopo aver compiuto un’anamnesi sulla storia lavorativa del paziente”.


Una prassi che, per gli operatori del Patronato, e’ poco comune tra i medici. Per quanto possibile, il Patronato invita cosi’ i medici ”ad approfondire questi aspetti che permetterebbero di avere elementi piu’ certi sulle cancerogenesi di talune lavorazioni, e alle persone colpite da queste malattie di origine professionale di ottenere il riconoscimento dei propri diritti, nonche’ indennizzi dignitosi peraltro previsti per legge”.
















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