La data dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, deve essere un’occasione anche simbolica per rinnovare l’impegno per la parità di genere, impegno che deve essere però praticato tutti i giorni. Uno dei campi in cui maggiormente le donne risultano svantaggiate è il mercato del lavoro e, d’altra parte, il lavoro delle donne rappresenta una delle chiavi fondamentali per far ripartire l’economia.
I tassi di occupazione, sia maschile sia femminile, che in Emilia-Romagna sono sopra la media nazionale, sono il frutto di anni politiche volte a ridurre i differenziali di genere nell’accesso, nella permanenza e nei percorsi di carriera tra uomini e donne, basate sulla convinzione che l’aumento della partecipazione femminile nel mercato del lavoro costituisca di per sé un moltiplicatore di opportunità e di nuova occupazione.
A partire dal 2007, nell’attuazione delle attività finanziate con il Fondo Sociale Europeo particolare attenzione è stata posta al tema delle pari opportunità come priorità trasversale a tutti gli Assi di programmazione: di conseguenza gli interventi e le azioni finalizzati alla stabilizzazione occupazionale, al contrasto dell’abbandono lavorativo, alla formazione professionale, all’inclusione lavorativa di persone socialmente svantaggiate sono stati pensati con priorità di accesso al genere femminile e con particolare attenzione ai nuclei familiari con un solo genitore e figli a carico, in cui forte è la prevalenza delle donne.
Tra questi interventi, particolare successo ha avuto l’erogazione di assegni di servizio, i cosiddetti “voucher”, a favore di famiglie con bambini da 0 a 3 anni in cui entrambi i genitori lavorano per sostenere l’inserimento nei nidi. Se a livello regionale negli ultimi tre anni sono stati stanziati 12 milioni di euro di cui hanno usufruito 926 famiglie, al Comune di Forlì sono stati assegnati per l’anno 2011/2012 oltre 400 mila euro, a favore di 156 bambini, finanziamento che ha consentito di coprire il 100% delle domande negli asili nidi.
Un altro importante intervento è il progetto di orientamento professionale rivolto a donne adulte con metodologia “Retraivailler” teso a facilitare il rientro nel mondo lavorativo dopo un periodo di congedo parentale.
Nel “Patto regionale per la crescita intelligente, sostenibile, inclusiva”, poi, tutte le forme di incentivo tengono conto della differenza di genere per sostenere l’occupazione.
La validità di questa impostazione è stata avvalorata dai risultati delle indagini svolte nell’ambito del progetto OPTA GENDER: la Direzione Attività Produttive ha quindi confermato la scelta di non dotarsi di una legge specifica a supporto dell’imprenditoria femminile, ritenendo che le imprese gestite da donne siano parte integrante di un sistema complessivo di imprese, e ha puntato nella seconda fase di attuazione del programma integrato, all’inserimento di priorità per le imprese femminili nei programmi e nei Bandi per accedere a finanziamenti.
Queste politiche pongono dunque l’Emilia-Romagna all’avanguardia in Italia e al passo con le altre regioni europee più avanzate: si tratta di esempi di sostegno concreto e continuativo alle pari opportunità. Occorre proseguire in questa direzione e rafforzare ancora di più l’impegno, anche a livello di amministrazioni locali. La sfida per rigenerare speranze passa assolutamente anche dal miglioramento delle condizioni lavorative, professionali, sociali delle donne all’interno di una società davvero inclusiva.
(Thomas Casadei, Consigliere regionale PD, Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini)