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Relux, la piastrella ecologica nata dalla ricerca nell’Università di Modena

Relux, la rivoluzionaria piastrella ecologica prodotta con vetro di lampade fluorescenti a fine vita, nata grazie alla stretta collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente (DIMA) dell’Università degli studi di Modena e Reggio e le società lombarde Relight srl di Rho (MI) e Polis Manifatture Ceramiche S.p.A. di Bondeno di Gonzaga (MN) conquista terreno e si afferma come prodotto di qualità. L’originale idea di riciclare a fini industriali prodotti speciali fuori uso, presentata come prototipo nel 2006, ha continuato a mietere successi e ad ottenere importanti riconoscimenti.

Relux – spiega la prof. ssa Luisa Barbieri del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia responsabile del progetto – nasce da una perfetta sintesi di competenze che hanno saputo esprimere il mondo della ricerca accademica e quello dell’impresa. Il nostro gruppo di lavoro da anni si occupa della valorizzazione di rifiuti e del loro reinserimento nel circuito economico come materia prima seconda. Dal 2003, in particolare, l’attenzione si è concentrata sui rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e, vista la collocazione geografica dell’Ateneo e la vocazione economica del territorio, si è pensato di utilizzare tali materiali nel ciclo produttivo ceramico. Inoltre, in virtù dell’attenzione che l’Ateneo sa rivolgere alle espressioni culturali e produttive locali e nazionali, nonché alla sensibilità mostrata dal mondo aziendale, si è passati dalla fase prototipale, in ambito di tesi di laurea, alla realizzazione di un vero e proprio prodotto commerciale. Nel processo, quindi, oltre ai ricercatori universitari, sono state coinvolte l’azienda Relight, che ha le competenze necessarie per bonificare il vetro delle lampade fluorescenti, e la Polis Manifatture Ceramiche, che ha mezzi ed esperienza per realizzare il ciclo produttivo industriale di Relux”.

Relux, un prodotto pionieristico ed all’avanguardia ora entrato definitivamente in produzione, si sta dimostrando una proposta commerciale oltremodo competitiva e capace di suscitare ovunque apprezzamenti ed interesse. Nel 2006 il giovane Lorenzo Sassi, allora studente del corso di laurea triennale in Ingegneria Ambientale a Modena, per le sue ricerche legate al riciclo di lampade fluorescenti nell’industria ceramica, che sono state il volano dello sviluppo di Relux, ha vinto il premio “Laura Conti”, concorso promosso da Ecoistituto del Veneto e dedicato alla realizzazione di tesi legate alle tematiche ambientali.

L’anno scorso la “piastrella ecologica” ha ricevuto una menzione speciale, nella categoria Miglior Prodotto, per essersi particolarmente distinta in un’ottica di sviluppo sostenibile, rispetto ambientale e responsabilità sociale, nell’ambito del Premio Impresa Ambiente promosso dal Ministero dell’Ambiente (selezione italiana dell’European Business Awards for the Environment istituito dalla Direzione Generale Ambientale della Commissione Europea nel 1987), e nel marzo di quest’anno, Relux ha acquisito il marchio di qualità ecologica “ECOLABEL”.
Sono, dunque, numerosi i consensi e si sono moltiplicati soprattutto negli ultimi tempi da quando la piastrella è entrata in produzione, contando su numerose richieste grazie anche ad una vasta gamma di tipologie, colori e dimensioni ed a caratteristiche tecnologiche prestazionali testate che la equiparano, anche dal punto di vista qualitativo ed estetico, alle altre piastrelle ottenute con metodi tradizionali.

E le caratteristiche di “Relux”, nome voluto in omaggio ai materiali con cui viene prodotta, sono davvero particolari: gres porcellanato smaltato, con smalto composto dal 40% di vetro ad alte prestazioni, ottenuto da lampade fluorescenti bonificate, che sa unire alta qualità con un ridotto impatto ambientale, conformandosi e soddisfacendo appieno le direttive europee in materia di gestione rifiuti e di politica integrata di prodotto. Ottime, infine, le performance per quanto riguarda 5 punti strategici: riduzione di sfruttamento di materie prime; riduzione di impatti ambientali derivanti dai trasporti; riduzione di consumo energetico; recupero di materiali di alta qualità; riduzione dei quantitativi di rifiuti da avviare allo smaltimento finale.
















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