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Visita dei Garanti all’Istituto penale minorile “Pietro Siciliani” di Bologna

Desi Bruno e Luigi Fadiga, Garanti regionali delle persone private della libertà personale, e dell’infanzia e adolescenza, lo scorso 3 ottobre hanno visitato l’Istituto penale minorile “Pietro Siciliani” di Bologna. Si è trattato della prima occasione dopo l’insediamento del nuovo direttore, Alfonso Paggiarino, che ha accolto e accompagnato i Garanti nella visita.

Alcuni dati: a fronte di una capienza di 22 posti erano presenti 18 ragazzi ristretti, di cui 3 italiani. Una decina hanno già compiuto il diciottesimo anno di età.

Il personale è composto da un coordinatore dell’area tecnica e 2 educatori part-time a tempo determinato, con contratto in scadenza al 31 dicembre. 24 sono gli agenti di polizia penitenziaria in istituto, numero in difetto rispetto alla pianta organica. Appare evidente lo squilibrio numerico a svantaggio dell’approccio educativo: i Garanti raccomandano vivamente una specifica formazione del personale di custodia e sottolineano l’esigenza di personale dell’area educativa in numero adeguato.

Un medico dell’Asl è presente tre ore al giorno, la mattina, dal lunedì al sabato; in caso di urgenza viene chiamata la guardia medica, gli infermieri sono presenti mattino e pomeriggio. Negli ambulatori del presidio medico vengono effettuati i prelievi ritenuti necessari e lo screening per le malattie infettive. È garantita la presenza di uno psicologo. Da poco è stato predisposto un nuovo gabinetto dentistico.

Nell’istituto, appena ristrutturato, si soffre ancora l’inadeguatezza dell’area cortiliva e la mancanza di spazio verde. Gran parte dell’area esterna è ingombra di detriti, container, persino una gru, e materiali depositati dalla ditta che ha avuto l’appalto della ristrutturazione e che ha deciso di non rimuovere, lamentando gravi ritardi nei pagamenti. Per consentire ai ragazzi di usufruire di un malmesso campetto di calcio, si è dovuta costruire una gabbia di rete e ferro, simile ad una voliera.

Nel pomeriggio, 13 ragazzi erano in cella senza alcuna attività. Peraltro la situazione dei ragazzi sistemati in celle da 4 persone è del tutto inadatta alle loro necessità e favorisce il compiersi di condotte vessatorie.

Sono presenti due celle di isolamento che, per quanto riferisce la direzione, non vengono più utilizzate per finalità punitive, ma solo per motivi igienico-sanitari. La “punizione”, nei casi in cui viene ritenuta necessaria, consiste nell’allontanamento dalle attività.

Le criticità evidenziate danno all’istituto minorile l’aspetto di un vero e proprio carcere per adulti, dotato di sistemi di sicurezza attiva e passiva, grosse porte di ferro con spioncino e robusti cancelli per ogni cella; tavoli e letti cementati al suolo; sala colloqui scarna e disadorna. Una “carcerizzazione” in netto contrasto con le finalità sancite dal nuovo processo penale minorile, che predilige istituti alternativi alla detenzione, quali l’accoglienza in comunità o la “messa alla prova”, tenendo conto della necessità di interventi rieducativi e risocializzanti mirati alla giovane età dei ragazzi. Di conseguenza, anche l’atmosfera che si avverte è tipicamente “carceraria”: celle in disordine e non pulite, letti sfatti, muri sporchi, ragazzi in ozio e chiusi in cella nel pomeriggio.

Positive le attività del Teatro del Pratello a cura del regista Paolo Billi, che impegnano però solo 5 dei 18 presenti, per la preparazione del nuovo spettacolo, ma che lamenta le scarse risorse rese disponibili dagli Enti locali e con cui difficilmente si riuscirà a portare ancora a lungo l’esperienza, nonostante sia ormai riconosciuta a livello nazionale.

Positive anche le attività all’interno del laboratorio di cucina che, con i fondi provinciali e l’impegno dell’ente FOMAL, mantengono in formazione 9 ragazzi. Rimane, però, ancora non attivo l’utilizzo della cucina e dei ragazzi-cuochi per la preparazione dei pasti interni, sia per il personale che per i ristretti.

Il direttore si prodiga con grande volontà per fare uscire l’Istituto Pietro Siciliani da questa pesante situazione. Ma mezzi economici e fors’anche i sostegni dall’Amministrazione penitenziaria paiono essere del tutto insufficienti. I Garanti chiederanno a breve un incontro con il Capo dipartimento di Giustizia minorile, Caterina Chinnici, per coinvolgerla sulle criticità riscontrate.
















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