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Maltempo a Reggio Emilia: danni per 3/8 milioni di euro

Con la fine dell’ondata di maltempo è tempo di bilanci per quanto riguarda i danni provocati dalla intense precipitazioni della scorsa settimana. “Abbiamo dovuto fronteggiare un evento atmosferico davvero eccezionale, se si considera che in nemmeno una settimana sono caduti 160 millimetri di pioggia, e una stima dei danni è al momento di difficile quantificazione” – spiega l’assessore provinciale alla Protezione civile, Luciano Gobbi.

“I comuni colpiti sono stati ben 27, praticamente tutta l’area collinare e quella della Bassa a nord della via Emilia. E’ già iniziato il confronto con i Comuni, ma il computo preciso dei danni richiederà ancora qualche giorno: indicativamente quest’ondata di maltempo può essere paragonata a quella dello scorso aprile, per cui è possibile immaginare che i danni si aggirino tra i 3 e gli 8 milioni di euro”.

I comuni colpiti sonno quelli di Bagnolo in Piano, Bibbiano, Cadelbosco Sopra, Campegine, Correggio, Castelnovo di Sotto, Cavriago, Gattatico, Montecchio Emilia, Novellara, Poviglio, Reggio Emilia, Rubiera, San Martino in Rio, Sant’Ilario d’Enza, (per il bacino di pianura), nonchè Albinea, Baiso, Canossa, Castellarano, Casalgrande, Casina, Quattro Castella, San Polo d’Enza, Scandiano, Vetto, Vezzano s/C, Viano (per il bacino di collina).

“Abbiamo già chiesto un incontro urgente alla Regione per un primo monitoraggio dei danni, una individuazione delle aree maggiormente colpite che sembrano essere le province di Reggio, Modena, Bologna e la Romagna, e una definizione degli strumenti e delle provvidenze regionali, a partire dal fondo speciale per le emergenze-urgenze, per finanziare il pronto intervento e ripristinare le situazioni più gravi provocate da frane, allagamenti e smottamenti alle strutture pubbliche”, aggiunge l’assessore.

Attualmente, i danni maggiori sono quelli riscontrati a Canossa, per l’allagamento di cantine e scantinati in un quartiere, e per quanto riguarda le strade provinciali sulla Sp 7 a Baiso, sulla Fondovalle Tresinaro, sulla Sp 513 della Val d’Enza e sulla Sp 11 Casina-Ciano-Canossa dove, in particolare tra Casina e Vezzano, le precipitazioni sono state particolarmente intense provocando smottamenti continui nella parte a monte della strada provinciale. “Già da domenica, grazie a una notevole riduzione dell’apporto idrico di fiumi, torrenti e canali di bonifica, la circolazione era comunque regolare su tutte le strade provinciali – spiega l’assessore provinciale Luciano Gobbi – Dopo l’opera di asportazione delle masse di argilla e terra, ora tocca ai lavori di consolidamento dei versanti che interessano, specie sulla Sp 11, lunghi tratti. I lavori più urgenti partiranno subito, per evitare che le prossime precipitazioni aggravino la situazione: è il caso anche di Canossa dove, al termine della riunione tecnica di questa mattina, abbiamo concordato con il Comune, che vi provvederà, un elenco di lavori da avviare immediatamente, come la risistemazione dei canali di scolo e dei tombamenti all’origine dell’allagamento del quartiere”.

Proprio per evitare che in futuro altre ondate di maltempo, che ormai sembrano purtroppo diventate inevitabili tanto in primavera quanto in autunno, tornino a creare problemi, la Provincia intende anche studiare forme di presidio del territorio più efficaci. “Insieme all’assessore all’Agricoltura, Rivi, nei prossimi giorni convocheremo le associazioni agricole – annuncia Gobbi – per valutare pratiche colturali attente anche a una corretta regimazione e a un corretto scolo delle acque superficiali nei terreni coltivati. Con gli Enti di bonifica intendo invece analizzare la situazione di forte crisi dei canali medio-piccoli che si è verificata nell’area della Bassa a nord della via Emilia, per programmare gli interventi necessari al fine di evitare che i problemi dei giorni scorsi si ripetano in futuro. Penso alla eventuale realizzazione nelle urbanizzazioni industriali e residenziali di ampie casse di laminazione delle acque o di ‘vasche di prima pioggia’ in grado di raccogliere le acque della prima e della seconda ora per poi rilasciarle quando il grosso della pioggia è passato. Anche in questo caso si tratta di effettuare una mappa dei punti critici e di valutare se anche la Regione può finanziare questi interventi”.
















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