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Tracciabilità rifiuti sanitari, presentato a Bologna “Sistri”

Presentato oggi a Bologna il nuovo sistema di tracciabilita’ dei rifiuti sanitari denominato “Sistri”. Entrera’ in vigore, secondo le previsioni, il prossimo 1 ottobre, anche se alcune organizzazioni imprenditoriali ne hanno chiesto il rinvio.

Dalla carta al software, non fara’ differenza: chi gia’ applica le buone regole della tracciabilita’ dei rifiuti, con l’avvento del “Sistri”, non avra’ modifiche sostanziali al suo modo di operare. Ecco perche’ il nuovo sistema ministeriale, secondo i suoi ideatori e promotori, non costituisce una minaccia per il comparto sanitario. O meglio, per quei gestori che all’interno di questo comparto fanno gia’ di necessita’ virtu’, Questo aspetto e’ emerso questa mattina durante i lavori del workshop nazionale “Sistri: Istruzioni per l’uso”, appuntamento voluto dalla Mengozzi Spa di Forli’, azienda leader nella gestione dei rifiuti sanitari, che ha richiamato a Bologna oltre 350 rappresentanti di strutture sanitarie italiane per fare il punto della situazione a pochissimi giorni dall’entrata in funzione del Sistema. Ancora tanta l’incertezza sull’operativita’ piu’ stretta, ma anche molte le aspettative circa le maggiori garanzie di trasparenza e di semplificazione che esso potra’ fornire. “Operando da anni in questo ambito – ha sottolineato Milena Mugnai, presidente della Mengozzi Spa – siamo convinti che una gestione dei rifiuti sanitari rintracciabile in tempo reale avra’ vantaggi sia in termini di riduzione del danno ambientale, sia di eliminazione di forme di concorrenza sleale tra imprese, con un impatto positivo per tutti quei soggetti che, pur sopportando costi maggiori, operano gia’ nel rispetto delle regole”. Regole che in effetti, Sistri o non Sistri, sono gia’ stringenti sul fronte dei rifiuti sanitari. Ad affermarlo Aurelia Fonda, intervenuta in rappresentanza del Ministero della Salute: “L’Italia e’ all’avanguardia nella normativa, in quanto e’ l’unico Paese che ha definito i criteri per l’individuazione dei rifiuti a rischio infettivo”. Che non sono pochi. La quantita’ di rifiuti speciali prodotti in Italia nel 2006 e’ stata pari a 134,7 milioni di tonnellate, di cui 125,5 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e 9,2 milioni di rifiuti pericolosi. Va da se’ – hanno sottolineato gli esperti – che i rischi di uno smaltimento non corretto sono enormi: il passaggio da un sistema cartaceo a soluzioni tecnologiche piu’ avanzate con il Sistri, da un lato potrebbe semplificare le procedure e gli adempimenti con una riduzione dei costi sostenuti dalle imprese (secondo l’Albo Gestori Ambientali il sistema attuale di gestione grava sulle imprese italiane per oltre 700 milioni di euro l’anno e il Mud da solo grava per il 40 %), dall’altro, potrebbe garantire una maggiore efficienza nella gestione di un processo complesso che comprende tutta la filiera dei rifiuti.

Ma ci sono anche voci fuori dal coro, evidenziano le criticita’, senz’altro inevitabili per un sistema ancora in rodaggio: dal Gruppo Ambiente Assosoftware Confindustria la richiesta di prorogare al 1� luglio 2011 l’effettiva operativita’ del Sistri, che ad oggi potrebbe essere adoperato adeguatamente solo dalle aziende con poca mole di formulari mensili.
















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