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Life Rels, giornata di studi “Verso la sostenibilità nella pratica e gestione dei rifiuti”

Un Museo dei rifiuti per Reggio, uno spazio pensato per diffondere la cultura del riciclo che insegna a considerare lo scarto come una risorsa, uno spazio interattivo capace di educare coinvolgendo il visitatore. Reggio lancia quindi proposte e offre nuove occasioni di confronto sul fronte delle politiche ambientali. E mercoledì, durante la giornata di studi “Verso la sostenibilità nella pratica e gestione dei rifiuti” organizzata dalla Provincia di Reggio in collaborazione con il progetto LIFE “RELS” nell’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio in viale Allegri, oltre a un bilancio sui risultati raggiunti dal progetto avviato nel gennaio 2010 e che si concluderà nel prossimo giugno, si è guardato avanti, a nuove ipotesi per mettere in rete le esperienze di diverse città (come il “Museo A come Ambiente” di Torino, Palazzo verde di Genova e Capannori in provincia di Lucca). A quello che, come è stato più volte ribadito dai relatori, rappresenta “un cambio di paradigma culturale”.

Reggio si è infatti detta disponibile alla creazione di una rete di musei capaci di promuovere, attraverso l’educazione, la scoperta e la conoscenza delle opportunità di trasformazione del rifiuto in risorsa, perché molto di quanto viene scartato può trovare nuova vita. Come dice Giovanna Sartori della Fabbrica del riciclo di Genova, si può passare dal “consumismo” al “riconsumismo” e, come spiega il rifiutologo Mario Santi, stimolare un “atteggiamento proattivo” tra i cittadini.

Dopo aver tracciato un bilancio del lavoro svolto dalla Provincia sul tema dei rifiuti e dovendo fare i conti con il riordino degli enti, l’assessore all’Ambiente Mirko Tutino lancia una proposta: “Creare il Museo dei rifiuti nel vecchio inceneritore di Cavazzoli, un modo per raccontare il percorso di una città che ha scelto di abbandonare l’incenerimento dei rifiuti per incrementare ulteriormente la raccolta differenziata e realizzare un impianto TMB (Trattamento meccanico biologico dei rifiuti). Se non ci sarà la Provincia a farlo, ci saranno i sindaci”.

Anche la creazione di uno spazio capace di comunicare educando il cittadino è innovazione, perché il cambiamento passa sempre attraverso la conoscenza. L’educazione diventa quindi un aspetto fondamentale per fare passi avanti nella gestione sostenibile delle risorse. Lo ripetono gli amministratori, come l’assessore comunale alle Risorse del territorio del Comune di Reggio Emilia Ugo Ferrari che invoca “un cambio di rotta”, perché si può e si deve far meglio creando “un’economia del riciclo, ma anche una cultura del riciclo”, e gli studiosi dell’Università che evidenziano l’importanza di unire “soluzioni tecnologiche a processi culturali”. Per il Ministero dell’Ambiente la parola d’ordine sul tema dei rifiuti è “prevenzione”, come evidenzia Federica Incocciati della direzione generale ministeriale.

L’attività del progetto RELS, grazie ai ricercatori del Dismi (Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia), si è concentrata sull’aspetto scientifico-tecnologico del riciclo dei rifiuti con la progettazione di due architetture per il ciclo integrale di gestione rifiuti nei parchi naturali (Parco della Sila e Parco delle Foreste Casentinesi) e con lo sviluppo di uno strumento (Biomass management tool®) per la stima di figure di merito energetiche, ambientali ed economiche ottenute attraverso la combinazione di impianti per il trattamento dei rifiuti al variare delle loro tipologie e quantità. Allo stesso tempo il progetto RELS ha realizzato iniziative educative e informative come il corso e-learning che ad oggi ha avuto quasi mille partecipanti o il corso di giornalismo ambientale.

