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Festival Filosofia: sono “le cose” gli ingredienti dei “menu filosofici” 2012

Sono “le cose” gli ingredienti dei nove “menu filosofici” ideati da Tullio Gregory che verranno proposti dal 14 al 16 settembre in quasi 60 ristoranti ed enoteche di Modena, Carpi e Sassuolo. L’iniziativa, ormai consolidata, sottolinea la centralità del convito nella civiltà umana e ne celebra gli artefici di cucina e di bottega.

Tullio Gregory firma la sezione “cucina filosofica” del festivalfilosofia fin dalla prima edizione. Già professore di Storia della Filosofia alla “Sapienza” di Roma, fondatore del Centro Studi del Cnr sul Lessico intellettuale europeo, direttore dell’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere e arti, edita dall’Istituto Treccani, membro del Comitato scientifico del festivalfilosofia e noto gourmet, Gregory ha ideato menu per pranzi e cene filosofici all’insegna della tradizione e a partire dai prodotti tipici modenesi e della cucina dell’Emilia-Romagna.

Spiega Gregory: “Felice chi ha potuto conoscere le cause delle cose, canta Virgilio, riproponendo un ideale – e una ricerca – che ha accompagnato sempre l’umano pensiero. Noi, volendo evitare di perderci in sentieri che non conducono da nessuna parte, più terrigni, alla ricerca delle cause, che certo impegnerà nobili spiriti nel corso del festivalfilosofia, abbiamo preferito il gusto delle cose: soprattutto colte nella loro stabilità, nel loro giacere, seducenti, sulle nostre tavole, per divenire oggetto di esperienze tutte sensoriali, come si addice all’uomo che non vuole sfuggire al suo essere nel mondo”. Da qui l’idea di articolare i menu filosofici traducendo i vari temi di cui si parlerà nei giorni del festival – tutti molto appetibili, ma non sempre commestibili – in gustose realtà create dalla tradizione enogastronomica emiliana. Ecco dunque servito in tavola il patrimonio dell’umanità dei grandi bolliti e il relativo brodo accompagnato da tortellini e passatelli, le fritture che trasformano tutto in oro mostrando il loro carattere di feticci e fatticci, e poi la res absoluta per eccellenza della tavola modenese, il maiale, declinato in diverse portate: tigelle, gnocco fritto, prosciutto e affettati misti, gramigna con salsiccia, coppa arrosto, radicchio con pancetta e Balsamico Tradizionale, per finire col salame, stavolta di cioccolato. Non ti farai idoli è il menù dedicato ai vegetariani, dove si comincia con l’erbazzone e si finisce con il mirtillo nero dell’Appennino, passando per i tortelli di zucca e il tortino di patate di Montese. Agli smemorati si consigliano le cose che vivon nell’acqua, ricche di omega tre e di fosforo, ovvero acciughe, tonno, baccalà, aringhe e pesce gatto cucinati secondo ricette rigorosamente emiliane. Le cose prime e ultime non vogliono evocare temi apocalittici, bensì proporre i classici primi piatti della cucina emiliana e i suoi dolci, dai maccheroni alle tagliatelle al riso fino al bensone e alle altre torte tradizionali. Res venatoria, con lepri, fagiani e conigli, racchiude le migliori proposte per chi ama la cacciagione, così come soggetti e oggetti volanti si concentra sui volatili proponendo come piatto forte un gran misto di arrosti di piccione, faraone e anatre.

Un menù più semplice ma altrettanto saporito è il gusto delle piccole cose, pensato per le enoteche, dove i pasti sono più rapidi, all’insegna di parmigiano reggiano, pecorini di collina, affettati e lambrusche modenesi, per chi è comunque alla ricerca di cose, non di parole.

Non manca una soluzione veloce ed economica per pranzare e cenare, che permette di seguire i ritmi delle lezioni magistrali e di assaporare piatti e prodotti tipici della provincia di Modena. E’ la “razionsufficiente”, in vendita a 4,50 euro nei giorni del festivalfilosofia: un primo caldo, un secondo di carne o pesce, un contorno di verdura o legumi, pizze o panini con misti di formaggi o di affettati, frutta, dolce e acqua: tanti mix secondo la fantasia della bottega. Il cestino del pranzo è in vendita a Modena al mercato coperto Albinelli, vicino a piazza Grande, a Carpi al Circolo culturale Mattatoio, vicino a Piazzale Re Astolfo, e a Sassuolo in diversi esercizi tra Piazzale della Rosa e Piazza Garibaldi.

 

CUCINA FILOSOFICA 2012

 1.     Patrimonio dell’umanità

Passatelli o tortellini in brodo

Bollito misto

Cipolline in agrodolce

Purè di patate

Saba

Zuppa inglese o

Croccante del Frignano

 

2.     Feticci e fatticci

Maccheroni al torchio con salsiccia o

Strichetti prosciutto e piselli

Fritto misto all’italiana

Crostata con amarene brusche di Modena IGP

 

3.     Le cose prime e ultime

Maccheroni al pettine con ragu di anatra

Tagliatelle ai funghi porcini

Riso con la salsiccia

Bensone

Torta di tagliatelle

Pesche al cioccolato

 

4.     Non ti farai idoli

Erbazzone

Tortelli di zucca o

Tortelli con le erbette

Gnocchetti verdi di patate

Fagioli bianchi di Spagna in umido o

Tortino di patate di Montese

Spinaci burro e parmigiano

Mirtillo nero dell’Appennino

 

5.     Le cose che vivon nell’acqua

Spaghetti con le acciughe

Polpettone di tonno o

Frittelle di baccalà

Aringa con patate bollite o

Pesce gatto in umido

Radicchi verdi dell’orto

Fragole all’ABTM

 

6.     Res absoluta

Tigelle al lardo e gnocco fritto

Prosciutto di Modena DOP e affettati misti

Gramigna al torchio con salsiccia

Coppa di maialino arrosto

Radicchio verde con pancetta e ABTM

Salame di cioccolato

 

7.     Res venatoria

Tagliatelle al ragu di lepre

Coniglio alla cacciatora

Lepre in stufato o

Fagiano arrosto

Insalata verde

Pere al lambrusco

 

8.     Soggetti e oggetti volanti

Zuppa di cipolle o di verdure

Gran misto di arrosti: piccione, faraona, anatra

Friggione o Patate al forno con rosmarino

Tortelli dolci fritti col savor

 

9.     Il gusto di piccole cose – Menù per enoteche

Stria, gnocco al forno e pane comune

Prosciutto di Modena DOP e affettati misti

Parmigiano Reggiano 36 mesi, pecorini e ricotte fresche dell’Appennino

Pere dell’Emilia Romagna IGP e confettura di amarene brusche di Modena IGP

Selezione dei Lambruschi doc modenesi (Sorbara, Castelvetro e Salamino di Santacroce) e di bianchi modenesi (Trebbiano e Pignoletto).
















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