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PRC Montecchio Emilia: “Osservazione alla variante al Piano Regolatore Generale del comune”

L’Osservazione alla variante al Piano Regolatore Generale del comune di Montecchio Emilia, approvata con delibera del Consiglio Comunale n° 30 del 23 aprile 2012, depositata dal Circolo di Montecchio Emilia di Rifondazione Comunista.

Il Partito della Rifondazione Comunista, circolo di Montecchio Emilia con sede in via Don Pasquino Borghi n°10, nelle persone del consigliere comunale Giorgia Riccò e del Segretario del circolo di Montecchio Gianfranco Fontanili, presa visione della documentazione pubblicata con la delibera in oggetto e preso atto delle variazioni alla previsione urbanistica in merito alla viabilità extraurbana in essa contenute con riferimento alla nuova bretella a Sud-Ovest dell’abitato, osserva quanto segue.

1) Preso atto che: per avviare la variante occorre un progetto preliminare con uno screening da sottoporre all’autorità competente per questi progetti (Provincia); che è in fase di adozione il nuovo strumento urbanistico imposto dalla legge 20/00 che prevede il PSC; che il Comune di Montecchio Emilia ha già elaborato il documento preliminare di tale strumento ed è pronto ad adottarlo; che in tale strumento è prevista tale bretella:

non è chiaro perché ci sia così tanta fretta che porti a proporre una variante al PRG (strumento in fase di dismissione) con la quale inserire la nuova strada.

Questo metodo va a comportare, inoltre, un aumento almeno delle spese di progettazione, dato che una variante ad hoc ha costi maggiori rispetto ad una previsione già contenuta nel PSC.

2) Tali opere sono ammesse dallo strumento regionale PRIT (Piano Regionale Integrato dei Trasporti), ma il PTCP della Provincia di Reggio Emilia non prevede tale variante stradale, anzi prevede, in conformità al PRIT, la realizzazione di un asse Ovest-Est che passa più a Sud interessando le province di Parma e Reggio Emilia, rendendo praticamente inutile questa infrastruttura viaria.

3) Nonostante la dichiarata urgenza sono incogniti i tempi di realizzazione.

4) L’opera attualmente non è completamente coperta finanziariamente.

Sarebbe auspicabile risparmiare ed avere una visione di area vasta, per la quale la politica dovrebbe uscire dalla visione localistica ed entrare nella visione a rete, dialogando con i territori limitrofi e mettendo in gioco le risorse.

Il Comune di Montecchio Emilia si dovrebbe fare promotore per la realizzazione di un 1° stralcio della direttrice che passa a sud dell’abitato, prevista nel PSC in via di approvazione, coinvolgendo con la stessa forza comuni, province e regioni per pensare veramente di realizzare un’opera utile che non risulti obsoleta e superata dopo pochi anni.

5) Nel PSC – Documento preliminare al capitolo 5.1 “Mobilità veicolare: gli assi strategici”, paragrafo “L’obiettivo strategico di lungo periodo” si afferma: (…) superando una delle attuali criticità (ponte sull’Enza di standard sicuramente non più del tutto coerente con le normative ed i requisiti delle nuove viabilità).

Nel contempo nella Relazione di screening sopra citata al capitolo 3.3 “Valutazione preliminare degli impatti – 3.3.1 Inquinamento atmosferico” si dichiara: (…) Questa stessa caratteristica di miglioramento della performance trasportistica tuttavia fa prevedere una maggiore appetibilità del collegamento non solo per i veicoli pesanti, ma anche per i veicoli leggeri, e dunque un aumento del flusso veicolare e con esso delle emissioni. (…)

Si fa notare che, in riferimento al carico veicolare sopportato dall’attuale ponte sull’Enza, le due affermazioni sono in palese contrasto e che perciò la verifica eseguita vada a confermare che il ponte si aggraverà di un aumento di traffico che non è in grado di sostenere.

6) E’ stato commissionato dal Comune di Montecchio Emilia uno screening (ai sensi della L.R. 9/99 e smi) eseguito dallo Studio Associato di Ingegneria Gasparini.

Tale screening risulta fatto in fretta, grossolanamente, con molte imprecisioni e con molti argomenti mancanti.

Si fa notare che:

6.1) L’area nello studio non è stata identificata sia in termini di confini naturali né in termini di criterio geometrico.

6.2) In merito alla Prima parte – Quadro di riferimento programmatico:

Nel cap. 1.3 non si capisce cosa si voglia affermare.

