Che cos’è la voce umana. Quali sono gli elementi che rendono ogni voce unica ed irripetibile. Quali sono le sue funzioni prima e oltre il linguaggio: queste sono alcune delle tematiche che il documentario “La Voce Stratos” affronta, narrando il percorso biografico ed artistico di una delle voci più audaci e significative del secolo appena trascorso.
A trent’anni dalla sua morte, la voce di Demetrio Stratos continua a suscitare entusiasmi ed emozioni. Cantante sperimentatore, dotato di una voce unica che si prestava a infinite sperimentazioni, il suo lavoro mostra un’eterogeneità unica, estendendosi dai territori della musica pop a quelli del rock, del jazz, della musica contemporanea e dell’avanguardia più radicale, sempre a livelli insuperati.
Icona di un’epoca in cui musica, cultura, sperimentazione e politica scorrevano parallele, Demetrio Stratos rappresenta un personaggio trasversale unico a cui va il grande merito di aver saputo concertare stimoli differenti sperimentandone la contaminazione reciproca. Per estensione ed intensità, il carattere del suo lavoro assume l’inafferrabilità del mito, mito che egli realmente è stato per quegli anni, dei quali la sua voce rappresentava al massimo grado la volontà di cambiamento, di creazione del nuovo e di distruzione del dogma.
“La Voce Stratos” è un documentario a più voci, realizzato con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, che unisce interviste e filmati d’archivio indagando anche la sperimentazione vocale di Demetrio Stratos, tema fondamentale e trasversale del film, che viene affrontato sia da un punto di vista scientifico, con la consulenza di otorino-laringoiatri esperti di voce artistica, che da quello artistico grazie all’intervento di alcune tra le “voci” più significative del panorama della musica contemporanea, per i quali il lavoro unico ed estremo di Stratos rappresenta un punto di riferimento fondamentale.
Il film è ulteriormente arricchito da registrazioni vocali inedite, concesse per il documentario da Claudio Rocchi, filmini Super8 inediti dei Ribelli forniti da Gianni Dall’Aglio e dalle foto di Silvia Lelli e Roberto Masotti.
I registi indipendenti torinesi Luciano D’Onofrio e Monica Affatato rendono omaggio a una delle figure storiche della musica contemporanea intersecando una molteplicità di temi che raccontano anche la storia ed i costumi italiani degli anni ’60 e ’70 attraverso il percorso musicale e militante degli Area, gruppo storico di cui Demetrio fece parte, il beat e le avanguardie artistiche di quei gloriosi anni e al tempo stesso proponendo una riscoperta della tradizione culturale e musicale mediterranea, aggiornata e contaminata.
Il lavoro, che sarà proiettato in anteprima domani a Bologna, al Cinema Lumière, è stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato i registi insieme all’assessore regionale alla Cultura, Alberto Ronchi.
“Molta della vicenda artistica e umana di Demetrio Stratos si è svolta in Emilia-Romagna – ha ricordato l’assessore Ronchi -, per cui ci è sembrato doveroso sostenere questo progetto, dedicato giustamente ad un musicista tra i più importanti della storia italiana”. Ronchi ha quindi espresso “la speranza che questo lavoro serva a ricordare Stratos non solo come artista, ma come intellettuale a 360°, che nel corso della sua purtroppo breve vita sviluppò tanti interessi”. Infine, l’assessore ha annunciato che “la figura di Demetrio Stratos sarà celebrata il 20 gennaio, per un’intera giornata, al teatro Itc di San Lazzaro di Savena (Bologna), dove testimoni, musicisti, persone che lo conobbero ne tracceranno un ritratto toccando anche aspetti poco conosciuti della sua attività”.
La biografia
Demetrio Stratos nasce ad Alessandria D’Egitto da genitori di origine greca e arriva in Italia negli anni ’60 per iscriversi all’Università. Tastierista organista e militante dai dodici anni di età in moltissimi gruppi musicali, inizia a cantare per caso a Milano e diventa la voce dei Ribelli, gruppo di punta del beat italiano, mentre negli anni ’70 è tra i fondatori degli Area, uno dei più provocatori ed innovativi gruppi di rock sperimentale. Gli Area spaziavano dal rock al jazz alla musica contemporanea, dalla musica etnica all’elettronica: desiderosi di portare direttamente nelle strade la loro ricerca musicale per condividerla con la gente, il gruppo non poteva che consacrarsi alla sperimentazione pura, attitudine che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana nel mondo. Le registrazioni e le misurazioni effettuate nei Centri di Fonologia testimoniano che oltre ad avere una gamma di emissione amplissima, la sua voce aveva la capacità di emettere due e anche tre suoni di frequenza diversa in contemporanea.
A partire dal lavoro sperimentale con gli Area e parallelamente ad esso Demetrio Stratos inizia a studiare la voce come puro strumento musicale e sonoro, realizzando dischi per sola voce e lavorando con artisti del calibro di John Cage e segnando di fatto un punto di non ritorno nell’esplorazione della voce umana e nell’abbandono del linguaggio verbale come forma unica e privilegiata di espressione musicale legata alla vocalità. A trentaquattro anni Demetrio Stratos contrae una grave forma di aplasia midollare e si spegne a New York il 13 giugno del 1979, proprio alla vigilia di un concerto organizzato per raccogliere fondi per le costose cure. Il concerto all’Arena civica si tramutò in un colossale tributo alla sua figura di uomo e artista, unendo un centinaio di musicisti di fronte ad un pubblico di oltre 60.000 spettatori.