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Biomasse in 10 aziende reggiane

Impianto per Biomasse“Le imprese di Confagricoltura credono nel capitolo energetico per la diversificazione dell’attività e del reddito, in un ottica di contenimento dei costi, aumento della competitività e recupero della domanda energetica, che è in grado di dare un contributo determinante al processo di sviluppo del Paese”. Così Lorenzo Melioli, presidente dell’Organizzazione agricola di Reggio Emilia e che a livello nazionale, è al primo posto in Italia per rappresentatività dei datori di lavoro nel settore e ha garantito l’impegno di 546 mila imprese sul tema strategico delle risorse energetiche e del relativo impatto sull’ambiente.

Confagricoltura intende affiancare il sistema produttivo con lo sviluppodi sistemi a biomassa, biogas e fotovoltaici. Sono complessivamente 120 imprese associate, una decina nel reggiano, che realizzeranno la prima rete di produzione energetica da biomasse. Per biomasse si intende l’insieme di materiali d’origine vegetale, scarti da attività agricole,allevamento o industria del legno riutilizzati in apposite centralitermiche per produrre energia elettrica. Si tratta di un investimento di600 milioni di euro e 170 megawatt di potenza installata. Una risposta operativa al “green new deal”, che ha come obiettivo la correzione dei maggiori squilibri del sistema in fatto di risparmio e abbattimento della CO2.

“Il completamento del quadro normativo sulla produzione di energia da biomassa, con la pubblicazione del disegno di legge 1195 recentemente approvato al Senato – ha affermato Melioli – darà nuovo impulso allo sviluppo delle agroenergie, che si affiancherà ai notevoli risultati già raggiunti con il fotovoltaico e l’eolico in agricoltura. Un sistema di incentivi chiaro e stabile negli anni dà infatti una visione non piùutopistica che consentirà alle imprese di pianificare gli investimenti nel lungo periodo. Tenendo presente che, superato il passaggio iniziale, più le tecnologie avanzano, più il ricorso agli incentivi può essere ridimensionato”.

La comunità agricola diventerà quindi un alleato ancor più prezioso all’interno di un quadro normativo che consente una riformulazione economica del rapporto col territorio. Confagricoltura esprime anche il proprio sconcerto per il fatto che 600 milioni di euro dei fondi rotativi, ossia finanziamenti di credito agevolati per le imprese che vogliono promuovere sistemi di cogenerazione ad alta efficienza, giacciano fermi, mentre le imprese di Confagricoltura sono pronte ad entrare in questa partita.

“Deve essere definitivamente modificato – si spiega dall’Associazione di via dell’Aeronautica – l’approccio ideologico che considera l’agricoltura non compatibile con la produzione di energia, a discapito di quella alimentare. Le moderne tecnologie consentono la coesistenza di entrambe leattività, senza contare che 350.000 ettari di terreno pubblico inutilizzati possono essere restituiti alla comunità agricola. La maggior parte dei boschi italiani è privata, un patrimonio che va preservato, così come deve essere premiato chi ne ha cura”.
















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