Il PRIT prevede piccole bretelle come circonvallazioni negli abitati. Le tavole del PTCP allegate sono fuorvianti perchè danno l’impressione che la strada sia prevista dal piano provinciale. Le tavole del PTCP da nessuna parte indicano la bretella come parte integrante del sistema provinciale della mobilità, anzi prevede un sistema viario che attraversa le due province (come da PRIT) a Sud dell’abitato di Montecchio. Oltre ai vincoli ambientali individuati in relazione il PTCP inserisce l’area in zona di protezione delle acque sotterranee nel territorio pedecollina-pianura e nello specifico (Tav. 10) mostra la presenza di un acquifero di tipo A, caratterizzato da ricarica diretta. In questo settore la provincia richiede specifiche tipologie di opere per regimare le acque di prima pioggia per le nuove opere sia di urbanizzazione che infrastrutturali, opere che devono essere contemplate nel progetto. Inoltre il PTCP sull’area individua progetti e programmi integrati di valorizzazione del paesaggio (il progetto di riqualificazione della media fascia fluviale del fiume Enza). Il PTCP, entrato in vigore dopo l’emanazione della legge urbanistica regionale 20/00, ha recepito quello che era contenuto nel PRG di Montecchio Emilia (approvato prima dell’entrata in vigore della legge 20/00), infatti l’area è definita dall’art. 81 delle NTA come zona di particolare interesse naturalistico in ambito fluviale. Tale dicitura, che è obsoleta, era riferita al progetto di riqualificazione del fiume Enza e come tale, con appropriate modifiche di nomenclatura, è stata recepita dal PTCP. In tale ambito sono vietate le realizzazioni di infrastrutture viarie perchè la vocazione naturalistica è maggioritaria rispetto a quella edificatoria. Nel paragrafo si afferma che sono vietate anche le piste camionabili, di loro natura provvisorie, che rappresenta è un rafforzativo del divieto di costruire opere viarie, non il contrario.

 

6.3) Vale la pena riportare alcuni stralci di ciò che il PTCP propone nel progetto Val d’Enza e Pianura occidentale, sottolineandone le peculiarità espresse.

Comuni interessati: Brescello, Poviglio, Gattatico, Campegine, Castelnuovo Sotto, S.Ilario d’Enza, Montecchio, SanPolo, Bibbiano, Canossa, Vetto, Ramiseto.

Contesti paesaggistici di rilievo provinciale che caratterizzano l’ambito FASCIA FLUVIALE DEL TORRENTE ENZA

Caratterizzazione e valori

(…) alta pianura: (S.Polo-Montecchio), limitato dalla strada provinciale e caratterizzato dalla relazione dei terrazzi fluviali con il territorio agricolo, con modesta fascia ripariale arboreoarbustiva e aree di importante interesse naturale, ampie visuali limitate in parte da insediamenti lineari lungo strada; (…)

Temi-obiettivo generali

a. Valorizzazione del paesaggio rurale

– conservazione dell’integrità dei paesaggi agrari lungo il fiume attraverso: la ricostruzione morfologica di fasce boscate perifluviali, l’integrazione con le aree agricole alla fascia fluviale, il miglioramento della connettività lungo i canali di bonifica in relazione alle aree di riequilibrio ecologico esistenti, il sistema delle casse di espansione delle acque di scolo, e il sistema del verde urbano dei centri connettibili al fiume (in particolare tra S. Ilario d’Enza e Montecchio e tra S. Ilario e Sorbolo);

c. Qualificazione di particolari beni

(…)

• indirizzare le azioni sul territorio ad una valorizzazione a fini agro-ambientali, paesaggistici e ricettivi, le quali basandosi sulla reinterpretazione dei segni del paesaggio, documentino le trasformazioni naturali e culturali del contesto;

3. Strategia d’ambito

(…)Il Fiume Enza costituisce inoltre un corridoio ecologico fluviale fondamentale e va inteso come asse portante di un potenziale “Parco fruitivo ecologico”, spina blu e verde cui agganciare azioni di ripristino formale e funzionale dei territori e dei centri urbani rivieraschi.

Strategie tematiche sistema ambientale e territorio rurale

(…)

gestione del territorio rurale orientata alla salvaguardia dell’acquifero e dell’agroecosistema dei prati stabili;

4. Obiettivi di qualità ed indirizzi di valorizzazione e tutela

a. Valorizzazione del territorio rurale

– salvaguardare il territorio dal consumo di suolo, dalla diffusione insediativa e di attività estranee all’agricoltura;

– salvaguardare il fondamentale ruolo di connettività ecologica delle campagne verso i corridoi fluviali e favorire il riequilibrio dell’ecosistema agricolo incentivando interventi compensativi a carattere naturalistico da collegare alle trasformazioni;

– incentivare il consolidamento delle identità locali legate alla grande varietà colturale dell’ambito, caratterizzato dall’alternanza di vigneti, prati stabili, aziende zootecniche, con paesaggi diversificati ed a tratti sufficientemente integri;

(…)

b. Riqualificazione insediativa e linee di sviluppo urbanistico compatibili

(…)

– rilanciare la centralità di Montecchio valorizzando la possibilità di connessione alla linea ACT Reggio Ciano attraverso una linea di trasporto in sede propria;

c. Valorizzazione di particolari beni

– conservare e qualificare il carattere naturale dei bordi boscati fluviali, individuando le aree agricole adiacenti e i sistemi di beni storici ad esse collegate su cui evitare di interventi di nuova edificazione, e conservare la leggibilità del rapporto tra bordo boscato e aree prative;

(…)

E’ interessante notare come per il Comune di Montecchio si parli di ripristino della linea ferroviaria, mai preso in considerazione nel PSC in via di approvazione.

