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“Intervista sull’uomo”, intervista a Don Giuseppe Dossetti: domani la presentazione a Reggio

Si intitola «Intervista sull’Uomo» il libro-intervista a Don Giuseppe Dossetti, scritto da Sara di Antonio per i tipi di Aliberti editore, che sarà presentato venerdì 30 novembre alle 17,30 all’Hotel Posta di Reggio Emilia.

Nel trentennale dell’attività del Centro di Solidarietà di Reggio Emilia, questo libro ripercorre i grandi filoni che hanno contraddistinto il lavoro del centro, di cui Don Dossetti è presidente: dal concetto di dipendenza -che non riguarda solo le persone che hanno problemi con la droga ma tutti noi- al ruolo delle famiglie nel processo di recupero, alla filosofia del Progetto Uomo e dell’auto-mutuo-aiuto. In questo dialogo, si sviluppano anche temi centrali per comprendere la società attuale, come l’esperienza del CeIS nel contrasto delle nuove droghe, più nascoste e invasive, e il cambiamento nell’uso e nella percezione di queste sostanze, che si sono diffuse in modo capillare e sono utilizzate anche da persone «insospettabili», ma non per questo non meno bisognose d’aiuto.

Ma le sfide affrontate dal nipote del Costituente non si fermano qui: e l’intervista diventa l’occasione per affrontare le nuove emergenze sociali. Che si tratti di minori, immigrati o nuove povertà, l’approccio di Don Dossetti è sempre quello di offrire una risposta innanzitutto spirituale alle grandi domande che affliggono il nostro tempo. Tra responsabilizzazione e accoglienza, il mondo del CeIS è composto non solo dagli operatori, pilastro insostituibile, ma anche dai volontari, così pure dalle famiglie, che con il loro bagaglio di sofferenza già elaborata possono aiutare a instillare la speranza in chi si trovi a vivere analoghe situazioni.

E nel frattempo, la città di Reggio è profondamente cambiata, e da qui parte una riflessione su come si sia evoluto nel mondo reggiano della solidarietà e dei servizi assistenziali. Nel capitolo intitolato «I progetti», Dossetti avanza la proposta di creare una struttura di immediata accoglienza residenziale per le persone, anche italiane, espulse dalla propria abitazione. Un’altra idea per il futuro è quella di seguire in modo differenziato persone la cui di¬pendenza richiede azioni specifiche, come i giovanissimi o i consumatori di cocaina. Inoltre emerge l’ipotesi di una scuola, rivolta sia agli stranieri sia ai ragazzi del programma, dove si potrebbe insegnare l’italiano o le pulizie, tenere un seminario di storia o creare un evento. Ma tra i sogni vi è pure quello di una casa di acco¬glienza dove ospitare persone a rischio di emarginazio¬ne e barbonismo che non hanno un’au¬tonomia sufficiente per vivere secondo i canoni della cosiddetta normalità.

L’ultimo capitolo, dedicato a «La Chiesa», è quello di più stringente attualità: qui si analizzano i rapporti tra i cattolici e la politica, la definizione di famiglia tra matrimonio e convivenza, lo status dei divorziati di fronte alla Chiesa (e coraggiosamente Dossetti ne caldeggia la riammissione ai sacramenti) e anche l’emergere mediatico di grandi uomini di Chiesa (don Gallo e don Panizza su tutti).

Il libro, ricco di citazioni sia evangeliche sia di pensatori come Pascal e Ardigò, si conclude con l’inevitabile richiamo al pensiero dossettiano, con il riferimento al «Discorso di Cavriago» dello zio del sacerdote: «Il compito della politica è prima di tutto ridare coraggio. Molti nostri concittadini sono impauri¬ti e pessimisti, forse perché non sono stati aiutati a leggere i fenomeni mondiali in chiave costrut¬tiva. Tutti abbiamo esultato quando, nel 1989, i muri sono crollati, ma dovevamo aspettarci che il mondo ci arrivasse in casa. Non possiamo gioire per le cause e deprecarne gli effetti. Per questo, penso che sia importante abituarsi a una solida¬rietà senza confini, abituarsi a pensare avendo come orizzonte il mondo. Dopo tutto, io sono nato a Cavriago e, come scriveva mio zio nella citazione che apre il capitolo, considero come lui necessario guardare lontano, praticando una so¬lidarietà senza confini».
















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