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Reggio E.: ‘Morti sul lavoro, si può e si deve fare di più’

“Davanti ad una morte per lavoro non bisogna mai temere di ripetere parole di sdegno e di denuncia, anche se già pronunciate in analoghe tragiche circostanze. Nessuno deve poter dire di non sapere!
Sensibilizzare l’intera società verso un problema gravissimo, che piaga il mondo del lavoro, quale quella delle morti bianche è indispensabile seppur insufficiente, poichè le parole, per quanto nobili, non possono rendere più accettabile una strage indegna per un paese civile”.

“In Italia 304 vittime dall’inizio dell’anno, 5 nella nostra provincia. Sarebbe però sbagliato pensare che a Reggio Emilia si sia all’anno zero, anzi, negli ultimi decenni, di strada ne è stata fatta.
Ma proprio perciò alle parole importanti devono seguire fatti ancora più importanti, nella consapevolezza che la complessità e varietà del problema può essere affrontata solo intervenendo contemporaneamente da più fronti, con risorse e mezzi adeguati.

Tutti devono fare la loro parte e farla insieme! Superando steccati, diffidenze e autoreferenzialità.
Occorre fare qualcosa di più, perchè si può fare di più! Alzando l’asticella della sicurezza nell’interesse della qualità complessiva del mondo del lavoro. Fare di più in concreto vuol dire:
– Più controlli da parte degli enti ispettivi, delle forze di sicurezza deputate, nonchè, nell’ambito delle loro possibilità, degli enti locali.

– Più responsabilità sociale da parte delle imprese e delle microimprese.
– Più riconoscimenti sociali all’imprenditoria virtuosa.
– Più obblighi antinfortunistici anche per i lavoratori autonomi.

– Più formazione professionale per poter accedere alle professioni. E’ un ‘anomalia o no che a Reggio su 13.000 aziende edili ben 6000 siano imprese individuali?
– Più formazione permanente alla sicurezza, a cominciare dai luoghi di lavoro, ma anche nelle scuole e negli enti di formazione professionale, cioè nei luoghi dove crescono oggi i lavoratori di domani.
– Più volontà nel respingere gli incontrollabili gironi infernali dei subappalti e degli appalti al massimo ribasso.
– Più impegno delle parti sociali, datoriali, sindacali e di cittadinanza, nel promuovere fra imprenditori, lavoratori e comunità una nuova cultura della sicurezza sul lavoro.
– Più forza da parte di tutti nel ridare senso e valore al lavoro, sottraendolo dai tentacoli del caporalato, del nero e della precarietà, spesso le facce della stessa sporca medaglia, poichè dove si sviluppa la precarietà il lavoro nero diventa invasivo.
In questo sforzo congiunto la Provincia di Reggio Emilia da tempo sta facendo la sua parte, ma la farà in futuro con sempre maggior coinvolgimento e azioni specifiche, nel solco del Protocollo contro il lavoro nero e l’evasione fiscale e contributiva firmato ad ottobre 2006, in raccordo con tutte le altre iniziative in campo e avendo l’obiettivo di continuare a fare della lotta al lavoro nero ed irregolare uno dei suoi principali terreni d’impegno”.

(Gianluca Ferrari – Assessore provinciale al Lavoro)
















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