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Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola, intervento del direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Mariella Martini

Prosegue il lavoro dell’AUSL per assicurare il completo rispristino e funzionamento dell’Ospedale di Mirandola. L’Ospedale, evacuato dopo la prima scossa del 20 maggio, è stato progressivamente rimesso in funzione, man mano che parti dell’edificio venivano messe in sicurezza, con interventi che ne hanno consolidato le strutture e ripristinato e migliorato le finiture e le tecnologie. Gli interventi effettuati e quelli in corso hanno restituito all’uso gran parte del complesso ospedaliero e lo hanno reso più sicuro, funzionale ed accogliente.

Sarà tuttavia necessario ancora un anno circa per completare la ristrutturazione e l’adeguamento impiantistico delle aree destinate alla Lungodegenza, nonché dell’Ostetricia e Ginecologia e del Pronto Soccorso, che sono ora temporaneamente collocati in are diverse che già accoglievano e che torneranno ad accogliere tali funzioni; l’investimento complessivo ammonta ad oltre 20 milioni di euro.

L’Ospedale di Mirandola è fondamentale per il territorio dell’Unione area nord e con il nostro impegno e quello di tutti gli operatori, giorno dopo giorno, tra circa un anno, sarà una struttura completamente rimessa a nuovo, con una dotazione di posti letto e discipline mediche e chirurgiche che rispetti pienamente le previsioni del PAL e che funzioni e sia riconosciuta come componente irrinunciabile della rete ospedaliera modenese.

Le attività di assistenza ospedaliera sono garantite nell’Ospedale di Mirandola in condizioni strutturali e logistiche adeguate, anche se ancora non ottimali a causa della dotazione di posti letto non ancora completa, soprattutto nell’area internistica (che poteva contare su 154 posti letto prima del terremoto, mentre attualmente ne sono utilizzabili 87 per le funzioni di medicina interna, pneumologia, cardiologia e lungodegenza post acuzie e riabilitazione estensiva).

Tutte le specialità mediche e chirurgiche presenti in precedenza sono attualmente operative; oltre alle già citate discipline internistiche sono tornate in funzione l’Ostetricia e Ginecologia e la Pediatria, la Chirurgia Generale e l’Ortopedia), e gli organici sono sostanzialmente invariati, fatte salve specifiche situazioni di carenza temporanea, legata alla difficoltà nel reperire specialisti di alcune discipline (cardiologi, ortopedici, pediatri), peraltro le procedure per il reclutamento di tali specialisti sono già in corso.

L’organizzazione dell’assistenza, proprio come previsto nel PAL e come sta avvenendo in altri ospedali della Provincia di Modena e della Regione, è stata strutturata per Aree Omogenee per intensità di cura: un’area ad alta intensità di cura per i pazienti che hanno bisogno di monitoraggio delle funzioni vitali, un’area a media intensità per i pazienti che non sono in condizioni critiche ed un’area dedicata all’assistenza post acuzie ed alla riabilitazione estensiva, propedeutica alla dimissione protetta.

Questo modello di assistenza garantisce ai malati il livello di cure mediche ed infermieristiche più adeguato ai loro bisogni e consente un più efficiente utilizzo dei posti letto, esigenza particolarmente importante in un ospedale che non dispone ancora di tutti i letti di cui dovrà tornare a disporre.

L’assistenza ospedaliera strutturata per intensità di cura valorizza le competenze degli infermieri e dei tecnici e richiede una buona programmazione e strutturazione del lavoro di équipe multidisciplinare da parte dei medici specialisti. Si tratta di una esperienza fortemente innovativa, che ha certamente bisogno di un attento monitoraggio e supporto da parte della Direzione, per facilitarne lo sviluppo ed apportare gli eventuali correttivi necessari a migliorare il lavoro di tutti gli operatori e la soddisfazione delle persone prese in cura, ma richiede anche la disponibilità dei professionisti a modificare le consuetudini, nell’ottica del rafforzamento della collaborazione tra professioni diverse e della collaborazione tra il sistema dell’assistenza ospedaliera e quello delle cure sul territorio.
















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