L’Avv.Enrico Aimi, legale dei due carabinieri di Sassuolo che hanno effettuato l’arresto di Via Adda, precisa che il provvedimento di trasferimento dei due militari si fonda principalmente sulla necessità di tutelarli da possibili atti di ritorsione, anche alla luce del clamore che ha assunto la vicenda.
Le difficili condizioni in cui è avvenuto l’arresto impongono a tutti prudenza nella valutazione dei fatti e nell’espressione di giudizi, troppo spesso affrettati perché frutto di una parziale ricostruzione degli eventi.
Dalla valutazione degli elementi acquisiti possiamo, allo stato, ribadire alcune certezze: vale a dire che il soggetto tratto in arresto era in evidente stato di ebbrezza, che si è volontariamente denudato, che aveva un comportamento violento ( motivo peraltro della richiesta di intervento) e che lo stesso ha opposto resistenza all’arresto, per primo scagliandosi contro i militari intervenuti, i quali hanno riportato lesioni documentate e complessivamente più gravi di quelle lamentate dall’arrestato.
Un arresto operato in quelle condizioni mette gli operatori di sicurezza di fronte a un difficile bivio: non procedere all’arresto, incorrendo nel grave reato di omissione di atti di ufficio, ovvero portare a termine l’intervento, anche con l’uso della forza – se reso necessario – così come prevede il nostro ordinamento.