“La scelta dei parchi naturali – spiega Alberto Bellini, project manager del progetto LIFE RELS – non è casuale, ma una necessità perché questi parchi hanno un’elevata visibilità tra il pubblico. A questo si aggiunge l’approfondimento scientifico” che offre utili indicazioni agli amministratori sulle scelte da intraprendere. Il progetto mostra concretamente come l’uso combinato delle tecnologie di recupero rifiuti consenta di aumentare lo sfruttamento del potenziale energetico di alcune frazioni di rifiuti raccolte in forma differenziata dal 25% al 50% e ridurre in maniera significativa l’emissione di CO2.

“Una società fondata sul riciclaggio è possibile”. Lo ricorda anche Enzo Favoino della Scuola agraria del Parco di Monza, che evidenzia il fatto che grazie al recupero dei rifiuti si potrebbero creare 60mila posti di lavoro. L’investimento sulle politiche ambientali è dunque anche politico-strategico. Se poi il riciclo è “a Km 0”, come dice Duccio Bianchi, direttore dell’Istituto di ricerche di Ambiente Italia, si possono creare “nuove opportunità industriali”.

Nella giornata di lavori, organizzata nell’ambito della “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti”, è stato anche presentato il “Manuale di buone pratiche di gestione sostenibile dei rifiuti” legato al progetto LIFE “RELS”. Per ora il manuale, realizzato dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con Lab&Lab srl, è una bozza ma sarà pronto entro il mese di marzo. Il testo raccoglie 20 buone pratiche nel ciclo dei rifiuti e cerca di fornire numeri, un quadro metodologico, esperienze pratiche con indicatori di progettualità.

“Ancora una volta – ha concluso Pinuccia Montanari, responsabile del “Progetto sostenibilità ambientale” della Biblioteca dell’Università di Modena e Reggio Emilia – il progetto RELS è un’occasione per riflettere sul governo del ciclo dei rifiuti, sulle esperienze virtuose e su una nuova cultura dei rifiuti” o meglio “materiali post consumo”.

Il progetto Life-Rels

Il progetto “Innovative chain for energy REcovery from waste in naturaL parkS”, che coinvolge il Dismi (Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Reggio Emilia), il Comune di Reggio Emilia, la Provincia di Cosenza (Parco Nazionale della Sila) e la Provincia di Forlì-Cesena (Parco delle Foreste Casentinesi), prevede lo sviluppo di sistemi di recupero dei rifiuti a ridotto impatto ambientale per applicazioni dedicate ai parchi naturali.

Avviato nel gennaio 2010, il progetto si concluderà nel giugno 2013. Sul fronte dell’educazione ambientale il progetto Rels ha attivato un corso on line di gestione dei rifiuti che ha visto la partecipazione di 940 persone da tutta Italia (http://www.eco-ambiente.unimore.it). E’ stato poi sviluppato uno strumento previsionale per la progettazione del ciclo integrato dei rifiuti (Biomass management tool®) per la stima di figure di merito energetiche, ambientali ed economiche ottenute attraverso la combinazione di impianti per il trattamento dei rifiuti al variare delle loro tipologie e quantità. Si tratta di uno strumento che permette di analizzare la combinazione di impianti di smaltimento (discariche e inceneritori); impianti di compostaggio e digestori; impianti di recupero della frazione secca pesante e impianti di gassificazione.

I ricercatori del Dismi hanno anche preparato il progetto preliminare di due architetture per il ciclo integrale di gestione rifiuti nei parchi naturali. La prima prevede l’uso di impianti per il recupero energetico e di impianti di recupero di materia per la frazione secca pesante, la seconda l’uso combinato di tecnologie di digestione anaerobica, gassificazione, e impianti di recupero di materia per la frazione secca pesante.

Informazioni e aggiornamenti sui risultati del progetto Life Rels “Innovative chain for energy REcovery from waste in naturaL parkS” sono disponibili on line: www.life-rels.eu e www.life-rels.org.
















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