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Carpi, Costi e Vecchi (PD): più sostegno e più tutele per il sistema moda

Più promozione internazionale, innovazione e formazione per il sistema moda e un pressing sul Governo per ottenere dalla Ue regolamenti sull’origine delle merci, la tracciabilità dei prodotti e la salubrità dei capi e dei materiali in arrivo da altri Paesi. Sono queste le richieste contenute nella risoluzione che il consigliere regionale Palma Costi ha presentato oggi come prima firmataria alla Giunta regionale per il distretto del tessile – abbigliamento di Carpi, cuore del settore in Emilia-Romagna.

Modena in Emilia-Romagna – ricorda la risoluzione, sottoscritta anche dal consigliere regionale Luciano Vecchi – è la provincia più importante per numero d’imprese e occupati di un settore che – dopo quindici anni di ridimensionamento – nel corso degli anni Duemila ha visto arrestarsi la caduta. Merito del riposizionamento di un nucleo d’imprese su fasce di mercato medio-alte, ad elevato valore aggiunto. Un andamento che deve essere sostenuto, anche perché può aprire una prospettiva per l’intero settore, uno dei più importanti per l’intera economia regionale.

Per questo Palma Costi chiede alla Giunta di “supportare promozione territoriale e internazionalizzazione del sistema moda, sostenendo – in particolare – la ricerca sul design, sui nuovi prodotti e nuovi materiali, sulle applicazioni informatiche ed elettroniche” e di “promuovere un’azione coordinata in materia di formazione a sostegno dei processi di internazionalizzazione e innovazione di questo settore per mantenere alta la competitività dei territori e delle imprese”.

Ma ci sono sostegni che non possono arrivare dalla Regione. Per questo la risoluzione chiede alla Giunta di lavorare affinché il Governo sostenga la tracciabilità dei prodotti “anche attraverso misure premianti per quelle imprese che certificheranno” la provenienza delle diverse fasi di lavorazione e azioni di controllo “del rispetto delle normative vigenti” e, sul fronte comunitario, si impegni per un “regolamento sull’origine delle merci in entrata” e per “iniziative di controllo sulla salubrità del prodotto del tessile, abbigliamento, pelle, cuoio e calzature in entrata da Paesi terzi”.
















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