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Di breve durata la ‘rottura’ odierna dell’anticiclone africano

ondata_calore_4Trenta anni fa, esattamente come oggi 29 luglio, il termometro della stazione dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, posto sul torrione orientale del Palazzo Ducale di Modena, toccava il valore di 38.5°C, che per gli annali resta qualificato come “giorno più caldo” di sempre in città.

“Abbiamo rischiato di festeggiare il trentennale di quel record storico – commenta il meteorologo Luca Lombroso – battendolo. Ieri, infatti, 28 luglio 2013, il termometro dell’Osservatorio Geofisico universitario di Piazza Roma ha raggiunto il valore definitivo e validato di 38.2°C. Un ulteriore commento merita anche il dato, veramente sorprendente, del Campus universitario di Ingegneria in Via Vignolese, dove si sono toccati 40.4°C con il 28% di umidità. E’, infatti, la prima volta in cui a Modena un termometro professionale e collocato a norma WMO (la misura al Campus è su terreno erboso, a 2 m dal suolo e con opportuna schermatura del termometro) tocca e supera i 40°C”.

La differenza tra periferia e centro città – avvertono gli esperti – non deve sorprendere e dipende da vari fattori, come la collocazione e altezza degli strumenti e la forma della città stessa, che fa una sorta di effetto “foresta urbana”, proteggendoci, almeno entro il centro storico, dal caldo cocente estivo e dal freddo invernale. “Questo però ha un prezzo ed è quello del caldo notturno, poiché anche la notte scorsa in centro – aggiunge Luca Lombroso – non si è scesi sotto a 27°C, mentre in periferia il termometro scendeva a 21.2°C, valore comunque sopra la soglia di <notte tropicale>, fissata per convenzione a 20°C di temperatura minima”.

Per la cronaca, la “notte più calda di Modena” resta ancora quella del 27 luglio 2006 con una temperatura minima di 28.4°C.

Riguardo le cause dei valori “strampalati” di domenica 28 luglio, i motivi sono molteplici. “Anzitutto – ci dice Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena – un motivo di climatologia statistica, poiché il periodo stagionale attuale è quello <perfetto> per le alte temperature, ovvero quello in cui climaticamente si raggiunge solitamente il <giorno più caldo dell’anno>, anche se il valore <tipico> del giorno più caldo dovrebbe essere sui 33-35°C. Un secondo motivo è di ordine meteorologico, con la presenza, inconsueta anche per questo periodo, dell’anticiclone africano. Questa figura barica faceva rare apparizioni fino a fine XX secolo, una fu appunto nel 1983, con una situazione assai più pronunciata di questo anno. Fu, tuttavia, un caso isolato in quegli anni e di breve durata. Alla causa meteorologica, generale, se ne aggiunge una locale: il fenomeno del föhn appenninico, che agisce in presenza di venti da SW, i quali nel versante sottovento dell’Appennino diventano, appunto, venti caldi e secchi. Anche qui nel 1983 il fenomeno e il vento furono molto più pronunciati. Infine, i cambiamenti climatici e il global warming, è dimostrato che rendono più frequenti ed intense le ondate di caldo. Non dimentichiamo che sono già tre anni consecutivi che il <giorno più caldo> a Modena è su livelli che fino al 2000 erano l’eccezione e non la regola. L’anticiclone africano infatti non è arrivato <in ritardo> come sostiene qualcuno: normalmente non dovrebbe affatto arrivare nelle nostre zone”.

Si diceva che nel 1983 le cause meteo e locali erano più pronunciate, se si ripetessero dove si arriverebbe? “Difficile dirlo, ma – avverte Luca Lombroso – è meglio non pensare ai valori di estati future, a ciò che accadrà nella metà di questo secolo, nel caso non si agisca per limitare le emissioni serra e le temperature globali aumentassero di 3-5°C: le nostre zone e il Mediterraneo sono infatti <punti caldi> dove gli effetti sarebbero maggiori!”

Con questa ondata di caldo il mese di luglio, partito solo relativamente in sordina, e con molti giorni di temperature oltre i 30°C, – secondo le analisi dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena – si appresta a chiudere a ridosso del podio, tra quelli più caldi, ed anche, finora, avari di piogge.

Previsioni. La fase acuta della seconda ondata di caldo 2013 (la prima, ricordiamo, fu a metà-fine giugno) è conclusa, ma il caldo continua. Per la giornata odierna di lunedì 29 luglio il quadro è variabile-perturbato con temporali anche intensi che stanno passando sull’Emilia, cui si accompagnano forti raffiche di vento che in città sono arrivate a sfiorare i 70 km/h. Nonostante il cielo coperto, le temperature intorno alle ore 11.00 erano già a 31.6°C al Campus e a 31.3°C in Piazza Roma, ma sono poi scese durante il temporale ai piacevoli e freschi 22.7°C del Campus di Ingegneria, quasi venti gradi meno di ieri pomeriggio, e ai 25.7°C di Piazza Roma, ritoccando perfino la temperatura minima giornaliera: in pratica in centro a Modena la tarda mattinata ed il primo pomeriggio sono stati più freschi della scorsa notte! Domani martedì 30 luglio con il ritorno del bel tempo il caldo tornerà a farsi sentire, benché contenuto entro valori più sopportabili, con massime che si aggireranno sui 31-33°C. Da metà settimana però l’anticiclone, che di fatto non se ne va, riassumerà caratteristiche “africane” e le temperature torneranno prossime a valori “da febbre”. “Se può consolare – commenta Luca Lombroso – per il momento non è previsto un bis di valori estremi come domenica 28, ma l’estate non è affatto finita. Vale la pena ricordare che negli ultimi anni nel dopo ferragosto non c’è stata la classica <rottura>, ma frequenti ed intense ondate di caldo tardive”.

 
















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