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Aimi sulla manifestazione contro il CIE di Modena in programma sabato 19 giugno

“Troppe minacce a Daniele Giovanardi e ai volontari. Clima esasperato attorno al CIE. Si valuti, dunque, l’opportunità di annullare la manifestazione”.

“E’ ufficialmente scattato il count down per la manifestazione contro il CIE organizzata per sabato prossimo 19 giugno mentre dalla sinistra continua a regnare sovrano il silenzio. Un silenzio tanto assordante quanto preoccupante, considerati soprattutto i toni minatori che aleggiano alla vigilia di questa nuova iniziativa, nei confronti di Daniele Giovanardi in primis”.

Sono le parole del Coordinatore vicario del PDL Enrico Aimi che oltre ad “esprimere la sua più totale solidarietà e vicinanza al Presidente della Misericordia di Modena, anche a seguito delle ultime minacce ricevute” si chiede “per quale motivo le autorità competenti abbiano deciso di concedere il nulla osta alla luce del clima avvelenato che aleggia in citta’. Fermo restando che manifestare è un diritto inviolabile di liberta’ e democrazia – ha poi sottolineato Aimi – ma un conto e’ urlare slogan un altro lanciare minacce. A questo punto ci chiediamo se non sia più opportuno revocare le autorizzazioni allo svolgimento dell’iniziativa, considerato il clima pesantissimo e le fosche nubi che si stanno addensando sopra le teste di Giovanardi e dei volontari che operano all’interno del CIE. Mentre la sinistra troppo impegnata in allegre scampagnate lungo via Emilia Centro, sul problema continua a rimanere “tra color che son sospesi”, noi chiediamo a chiare lettere che le autorità competenti valutino, e in tempi brevi, l’opportunità di revocare la concessa autorizzazione. Non passa giorno, infatti, in cui tra volantini e messaggi farneticanti su internet, non ci si ritrovi nel solito stillicidio di minacce e frasi a dir poco ingiuriose: dal “ Giovanardi nazista” all’equiparazione dei CIE a “veri e propri lager”.

Giusto per citare solo quelle ripetibili. Ecco – ha rincarato Aimi – se questo è il contesto e l’aria che tira, credo che, allacciandomi ad una valutazione di banalissimo buon senso, le condizioni per confermare la manifestazione siano venute a decadere. Pur tenendo presente l’incessante attività investigativa della Digos, cui va il nostro plauso, non si può prescindere da un’attenta riflessione su un rischio concreto: che un qualche fanatico, i cui neuroni soffrono fortemente di solitudine, decida di passare dalle parole ai fatti. E credo, in tema di minacce – ha concluso Aimi – di poter parlare con cognizione di causa e a ragion veduta, considerando il fatto che a più riprese, in tempi non troppo lontani, i soliti fessi in servizio permanente effettivo avevano auspicato scrivendo su internet una Piazzale Loreto tutta per me : ” Aimi…lo pensavamo gia’ appeso a testa in giu’ a Piazzale Loreto”. Purtroppo per loro sono ancora vivo e non mi manca il coraggio di chiedere a chi di dovere di attivarsi per revocare l’autorizzazione alla manifestazione del 19 giugno per i troppi rischi ad essa connessi. Se potessi, di quel coraggio,ne cederei volentieri un po’ a chi di dovere, ma so che in queste vicende la realta’ somiglia tanto a quella ben tratteggiata dal Manzoni nei Promessi Sposi nella figura di Don Abbondio, il quale ricordava a se stesso: “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare’”.

















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