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Ducati e Lamborghini aprono le porte ai temi vitali per il futuro dei musei

Ducati_BolognaLa seconda giornata ieri – martedì 8 settembre – del World Forum for Motor Museums in corso questa settimana nella Motor Valley dell’Emilia Romagna ha affrontato, in mattinata presso il Museo Ducati a Bologna, temi vitali per i musei, e non solo di auto e moto. 16 relatori di 7 Paesi dall’Australia al Sud Africa, dall’Italia all’Olanda, hanno indicato scenari, proposte e ipotizzato soluzioni per rispondere a una domanda semplice, ma essenziale: “Come può fare un museo a sostenersi economicamente in un momento di crisi come l’attuale?” Più culturale e tecnico il secondo tema: il dilemma tra conservazione e restauro, un’arte che richiede una decisione, spesso difficile e irreversibile, tra preservare il più possibile lo stato d’origine o effettuare un restauro approfondito per farla come nuova, spesso più bella e rifinita di quando è uscita dalla fabbrica o dal reparto corse. Il problema è che metalli e vernici, come i sistemi biologici, non sono eterni.

Altro argomento vitale per il futuro dei musei è il modo di esporre auto, moto, cimeli, documenti. L’invasione irrefrenabile della multimedialità e l’abitudine a stimoli multisensoriali, veloci e superficiali, stanno modificando la fruizione dei beni culturali, tra i quali anche i veicoli storici.

Il concetto tradizionale di museo del motore viene scosso dalle fondamenta che, per fortuna, sono robuste. Aumentano i musei in cui l’ambiente (cioè l’edificio) diventa la parte spesso prioritaria del messaggio e delle emozioni trasmesse da quanto vi è raccolto ed esposto.

Le testimonianze, nel workshop del pomeriggio presso il Centro di Eccellenza Lamborghini, sono state molte, differenziate, stimolanti. Le soluzioni, per ora, appena intraviste.

I WORKSHOP DELLA MATTINA

Gabriele Del Torchio, presidente e amministratore delegato Ducati, ha sottolineato l’unicità e il valore della Motor Valley quale sede emblematica del World Forum dei musei del motore. Ducati ha aperto volentieri il museo aziendale e la fabbrica anche perché ha ritenuto un onore essere stata scelta quale prima sede aziendale per i lavori del World Forum.

Prima di entrare nel vivo dei workshop, Andrea Babbi, amministratore delegato APT Servizi-Regione Emilia Romagna, ha definito la Motor Valley dell’Emilia Romagna quale: “Unico, grande parco tematico naturale dedicato ai motori nel quale si possono integrare le eccellenze legate all’arte, alla natura, alla cultura e all’enogastronomia.

Incontrano, infatti, sempre più successo i “pacchetti tematici” offerti dagli operatori della Regione”.

La sostenibilità economica del musei del motore è stata esaminata attraverso le più diverse esperienze, strategie, risultati e proposte, armonizzate da Adolfo Orsi, che ha diretto i lavori della giornata.

L’esperienza del Petersen Automotive Museum di Los Angeles, istituzione privata con fine prevalentemente formativo e informativo sullo sviluppo e l’impatto dell’automobile nella società americana è stata illustrata da Leslie Kendall, curatore. Kendall ha sottolineato il valore dell’integrità del museo anche nel reperimento delle risorse necessarie al sostentamento e nell’utilizzo degli spazi. Niente affitti temporanei per matrimoni o eventi mondani di terze parti, quindi, anche se questo significa rinunciare a una pingue fonte di incassi.

Michael Penn, direttore curatoriale Haynes International Motor Museum (Gran Bretagna) e chairman del World Forum for Motor Museums, ha aggiunto la “vocazione verde” alle caratteristiche che aumentano il valore di un museo. Oggi, la gente privilegia prodotti, marchi, istituzioni con una forte componente ecologica. Haynes Museum è impegnato nella riduzione della sua impronta ecologica e ha raggiunto la sostenibilità economica anche grazie all’offerta integrata di merchandising, bar, ristorante, hotel.

Angus Forsyth, direttore generale Hagerty International, ha presentato i pacchetti assicurativi a misura dei musei (oltre che dei possessori di veicoli storici) offerti dalla sua compagnia, specializzata in questo comparto: una copertura dei rischi che fornisce un valido contributo all’equilibrio finanziario dei musei.

Giorgio Marzolla, per il Museo Bonfanti Vimar di Romano d’Ezzelino, vicino a Bassano del Grappa, ha illustrato il proprio caso: nessun veicolo di proprietà del Museo, zero investimenti in promozione, una mostra tematica che cambia ogni sei mesi. Nessuna ripetizione, ma una proposta sempre rinnovata, che permette di conquistare il visitatore di ritorno e fidelizzarlo, un risultato inarrivabile per quei musei che restano immutabili.

Nessuna pretesa di fornire la risposta all’eterno e irrisolubile dilemma tra restauro e conservazione, tema del secondo workshop. “Skip” Marketti ha illustrato l’approccio della Nethercutt Collection, di cui è curatore. Ha sede a Sylmar, nord di Los Angeles, ed è il frutto della vita e della passione di J.B. e Dorothy Nethercutt. Comprende molte centinaia di auto perfettamente restaurate e funzionanti, moltissime premiate nei Concorsi d’Eleganza. Le auto della Nethercutt Collection hanno vinto, negli anni, il maggior numero assoluto di titoli di “Best of Show” a Pebble Beach (il più importante del mondo) e altri concorsi.

