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Modena: campi calcio, ‘nessuna operazione di cassa del Comune’

“La dismissione di alcuni campi da calcio di proprietà comunale risponde ad una precisa esigenze di riqualificazione degli impianti sportivi e non c’è alcuna intenzione di ridurre questo piano di alienazione di aree ad una mera operazione di cassa da parte dell’amministrazione comunale”.

Lo ha ricordato nel corso del Consiglio comunale l’assessore al Patrimonio Antonino Marino, rispondendo ad un’interrogazione di Baldo Flori (Modena a Colori) con cui il consigliere chiedeva a che punto fosse il censimento delle aree oggetto di alienazione e, contestualmente, sottolineava che questa deve essere “un occasione per arricchire ulteriormente la dotazione del verde in città, non certo per intaccare gli spazi di verde attualmente disponibili o per incrinare gli equilibri esistenti e faticosamente raggiunti nel tessuto urbano, in nome di presunte esigenze di fare cassa che possano innescare operazioni speculative di tipo immobiliare”.

Marino ha anche sottolineato che molti dei campi da calcio in questione sono “in condizioni strutturali non più idonee ad accogliere le attività sportive”, ricordando che la costruzione di alcuni di questi risale a più di 25 anni fa: “L’assessorato allo Sport – ha continuato Marino – ha accolto molte richieste da parte delle associazioni sportive che gestiscono i campi. Abbiano anche creato un gruppo di lavoro interassessorile per dare una risposta qualificata al riutilizzo delle aree che saranno liberate. Non si tratta perciò di un censimento confuso, né c’è l’intenzione di fare delle villette. L’intenzione è quella di dare risposta ad una serie di bisogni del territorio e sarà il Consiglio comunale ad essere investito del piano definitivo di riutilizzo delle aree”.

Flori, in fase di replica, ha dichiarato che “nessuno contesta il valore della riqualificazione delle aree e la risposta di ammodernamento che è necessaria. Però il punto è capire che cosa si fa delle aree che vengono dismesse. Secondo noi devono essere utilizzate ancora per esigenze funzionali del quartiere. Sono aree nate per l’equilibrio urbano e non devono entrare in operazioni di tipo diverso”.
















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