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Modena: controlli nei cantieri edili, uno su tre è irregolare

Si rafforza la collaborazione tra Direzione provinciale del lavoro, Azienda USL di Modena, Inps e Inail per garantire salute, sicurezza e regolarità dei rapporti di lavoro nei cantieri edili. Un impegno comune che nel periodo compreso tra il 1° giugno ed il 30 settembre 2007, ha portato i quattro enti ad attuare una campagna di controlli mirati: 79 i cantieri oggetto di verifica.

Al loro interno operavano 194 aziende con 305 lavoratori. In 105 aziende, oltre una su tre, sono state riscontrate irregolarità e 67 dei lavoratori sono risultati non inquadrati correttamente con una serie di casi particolarmente gravi tra i quali spiccano 32 lavoratori “in nero”, un minorenne e 14 extracomunitari clandestini.



Nelle imprese dove la presenza dei lavoratori in nero era molto rilevante (più del 20 per cento di quelli regolari) sono stati assunti 15 provvedimenti di sospensione. Sono state elevate 32 maxisanzioni (3.000 euro per ogni lavoratore in nero più 150 euro per ogni giornata di lavoro svolta dagli stessi), 70 sanzioni per irregolarità legate al tesserino di riconoscimento, 128 sanzioni per altre irregolarità amministrative; sono state comminate inoltre 87 sanzioni penali per mancata informazione, formazione e sorveglianza sanitaria. Il totale della sanzioni comminate è stato di 318.972 euro, cui vanno aggiunti 173.356 euro di recupero contributi e premi.



Sul versante della tutela della salute e sicurezza, i Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spsal) dell’Azienda USL hanno controllato 64 dei 79 cantieri. Nel 45 per cento di questi sono state riscontrate irregolarità che hanno comportato 45 verbali di prescrizione soprattutto per gravi carenze nei ponteggi e la mancata protezione delle aperture verso il vuoto. Sono state pagate ammende per un totale di 57.506 euro.


La campagna, che si è concentrata soprattutto sui cantieri medio-piccoli dove statisticamente sono più frequenti le violazione delle norme in materia di lavoro e di sicurezza, rientra nell’operazione “10.000 cantieri” condotta a livello nazionale dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale. I dettagli relativi all’esito dei controlli sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il Responsabile dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spsal) dell’Azienda USL di Modena Guido Besutti ed il Direttore della Direzione provinciale del lavoro Eufranio Massi.



Ancora una volta il settore dell’edilizia rispetto al tema della sicurezza e della regolarità dei rapporti di lavoro mostra quindi diverse zone grigie e crea preoccupazione. Una preoccupazione che cresce se si considera che i cantieri controllati nell’ambito dell’operazione “10.000 cantieri” sono solo una parte di quelli ispezionati quest’anno nella nostra provincia. Nei primi nove mesi del 2007, infatti, i Spsal hanno già ispezionato 513 cantieri in cui operavano 871 imprese: il 37 per cento è risultato irregolare.



Il settore delle costruzioni edili rappresenta uno dei comparti produttivi caratterizzati da più elevati indici di rischio infortunistico per la frequenza degli eventi e per la loro gravità. In provincia di Modena, nonostante i dati evidenzino una riduzione del numero di infortuni – meno 10,3 per cento tra il 2005 e il 2002 – e dell’indice di frequenza, il settore edile risulta al terzo posto (dopo il minerario-ceramico e le lavorazioni legno) per frequenza di accadimento e al primo posto per gravità. Negli ultimi 17 anni gli infortuni mortali sono stati 61, una media di quasi quattro decessi all’anno, con un picco di 9 casi nel 1996. Complessivamente, circa un terzo degli infortuni mortali che si sono verificati nella nostra provincia hanno riguardato lavoratori edili.



Facendo un bilancio rispetto all’attività di vigilanza condotta dai Spsal, nei primi nove mesi del 2007 sono stati elevati 304 verbali di prescrizione e contestate 504 violazioni per un totale di 181.891 euro di ammende pagate. Il 28 per cento delle violazioni ha riguardato aspetti legati alla progettazione e alla organizzazione della sicurezza del cantiere, compito prevalentemente svolto dai coordinatori per la sicurezza, il 22 per cento concerne al mancato assolvimento degli obblighi connessi all’organizzazione del “sistema della prevenzione” nelle imprese previsti dal decreto legislativo 626/94, mentre nel restante 50 per cento dei casi si trattava di irregolarità nelle attrezzature, impianti e opere provvisionali (soprattutto relative alla protezione contro le cadute dall’alto, ovvero ponteggi, parapetti e cinture).



I risultati dell’attività di controllo svolta confermano le criticità che il settore edile presenta sia sul versante della regolarità dei rapporti di lavoro sia su quello della sicurezza: coerentemente con le indicazioni provenienti dai Ministeri del Lavoro e della Sanità, e dal Coordinamento delle Regioni, si continuerà a dedicare il massimo di risorse possibili al controllo nel settore, sviluppando forme di collaborazione tra i diversi enti di vigilanza.



Parallelamente ai controlli, saranno realizzate azioni di assistenza, informazione e formazione verso le imprese, le figure della prevenzione e i lavoratori e loro rappresentanti, nella consapevolezza che la sola vigilanza non basta: solo la diffusione della cultura della prevenzione può determinare quei comportamenti virtuosi che al momento stentano a trovare piena applicazione nei cantieri.
















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