In aggiunta alla capacità delle persone (per curare tutta la collezione ed effettuare i restauri sono in 19) contano il rigore culturale, la ricerca di fonti documentali sicure, la determinazione verso il restauro intelligente per ripristinare l’originalità del veicolo rispettandone l’integrità, la motivazione nell’avvicinarsi quanto umanamente possibile alla perfezione.

Su queste basi opera anche Fred Simeone, neurochirurgo di Philadelphia (Usa) che lo scorso anno, a 72 anni, ha coronato il sogno di una vita aprendo un nuovo museo in cui espone il meglio della collezione iniziata da suo padre e da lui ampliata. Sessanta auto, in stato di perfetta conservazione, tutte con un palmarés impeccabile, che esprimono lo “Spirito della competizione” perché, come ha ricordato Simeone: “La chiave dell’evoluzione è nel processo della competizione”.

Gianluigi Mengoli, consigliere delegato della Fondazione Ducati e attuale responsabile della progettazione motori stradali, ha presentato la Scuola di Restauro avviata dalla Fondazione a Bologna per continuare la tradizione dei maestri meccanici e carrozzieri della Motor Valley. Ogni corso, separato per auto e moto, è strutturato in 16 lezioni per un massimo di 25 partecipanti. Accanto alla Scuola di Restauro, la Fondazione svolge attività di formazione verso studenti delle superiori e dei primi anni delle facoltà tecnico-scientifiche. Lo strumento principale è il laboratorio “Fisica in moto”: fa capire i fondamenti della dinamica e della meccanica applicate alla moto e alle sue prestazioni.

POMERIGGIO IN LAMBORGHINI

Nel pomeriggio, al Centro d’Eccellenza Lamborghini a Sant’Agata Bolognese i delegati sono stati ricevuti da Stephen Winkelmann, presidente e amministratore delegato, che ha sintetizzato il DNA della marca: valore della tradizione, eccellenza tecnologica, attualità del prodotto. Con la guida del direttore Rodrigo A. Filippani Ronconi è stato affrontato il tema delicato, complesso, strategico, delle tecniche emozionali basate su multimedialità, multisensorialità, interattività.

François Confino, architetto e designer museale francese, ha illustrato il suo approccio per il rinnovamento del Museo Nazionale dell’Automobile “Biscaretti” a Torino. Johan Wagner ha seguito un percorso analogo per il museo da lui diretto in Sud Africa realizzando un sapiente mix di emozioni e tecnologie museali più moderne con un’esposizione tradizionale.

Originale l’opzione scelta dal National Motor Museum di Birdwood, Australia: in un Paese enorme e poco collegato, ha scelto di portare il museo al pubblico. Kym Hulme, direttore, ha raccontato il roadshow di 52 giorni nell’estate 2008 per ricordare il centenario della prima traversata sud-nord del continente. La stessa auto di allora, una Talbot 25HP, è stata restaurata, caricata su di un truck-esposizione e ha ripercorso l’itinerario di quel viaggio, toccando le stesse 21 località e raccontando anche l’evoluzione della vita e della società australiane, in parallelo a quella dell’automobile.

Nuno Almeida, senior architect dell’UNStudio di Amsterdam, ha riportato il tema alla concretezza del cemento armato e del cristallo. Ha descritto il Museo Daimler Benz a Stoccarda, progettato dallo studio in cui lavora, diretto da Ben Van Berkel. Questo Museo ha nell’edificio il suo maggior richiamo, pur contenendo 180 veicoli e migliaia di documenti di grande valore e unicità. Diventato un’icona dal richiamo internazionale, ha avuto oltre 1,3 milioni di visitatori paganti da quando è stato aperto nel 2006, 120 anni dopo il primo veicolo semovente con motore a scoppio, il triciclo di Karl Benz. Con un simile traffico di visitatori, ha raggiunto l’equilibrio economico in tempi molto più brevi di quelli pianificati.

Massimo Negri, docente Iulm Milano, ha affrontato la questione centrale per un museo: ciò che veramente importa non è tanto quello che si presenta al visitatore, ma quanto, come e per quanto tempo il visitatore si dimostra interessato all’offerta. La velocità dell’innovazione tecnologica nelle tecniche di presentazione multimediali rischia di rendere obsoleta qualunque soluzione nel momento stesso in cui inizia a funzionare. Negri ha fornito lo schema logico-organizzativo: ai direttori e curatori dei musei il metterlo in pratica.

La giornata si è conclusa con la visita al Museo Lamborghini e ai reparti produttivi. Mercoledì mattina, 9 settembre, i lavori dell’11° World Forum for Motor Museums riprendono alla Camera di Commercio di Modena, sponsor dell’evento. Nel pomeriggio seguono le visite alla Collezione Panini e al Museo Stanguellini. La cena è dedicata alle due ruote con la presenza di ospiti importanti nella storia delle corse e della tecnica motociclistica, protagonisti di un talk show guidato da Marco Masetti.
















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