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I contratti di rete in Emilia-Romagna. Lunedì convegno conclusivo a Bologna

A tre anni dall’introduzione della disciplina specifica, il fenomeno “reti di imprese” in Emilia-Romagna “fattura” circa 940 milioni di euro, e contribuisce con una quota del 7,4% ai 12,6 miliardi di euro di fatturato consolidato stimabili per le 305 reti (costituite da 1605 imprese) attive su scala nazionale.

La rete di imprese si basa su un contratto tra aziende che mettono in comune attività e risorse, al fine di essere più innovative e competitive nel mercato in cui operano: questa modalità consente di superare aspetti critici che difficilmente riuscivano ad essere risolti nei raggruppamenti temporanei o di altri istituti giuridici finalizzati alla messa in comune di attività imprenditoriali.

Ecco perché la rete di imprese può essere considerata una leva strategica per affrontare la crisi, in quanto consente di usufruire di economie di scala e di specializzazione. Per questo, Unioncamere Emilia-Romagna con la collaborazione delle Associazioni di categoria regionali e provinciali e con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum, ha messo in campo un progetto nell’ambito dell’Accordo di Programma a livello nazionale stipulato tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Unioncamere nazionale, che si concluderà con il workshop “Crescere e competere con il contratto di rete” in programma lunedì 28 maggio nella sede di Unioncamere Emilia-Romagna a Bologna. La partecipazione è gratuita (per consultare il programma, adesioni ed iscrizioni www.ucer.camcom.it). Sono gli ultimi giorni per le preadesioni.

Nell’ambito del progetto sono stati realizzati 19 studi di fattibilità e si è contributo alla sottoscrizione di cinque contratti di rete; altri sono in via di perfezionamento.

“Abbiamo creduto fortemente e sostenuto fin dal principio il contratto di rete per le reali potenzialità dello strumento –dichiara Carlo Alberto Roncarati, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna – e il raggiungimento di questo risultato è il segnale che le imprese vogliono reagire e che è possibile restituire vitalità al nostro sistema economico. E’ necessario – aggiunge Roncarati – non fermarsi adesso, ma continuare a lavorare insieme per rendere sempre più il contratto di rete strumento a misura di impresa, intervenendo nella semplificazione delle procedure e degli aspetti tributari, facilitando l’inclusione di imprese estere nelle reti e agevolando la partecipazione alle gare pubbliche come previsto dallo Statuto delle imprese”.

“Il progetto per la promozione dei contratti di rete del sistema camerale regionale ha trovato positivo riscontro tra le imprese –sottolinea il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Ugo Girardi – Lo strumento ha fatto registrare un notevole sviluppo: alla metà di marzo 2012, i contratti di rete registrati presso il Registro Imprese delle Camere di commercio sono 305 e coinvolgono oltre 1.600 aziende in 19 diverse regioni. Nella graduatoria per regione -osserva Girardi – l’Emilia-Romagna è al secondo posto dopo la Lombardia, con 184 imprese aderenti a 49 contratti di rete”.

“Il contratto di rete –commenta Giuseppe Tripoli, garante delle Micro e Pmi, Ministero dello Sviluppo Economico- è lo strumento principale di una strategia che punta a fare in modo che le nostre imprese abbiano la “taglia giusta” richiesta dai mercati di riferimento. E’ un catalizzatore di imprenditorialità e moltiplicatore di potenzialità per il nostro sistema produttivo, ancor più importante in questa fase congiunturale”.
















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