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Scuola media Besta, dichiarazione dell’Assessore Marilena Pillati

“L’esperienza avviata dalla scuola media Besta – un progetto sperimentale per accompagnare in un percorso di prima alfabetizzazione ragazzi giunti di recente nella nostra città a seguito di ricongiungimenti familiari – merita una riflessione che vada oltre il caso specifico, su cui peraltro già molti si sono esercitati, talvolta con argomenti non sempre sostenuti da un’adeguata conoscenza del contesto e dei contenuti del progetto messo in campo dalla scuola – dichiara l’assessore alla Scuola, Marilena Pillati -.

 

L’Istituto Comprensivo 10 è da anni in prima linea nell’accoglienza e nell’inclusione degli studenti stranieri e protagonista di una positiva collaborazione con le altre istituzioni per la ricerca di nuove risorse da investire in questi ambiti.

Il progetto di integrazione delle scuole Besta non può e non vuole rappresentare “il modello” di integrazione. E in effetti si tratta di un progetto sperimentale che affronta con serietà e coraggio una situazione specifica di particolare complessità. Come ogni nuova progettualità, come ogni sperimentazione, questa esperienza di inclusione deve essere non solo attentamente monitorata, ma anche letta e interpretata rispetto alla realtà con cui si misura.

Spiace, invece, rilevare come la discussione su un tema così importante non abbia dato conto di quanto la città di Bologna e le sue istituzioni negli anni hanno messo e continuano a mettere in campo per sostenere le pari opportunità formative e il successo scolastico degli studenti stranieri, nonché le azioni volte a coinvolgere le famiglie nel processo educativo dei figli e gli interventi diretti a promuovere il dialogo interculturale nella comunità cittadina.

In città vi è, infatti, una consolidata esperienza in questo ambito e numerose e diversificate sono le azioni condivise tra l’Amministrazione comunale e provinciale, il sistema scolastico e una pluralità di altri soggetti, azioni che si realizzano dentro e fuori la scuola, per rispondere a una domanda di servizi differenziata, che affianca ai bisogni più visibili dei minori con una storia recente di migrazione le necessità di quei giovani che, pur con un buon livello di conoscenza della lingua per la comunicazione, partono in una posizione di forte svantaggio per raggiungere il successo scolastico.

Un esempio significativo tra i tanti è il Progetto Ulisse, finanziato nell’anno scolastico 2012/13 per oltre 300.000 euro con i Fondi FEI (Fondo Europeo per l’integrazione dei cittadini dei paesi terzi) e coordinato dal Centro per l’Educazione Interculturale del Comune di Bologna (CD/LEI), grazie al quale gli allievi delle scuole primarie e secondarie di I grado e le loro famiglie, hanno beneficiato di differenti servizi a partire dal momento dell’iscrizione per tutto l’anno scolastico.

La città di Bologna mette a disposizione delle scuole risorse specifiche e una pluralità di opportunità per gli studenti stranieri, non solo attraverso l’insegnamento della lingua italiana, ma anche con azioni di sostegno agli insegnanti e alle progettualità della scuola, che resta comunque il principale protagonista dei percorsi di integrazione scolastica.

L’insieme di tali azioni deve evidentemente svilupparsi all’interno di una sempre più efficace collaborazione fra le diverse istituzioni cittadine – a partire dalla fase di programmazione delle classi fino a quella di formazione delle stesse – come diversi protagonisti del mondo della scuola hanno evidenziato. A questo proposito, desidero segnalare che in un recente incontro con i dirigenti scolastici, a cui ha partecipato l’Ufficio scolastico regionale, abbiamo condiviso l’opportunità di lavorare a un progetto cittadino in tempi utili per le prossime iscrizioni” – conclude l’assessore alla Scuola, Pillati.

 
















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