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Memoria. Presidente Costi a cerimonia strage Monchio: “Germania riconosca risarcimenti a famigliari vittime, crimine contro umanità”

Pur a 69 anni di distanza, la strage di Monchio, Susano, Costrignano e Savoniero è ancora “una ferita aperta della nostra storia”, non solo “per l’atrocità dei fatti” ma anche per “il doloroso” e “necessario percorso che sta portando a ricostruire una verità giudiziaria attraverso le sentenze del Tribunale di Verona”. Per questo motivo, la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Palma Costi, si unisce alle amministrazioni locali “nella richiesta al governo tedesco di rendere esecutiva la sentenza nelle forme e nei modi che verranno concordati, e di riconoscere il giusto risarcimento ai famigliari e alle comunità coinvolte”.

La presidente Costi è intervenuta questa mattina a Monchio di Palagano, in provincia di Modena, alla cerimonia ufficiale per ricordare l’eccidio nazifascista che il 18 marzo 1944 costò la vita a 136 persone. Presente, con il primo cittadino di Palagano, Fabio Braglia, anche il sindaco di Sant’Anna di Stazzema, altro luogo teatro di un efferato eccidio nazista durante la Seconda guerra mondiale, Michele Silicami. “Commemorare un evento come questo vuol dire pretendere una verità storica e giudiziaria affinché non venga derubricato a episodio di guerra”, spiega Costi, per la quale il massacro costituisce senza dubbio “un crimine contro l’umanità, una fattispecie nuova di reato che deve avere un suo riconoscimento giuridico”.

Inoltre, la presidente dell’Assemblea assicura di appoggiare e sostenere “con fermezza” il conferimento della medaglia d’oro al valor civile al Comune di Palagano, “per le enormi sofferenze subite dalla sua popolazione, decimata dalla strage e per l’impegno profuso nella ricostruzione del paese dopo le rovine della guerra”: per Costi, infatti, “la storia della nostra Resistenza è la storia della nostra gente”, di “emiliano-romagnoli che hanno prima dato il loro sangue poi costruito e rafforzato la comunità regionale” in un percorso di “crescita in parallelo con le istituzioni”. E questo percorso “da qui, da questi luoghi”, finisce per portare “all’Europa che i nostri padri hanno costruito per dare i natali alla Nazione dei diritti”. Un progetto, quello dell’Unione europea, che ora “è in preda ad una crisi identitaria su cui è necessario lavorare con la massima attenzione”: “da molti è percepita come senz’anima”, come “l’Europa dei burocrati di Maastricht, dell’Euro e dello spread”, quando invece, chiude Costi, dovrebbe “promuovere una società democratica, aperta e solidale, forte dei valori comuni dell’identità e della cittadinanza europea”.
















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