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Duecentocinquanta persone per la Rassegna corale solidale Città di Casalgrande

Rassegna-corale-solidaleDomenica 14 aprile, all’interno della Chiesa Madonna del Lavoro di Casalgrande, oltre duecentocinquanta persone hanno assistito alla Nona Rassegna corale solidale di canto popolare intitolata «Città di Casalgrande», e successivamente centocinquanta hanno partecipato alla cena che è seguita.

Per la terza volta, hanno partecipato alla rassegna le voci del coro «Milleluci» di Casalgrande, diretto dalla maestra Lucia Borghi, commuovendo i presenti con i brani: «Quel mazzolin di fiori», «E qui comando io», «Bella ciao» e «L’uva fogarina». Si tratta di una sperimentazione per alcune classi delle scuole elementari casalgrandesi: cantando, i bambini riscoprono la ricchezza e i valori del canto popolare.

Ha allietato la serata anche il coro «la Baita» di Scandiano che, nato nel 1967, è una formazione corale amatoriale a quattro voci virili. Dal 1973, con l’attuale direttore Maestro Fedele Fantuzzi, il coro ha iniziato un’intensa attività di ricerca a carattere etnomusicologico, catalogando e studiando più di 400 melodie e incipit di canti popolari, attraverso la registrazione fonografica di circa quaranta informatori spesso anziani. L’ambito di ricerca è il mondo contadino, fonte inesauribile di documenti sonori e storici di straordinaria bellezza. Diversi sono stati gli eventi e le rassegne cui ha partecipato il coro, significativi quelli del 2006: il coro ha infatti cantato nella Basilica di S. Pietro a Roma e nell’aula di Montecitorio, in rappresentanza dei cori dell’Emilia-Romagna.

Ha incantato gli ascoltatori anche il coro “I ragazzi Cantori” di San Giovanni in Persiceto, diretto dal maestro Marco Arlotti.

«Ringrazio l’associazione Lascia un Segno, l’oratorio don Milani e i cori che hanno partecipato a questa rassegna – ha dichiarato l’assessore Marco Cassinadri – per le emozioni che ci hanno trasmesso. Bella l’idea del presidente di «Lascia un segno» di consegnare, ai bambini che hanno cantato, i disegni dei piccoli amici brasiliani che don Marco Ferrari ci ha consegnato prima di ripartire per il Brasile».

 
















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