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Modena: Falcone (Cisl) cominciare confronti su bilanci comunali

A Modena manca il coraggio politico e amministrativo per sperimentare nuove vie e strumenti innovativi che consentano di aumentare l’uguaglianza. Lo sostiene il segretario provinciale della Cisl, Francesco Falcone, che interviene sulla discussione in atto in questi giorni a proposito della pressione fiscale a Modena.

“Anziché autogratificarsi con l’affermazione che a Modena si spende di più che altrove per il welfare, bisognerebbe chiedersi perché ci sono tanti esclusi e che cosa si può fare per aumentare l’inclusione sociale – osserva Falcone – Bisogna permettere ai cittadini di partecipare alla definizione dei servizi, uscire dalla logica statalista, secondo cui solo gli amministratori pubblici sono depositari della verità, e arrivare a un coinvolgimento reale della società, a partire dal confronto con le organizzazioni sindacali”.

Per il segretario della Cisl il sistema di welfare locale vive una fase di transizione e non deve essere considerato un costo, bensì un volano di sviluppo per liberare risorse a vantaggio dei più deboli.
“Questo vuol dire togliere qualcosa a chi ha di più per darlo a chi ha meno – spiega Falcone – Lo strumento per assumere tali orientamenti è certamente la predisposizione dei bilanci preventivi comunali per il 2007. Va iniziata la discussione adesso, senza aspettare il prossimo mese di novembre, quando le Giunte avranno già compiuto le loro scelte. Altrimenti si rischia di relegare la concertazione a strumento residuale di confronto, a foglia di fico posata su decisioni già prese”.

Il segretario della Cisl ribadisce che il sindacato vuole partecipare alla definizione degli obiettivi, assumendosi anche responsabilità precise. L’idea di Falcone è che, dato che non aumenteranno i trasferimenti statali a favore degli enti locali e in attesa che si completi la riforma sul federalismo fiscale, occorre scomporre i bilanci comunali per meglio cogliere i nuovi bisogni della società.
“Poiché non è possibile dare tutto a tutti – argomenta Falcone – bisogna definire le priorità e attuarle in modo equo. Come? Utilizzando l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente), uno strumento che può avere dei limiti, ma è comunque efficace per determinare la compartecipazione dei cittadini alla spesa sociale e per decidere chi può usufruire delle agevolazioni”.

Quanto alle priorità, il segretario della Cisl indica il sostegno alla famiglia, sia sul fronte della natalità che quello dell’assistenza agli anziani non più autosufficienti, e una politica abitativa rivoluzionaria che annulli la speculazione e aiuti le famiglie costrette a pagare affitti esosi o a contrarre mutui perenni.
“Chiediamo alle amministrazioni comunali di dotarsi di strumenti nuovi e più equi nella consapevolezza – continua Falcone – che i cittadini sapranno accogliere il nuovo sistema di welfare solo se i servizi saranno prodotti in modo efficiente, se la qualità delle prestazioni sarà elevata, se gli oneri saranno distribuiti in modo equo e – conclude il segretario della Cisl – se l’assetto organizzativo sarà basato sul principio della sussidiarietà coniugato con quello della solidarietà”.
















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