6.3) In merito alla Seconda parte – Quadro di riferimento progettuale

Per la tipologia di opera si inserisce nell’allegato B.2.40 strade extraurbane secondarie. Il progetto preliminare prevede parte del tracciato in scavo o trincea anziché in rilevato. La relazione geologica mette in risalto, così come il PTCP, il fatto che la profondità della falda è molto bassa, quasi superficiale, e questo potrebbe provocare interferenza con la falda freatica (siamo in area ad alta vulnerabilità dell’acquifero). Quindi il progetto preliminare va ridefinito nella parte legata al tracciato.

6.4) In merito alla Terza parte – Quadro di riferimento ambientale

Manca nella parte ante operam il dato più significativo a supporto dell’opera, cioè la mobilità: mancano i dati sui flussi di traffico attuali che giustifichino l’opera dai quali si possa, in questa fase, stimare in modo qualitativo gli impatti sui recettori sensibili. Mancando le aree d’influenza e i dati di traffico, tutta l’analisi è opinabile.

Nel capitolo 3.1.3 Componente atmosfera mancano i dati recenti pubblicati dalla stazione mobile dell’ARPA e quelli relativi alle PM10 (come mai?).

Nel capitolo 3.1.5 Componente acque superficiali e sotterranee manca la ricostruzione dell’andamento dei deflussi della falda (che è presente però nella relazione geologica). Non ci sono misurazioni di livelli piezometrici in pozzi o piezometri nel tempo. Questi dati, in relazione alla vulnerabilità dell’acquifero, sono importanti per definire la protezione della risorsa acqua così come definito dal piano provinciale protezione acque.

Nel capitolo 3.1.8 Componente rumore non si presenta alcuna misura ante-operam, anche se il dato è di rilevante importanza per definire le misure di mitigazione degli impatti sonori. Sarebbe necessario fare una campagna di monitoraggio da utilizzare come fondo.

Perciò gli impatti stimati derivati dal rumore non sono coerenti con l’analisi in quanto sono stime senza dati né di fondo né di previsione.

In questo capitolo si afferma, appunto, che ”(…) i rilievi di traffico a disposizione non forniscono tutte le informazioni necessarie per eseguire simulazioni atte a determinare la situazione acustica post-intervento”.

Ciò rafforza l’opinione che non ci siano dati che giustificano l’opera.

6.4) In merito al capitolo 3.2 – Descrizione sintetica dei criteri utilizzati per la stima preliminare degli impatti

Va fatta una considerazione generale sul metodo adottato che da lo stesso peso a tutti i fattori di impatto in una sorta di somma algebrica di termini positivi e negativi. In realtà il peso che ogni impatto ha è diverso, ad esempio il rumore sarà più pesante della fauna, l’atmosfera peserà di più del sociale ecc. La tabella va rivista in tal senso, tenendo conto che con le lacune di analisi già evidenziate (come la mancanza delle PM10 nella parte atmosfera) probabilmente non si è giunti a una valutazione corretta.

6.5) Mancano rendering fotorealistici per valutare l’inserimento dell’opera nel contesto paesaggistico-territoriale.

Tali osservazioni sono frutto della nostra volontà di operare per il bene dei cittadini montecchiesi nel presente e nel futuro, con una visione lungimirante che vada a utilizzare le limitate risorse nel migliore dei modi, senza sprecarle in soluzioni che nascono già provvisorie perché superate dagli stessi strumenti di programmazione che le prevedono. Opere che, tra l’altro, avranno un forte impatto negativo sull’ambiente e sul paesaggio e che non si possono in alcun modo definire “sostenibili”, andando di fatto a sommarsi alle infrastrutture già realizzate negli ultimi anni che, seppur talvolta utili, hanno deturpato il nostro territorio, snaturandolo e invadendo pesantemente le zone agricole fondamentali per il nostro sistema produttivo-alimentare.

Ci si auspicherebbe, infine, che tali importanti decisioni venissero sottoposte alla cittadinanza attuando una vera partecipazione, permettendo a chi vive il paese di non subire queste decisioni, ma appunto di esserne partecipe.

 

 
















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