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Immigrati, Leoni (PDL) denuncia: “Ausl di Modena ha speso 12 milioni in 5 anni per curare clandestini”

“Poco meno di 12 milioni di euro spesi negli ultimi 5 anni, dal 2006 al 2010, in provincia di Modena, per finanziare i ricoveri di immigrati clandestini. Nel 2010 sono stati 1.541.737 euro i soldi spesi dalle strutture sanitarie ospedaliere e dall’Ausl della provincia di Modena per ricoverare 550 persone senza permesso di soggiorno e che non dovrebbero essere sul territorio. Una media di 2.800 euro per ogni clandestino ricoverato. Dati impressionanti che, oltre all’impatto sulla spesa sanitaria, confermano il poco virtuoso record di Modena come capitale dei clandestini, sia fuori che dentro gli ospedali”.

La denuncia arriva dal Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, che già nel 2008, conducendo un’analoga indagine sui dati forniti dalla Regione Emilia Romagna, in risposta ad una sua interrogazione, aveva scoperto e denunciato altri 12 milioni di euro spesi dal 2002 al 2006 in provincia di Modena per il ricovero e la cura di clandestini muniti del cosiddetto cartellino di Straniero temporaneamente presente.

“In questa preoccupante classifica, Modena è praticamente a pari merito solo con Bologna, che ha più del doppio della popolazione, mentre registra una spesa per ricoveri di stranieri totalmente irregolari sul territorio, che è doppio, triplo o quadruplo rispetto a province come Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena Piacenza e Parma.

Il numero dei clandestini ricoverati fornisce, se posto in relazione con quello registrato in altre province, un altro indicatore chiaro, come lo è quello delle richieste di sanatoria di lavoratori stranieri irregolari o quello dei clandestini in carcere, del tasso di immigrati totalmente immigrati irregolari presenti sul territorio. E Modena, dopo anni, si conferma ancora al top a livello regionale. Siamo di fronte a cifre allarmanti che confermano il devastante impatto sociale ed economico provocato in questi anni dalle politiche buoniste delle amministrazioni rosse, che hanno fatto e continuano a fare da richiamo per gli immigrati regolari ed irregolari.

In un sistema sanitario sull’orlo del collasso finanziario è chiaro che una situazione del genere non può reggere. Non mettiamo in discussione il principio che, anche in virtù della necessaria tutela della salute e della sicurezza pubblica, obbliga il sistema sanitario a prestare soccorso sanitario alle persone, al di là del loro status, ma una politica che ha favorito e non contrastato la presenza di clandestini sul territorio.

Mentre i cittadini devono subire il costante aumento del costo dei ticket e dei tempi di attesa per le prestazioni specialistiche, oltre alla chiusura di pronto soccorso nonché al taglio dei reparti negli ospedali, parte della spesa sanitaria viene utilizzata per erogare gratis servizi e assistenza a chi, secondo la legge, non dovrebbe nemmeno essere in Italia ma che, grazie alle politiche delle amministrazioni locali di sinistra, è stato di fatto richiamato sul nostro territorio. Questo non è il frutto di una politica di integrazione, bensì di disintegrazione sociale che noi continueremo a contrastare in tutte le sedi istituzionali”.
















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