Pare davvero strumentale ed anche immaginifico pensare che tenere aperti i negozi nella giornata dedicata al lavoro possa salvare le sorti economiche del paese.
Idee e opinioni di leader salvifici, che appaiono difensori di libertà d’esercizio di impresa piegate alle logiche di mercato, risultano tristemente monche nella parte di considerazioni che devono essere messe in bilancia, cioè l’altro determinante fattore della produzione ovvero i lavoratori.
Non è questa la Repubblica fondata sul lavoro che hanno voluto i nostri padri costituenti?
Non è questa la Repubblica che riconosce, dopo l’oscurante nero ventennio fascista, che anche a loro minatori, muratori, cuochi, insegnanti, braccianti, contadini, commessi è dovuta una giornata di riconoscimento ufficiale del valore che alla loro opera da la Nazione?
Non è questa la Repubblica che riconosce e rispetta, tra le feste comandate, il riposo domenicale tra il sacro (santificare le feste) e il profano (meritato riposo)?
La Festa del Lavoro è festa, capita una volta all’anno e da quando venne istituita e praticata, è stata e deve restare festa di popolo.
Carri agricoli ben auguranti per la stagione dei raccolti venivamo condotti nelle piazze per questa festa, poi concerti memorabili con le musiche di Casadei, l’abito nuovo della domenica per recarsi in piazza da lavoratori con un garofano rosso sullo sparato o tra i capelli delle ragazze.
Aprire i negozi nell’unico giorno dedicato alla colonna portante della dignità dell’uomo, il lavoro, da cui nasce ogni benefica possibilità di riscatto sociale e morale di ogni lavoratore, appare un cedimento a interessi politici e di parte della nostra storia.
Lo stato economico e finanziario dell’Italia ha necessità di ben altri impegni da parte del Governo, tenere aperti negozi e mercificare il giorno del “meritato riposo nazionale” annuale, la Festa del Primo Maggio appare una cura palliativa che ingiuria, oltre la cassa integrazione, il licenziamento, la mobilità, la precarietà dei lavori, l’unico giorno dell’anno in cui tutti debbono inchinarsi al Lavoro come strumento fondante di democrazia e benessere.
Viva il Primo Maggio, Festa del Lavoro e dei lavoratori.
(Thomas Casadei, Consigliere Regionale PD)