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Reggio E.: sicurezza in città, la pozisione del capogruppo PdCI Vena

Il capogruppo del Pdci Donato Vena ha tenuto oggi una conferenza stampa sulle varie tematiche inerenti alla sicurezza, da quella sul lavoro a quella personale. Vena ha anche fatto il punto sulle dotazioni di difesa personale per gli agenti della Polizia municipale.


Sicurezza sul lavoro “Ieri – sostiene il capogruppo Vena – si è celebrata la giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro istituita dalle Nazioni unite. L’obiettivo è promuovere la cultura della prevenzione in materia di sicurezza e salute, sensibilizzando tutti i soggetti interessati. Su questo tema, dalle destre, c’è stato un silenzio assordante. Per loro questo lato della sicurezza non porta valore aggiunto in termini di voti, quindi massimo silenzio”.

La Polizia Municipale “Sono favorevole – prosegue Vena – a dotare la Polizia Municipale dello spray, strumento utile per l’autodifesa e strumento intermedio tra le mani nude e l’arma in dotazione. Qualche perplessità a dotare, come accessorio fisso, il Pr24 (e non il manganello che a normativa attuale non può essere dato in dotazione). In ogni caso l’eventuale dotazione va regolamentata. Si tenga presente che mentre la bomboletta dello spray è chiusa nella mano dell’operatore, quindi, difficile da asportare, il Pr24 da strumento di autodifesa, se strappato dalle mani, può diventare un’arma per l’aggressore. Le destre cavalcando l’idea di dotare la Polizia Municipale di spray e Pr24 credendo così di risolvere il problema sicurezza in città. Falso! Lo saranno al massimo un po’ di più gli operatori in caso di una colluttazione, ma il grado e la percezione di insicurezza resta: la prova? Vi siete mai chiesti perché le destre non hanno mai sollevato il problema che poliziotti e carabinieri, non portano quasi mai con se il Pr24 (o manganello), ma solo in casi particolari (vedi partite di calcio)?”

Le ronde “Se per ronde (il termine in se è già sbagliato, richiama squadre punitive di altri tempi) si intende sensibilizzare alcuni cittadini al loro dovere civico chiedendogli di intervenire, segnalare, denunciare… come testimoni di reati o gesti di inciviltà, ben vengano. Sventolare ronde di giustizialisti da organizzare in strada è un modo solo di strumentalizzare politicamente il problema sicurezza distruggendo quelle azioni di coesione sociale messe in piedi dal Comune per migliorare la sicurezza in città. Ricordo, inoltre, che ‘ronde della sicurezza’ ci sono già a Reggio Emilia, istituite dal Comune e si chiamano: BiciBus che vede volontari seguire in sicurezza tutti i giorni i bambini che in gruppo vanno a scuola in bici; o i volontari che presidiano i passaggi pedonali nelle ore di entrata e uscita dalla scuole; o le Gev (Guardie ecologiche volontarie) che tengono in sicurezza il territorio comunale”.

Perché non si parla del dopo reato? “La sicurezza – prosegue Vena – passa non solo attraverso la presenza degli uomini di polizia in strada e con progetti di coesione sociale, ma anche rimodernando la giustizia: snellimento delle procedure dopo l’arresto; processi brevi; certezza della pena; investimenti di uomini e strutture penitenziarie”.

Sicurezza in Centro storico “Il Centro storico – sostiene Vena – deve essere di tutti e tutti devono poter contribuire per la sua vitalità e sicurezza. Come? Questa la proposta dei Comunisti italiani: tra qualche settimana si dovrà parlare di riduzione del Circoscrizioni, da otto a un massimo di quattro o cinque, rivedendo i vari confini. I Comunisti italiani chiedono che il Centro storico venga diviso in quattro o cinque parti (a seconda del numero delle Circoscrizioni che si deciderà di creare) ed ogni futura Circoscrizione ne gestirà una parte per vitalizzarla contribuendo con azioni sociali, progetti mirati a migliorare la coesione sociale e la sicurezza. Tutta la città dovrà sentirsi partecipe tramite tutte le Circoscrizioni”.

Il nuovo governo e le cose da fare per la sicurezza delle città “Oggi le destre sono al governo. Hanno sempre chiesto più sicurezza quando erano all’opposizione, molte volte in modo demagogico.
Queste le cose da fare se vogliono migliorare la sicurezza nelle città:
1) riforma della Legge quadro 65 del 1986 della Polizia Municipale, che ha ormai 22 anni e va rivista, specificando funzioni più chiare per la polizia locale;
2) prevedere nella prossima Finanziaria che le spese per la pubblica sicurezza e la coesione sociale nei comuni siano scorporate dal patto di stabilità;
3) l’impiego sempre maggiore della Polizia Municipale in funzioni di sicurezza del territorio, che in primis compete allo Stato, esige che una quota degli stipendi della Polizia Municipale sia a carico dello Stato e non gravi solo sui cittadini del territorio.
















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