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Esposizione professionale a sostanze neurotossiche, seminario

Sono un centinaio i lavoratori esposti a sostanze neurotossiche quali mercurio e solventi che sono stati studiati dal Dipartimento Scienze di Sanità Pubblica nella provincia di Modena e Reggio Emilia. Dati preoccupanti che hanno spinto l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ad organizzare un seminario su “Funzioni visive ed espositive a mercurio: cosa abbiamo imparato dal caso Amazzonia”.

L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia confronta le sue ricerche guardando anche oltre Oceano ed assieme al Centro di Ricerche Interdisciplinare dell’Università del Quebec di Montreal pone la sua attenzione alle popolazioni dell’Amazzonia brasiliana intossicate da un potente metallo pesate: il mercurio.

Negli ultimi 10 anni il gruppo interdisciplinare americano, composto da ricercatori canadesi e brasiliani, ha lavorato nell’Amazzonia brasiliana dove esiste un importante inquinamento da mercurio, legato alla diffusa deforestazione e conseguente erosione del terreno, che hanno causato il rilascio di mercurio nelle acque fluviali, con conseguente incorporazione del metallo, nella catena trofica, e contaminazione dei pesci, sostegno alimentare della popolazione locale.

Uno studio condotto dalla prof.ssa Donna Mergler, del Centro di Ricerche Interdisciplinare dell’Università del Quebec di Montreal, sulla popolazione dell’Amazzonia brasiliana ha evidenziato che l’esposizione al mercurio nella popolazione aumenta con il consumo di pesce ed è più alta tra coloro che mangiano preferibilmente pesce che si nutre di altri pesci.

Gli effetti nocivi di questo metallo pesante agiscono sia sulla funzione motoria che su quella visiva all’aumentare dell’esposizione a mercurio. Sulla base di questi risultati la popolazione indigena ha adottato uno slogan positivo che invita la gente a “Mangiare più pesce che non mangia altro pesce”. Un ricontrollo del consumo di pesce e dell’esposizione, condotto cinque anni più tardi, ha dimostrato che l’esposizione della popolazione locale al mercurio si è ridotta del 40% con un miglioramento nelle funzioni motorie, mentre quelle visive continuano a ridursi in funzione dei livelli d’esposizione precedenti.

Il rischio di contaminazione non solo si è verifica attraverso la catena alimentare ma, come hanno dimostrato gli studi condotti dal prof. Fabriziomaria Gobba, della Cattedra di Medicina del Lavoro del Dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica dell’Ateneo, si è visto che, anche nell’ambito occupazionale, i lavoratori possono essere colpiti da una esposizione professionale da mercurio.

A questi aspetti, stamane alle ore 11.00 presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (ex caserma Zucchi Via Allegri 9) a Reggio Emilia si terrà un seminario, presieduto dal prof. Fabriziomaria Gobba dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che vedrà salire in cattedra la prof.ssa Donna Mergler dell’Università di Quebec di Montreal.
















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