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Il Consiglio provinciale di Modena ricorda domani il ventesimo anniversario della strage di Capaci

Il 23 maggio del 1992 la mafia uccise a Capaci il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinari, Rocco di Cicco e Vito Schifani. Il Consiglio provinciale di Modena, nella seduta di mercoledì 23 maggio, ricorderà il ventesimo anniversario della strage che segnò l’inizio della stagione degli attentati di mafia che portò, il 19 luglio, all’uccisione del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta e, nei mesi successivi, ad attentati mortali in diverse parti di Italia.

Il Consiglio onorerà la memoria delle vittime della mafia con un minuto di silenzio, dedicato anche al ricordo di Melissa Bassi, uccisa a Brindisi nell’attentato che ha colpito la scuola superiore dedicata a Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo.

«L’anniversario della strage di Capaci – ha affermato il presidente del Consiglio provinciale Demos Malavasi – è l’occasione per ricordare tutte le vittime delle mafie e rinnovare l’impegno delle istituzioni e dei cittadini per la legalità e contro tutte le mafie. Un impegno quotidiano per tutti i giorni dell’anno che è oggi più che mai necessario per contrastare la presenza e il radicamento delle mafie in tutta Italia e anche nella nostra realtà. Le mafie – ha proseguito Malavasi – stanno sfruttando la crisi economica che attanaglia le famiglie e le imprese per radicarsi, mettendo in circolo le ingenti risorse finanziarie che provengono dalle loro attività criminali. Inoltre cercano di intimorire minacciando chi non accetta e contrasta la loro attività criminose come giornalisti, magistrati, imprenditori. A tutti loro va la nostra solidarietà e il nostro sostegno. Nel contempo vogliamo dare ancora più forza e impulso alle iniziative che si stanno sviluppando anche nella nostra provincia da parte delle istituzioni, delle scuole, delle forze economiche e sociali, dalle associazioni impegnate su questo tema che vedono protagonisti tanti giovani e cittadini. Sconfiggere le mafie e affermare la legalità – ha concluso il presidente del Consiglio – è la condizione imprescindibile per difendere e sviluppare la democrazia e la libertà, per promuovere lo sviluppo economico e sociale del nostro paese».
















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