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Dopo i pellet truffano anche le stufe, denunciati dai carabinieri

palletsDopo il buco di 30.000 euro ad un’azienda reggiana a cui hanno frodato 30 tonnellate di pellet hanno raggirato un’altra azienda, sempre della provincia di reggio Emilia, che ha venduto ai due truffatori una ventina di stufe per un controvalore di circa 20.00 euro senza mai intascare un soldo. Gli assegni frodato un’i due furbastri già indagati nell’inchiesta. Una prima mail esca per chiedere informazioni e aver un contatto con il responsabile commerciale e poi il contatto. Quindi la compravendita di 14 stufe per pellet da pagare con apparenti regolari assegni bancari poi risultati essere tratti su conto estinto. In questo modo due astuti truffatori hanno raggirato un’azienda reggiana acquistando, e mai pagando, in più riprese, 14 stufe per pellet per un controvalore di circa 20.000 euro. Un colpo che è stato condotto simultaneamente a quello dei pellet sempre ai danni di altra azienda reggiana da parte dei due truffatori su cui ora si stanno concentrando le indagini dei Carabinieri di Carpineti nell’ipotesi probabile che i due episodi sinora emersi, siano la punta di un iceberg di un disegno criminale ben piu’ ampio. Nella more che le indagini su questo aspetto facciano piena luce i militari di Carpineti, a conclusione delle relative indagini, con l’accusa di concorso in truffa hanno denunciato alla Procura reggiana un 50 enne ferrarese ed un 51enne padovano. Secondo la ricostruzione investigativa dei Carabinieri i due, in concorso tra loro e probabilmente anche con altre persone in corso di identificazione, dopo essere risuciti ad aver un contatto con il rappresentante commerciale del’azienda reggiana, analogamente a quanto fatto con i pellet, intavolavano una trattativa di compravendita di stufe per pellet, tra novembre 2012 e maggio del corrente anno, commissionando l’acquisto di 14 stufe pagate con apparenti e regolari assegni bancari. Gli assegni ricevuti a pagamento alla scadenza delle fatture da pagare, per un importo di circa 20.000 euro, non sono starti pagati in quanto risultati tratti da un conto corrente estinto. Data l’impossibilità di contattare l’azienda insolvente che nel frattempo ha chiuso i battenti l’azienda si è rivolta ai carabinieri che già memori del precedente analogo raggiro hanno chiuso il cerchio investigativo riconducendo la truffa agli stessi indagati che avevano raggirato altra azienda sempre del reggiano per l’acquisto dei pellet i premessa. I due responsabili che ora sono chiamati a rispondere del reato di truffa.
















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