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Sciopero avvocati modenesi il 23 ottobre

Gli avvocati aderenti ai Giuristi Democratici di Modena partecipano all’astensione dalle udienze e dalle altre attività giudiziarie proclamata per il 23 ottobre 2012 e saranno presenti con una loro delegazione alla manifestazione pubblica che si terrà a Roma, lo stesso giorno, in Piazza della Repubblica

PERCHÉ

– l’accesso alla giustizia non può trasformarsi in un lusso o, peggio, in un privilegio per pochi. L’improvvido aumento dei contributi previsti in materia civile ed amministrativa, specie in caso di impugnazioni e richieste di sospensiva rappresenta un intollerabile attacco ai diritti dei cittadini, particolarmente quelli meno abbienti;

– l’introduzione di meccanismi di privatizzazione della giustizia civile, come la media-conciliazione obbligatoria o il c.d. “filtro” in appello comprimono irrazionalmente l’accesso alla giustizia dei cittadini e trasformano lo stesso servizio giustizia in un percorso ad ostacoli: il soddisfacimento dei diritti costituzionalmente garantiti rischia di divenire una mera previsione formale, mentre si continua a far scorrere su lenti e dissestati binari il processo civile, ormai agonizzante;

– la dignità e la preparazione del professionista devono essere valorizzate, non umiliate. La surrettizia reintroduzione dei parametri di valore delle prestazioni legali (drasticamente diminuiti, quando non dimidiati) costituisce un vulnus alla dignità dell’attività professionale dell’avvocato; in modo incoerente rispetto al decantato spirito liberalizzatore che aveva ispirato l’abrogazione del tariffario forense, il provvedimento governativo determina conseguenze gravi sulla categoria, a partire dai giovani avvocati;

– la revisione delle tariffe produrrà, quale prevedibile effetto per il cittadino, prestazioni professionali scadenti e sostanziale mancanza di tutela in caso di patrocinio non idoneo ad esclusivo vantaggio dei clienti “forti” (banche, assicurazioni, finanziarie, aziende);

– la libertà, l’autonomia e l’indipendenza dell’avvocato sono un bene irrinunciabile per la giustizia e la società. La confermata previsione dell’ingresso del socio di capitale negli studi professionali condurrà ad un professionista non più libero, assoggettato al socio “macrocliente”: un avvocato non più mosso soltanto dalla ricerca dell’interesse del proprio assistito, chiamato invece a rispondere ad altre richieste, che non mirano al buon andamento della giustizia, bensì al condizionamento, a proprio vantaggio, dei servizi legali;

– gli interventi governativi sulla geografia giudiziaria si caratterizzano per l’irrazionalità e l’inadeguatezza, oltre che per l’inutilità rispetto agli annunciati – ed astrattamente condivisibili se non necessari – obiettivi di razionalizzazione ed efficienza di sistema; si lasciano importanti territori senza presidi di giustizia, compromettendo seriamente la piena fruibilità dei diritti dei cittadini, in adesione alla logica draconiana del “taglio lineare” e del disconoscimento delle singole situazioni locali.

Nel territorio modenese la situazione risulta particolarmente preoccupante alla luce della soppressione, recentemente disposto dal governo, di tutte le sezioni distaccate di Tribunale da tempo immemore esistenti (Carpi, Sassuolo e Pavullo nel frignano) e di tutti gli uffici del Giudice di Pace che erano stati costituiti a Pavullo nel Frignano, Sassuolo, Vignola, Carpi, Mirandola e Finale Emilia; con ciò riportando la situazione degli uffici periferici agli inizi del XVIII e costringendo i cittadini della provincia di Modena e i suoi oltre 700.000 abitanti a gravitare sul capoluogo con ovvi intasamenti degli uffici e che comporterà un allungamento dei processi assolutamente intollerabile, e servizi sempre più scadenti per i cittadini, peggiorando ulteriormente la qualità della giustizia italiana non a caso e da tempo condannata come la peggiore tra tutti i paesi europei e Ocse per quanto riguarda la durata dei processi.

CONTRO IL TENTATIVO DI DEQUALIFICAZIONE DELLA PROFESSIONE, PERCHE’ INDEBOLIRE IL RUOLO DELL’AVVOCATO SIGNIFICA DANNEGGIARE IL CITTADINO E CONTRO QUESTO ATTACCO SENZA PRECEDENTI AL SISTEMA DELLA GIUSTIZIA NELLA NOSTRA PROVINCIA E.

PERCHÉ LA GIUSTIZIA NON DIVENTI UNA MERCE, SEMPRE PIÙ SCADENTE NELLA NOSTRA PROVINCIA, DI CUI IL CITTADINO È CONSIDERATO L’ACQUIRENTE, MA POSSA TORNARE AD ESSERE CONSIDERATA UN DIRITTO COSTITUZIONALMENTE GARANTITO.

Il Coordinatore Provinciale – Avv. Fausto Gianelli

 
















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