Il 2 dicembre 1983 moriva improvvisamente nella notte a Rimini Augusto Simonini, Preside del Liceo Serpieri. Era nato nel 1921 a Castelvetro di Modena dove nel 1989, su proposta dell’attuale Sindaco Giorgio Montanari (allora Assessore P.I. nella Giunta Balugani), gli venne intitolata la Biblioteca Comunale che ha ora riordinato e reso fruibile l’intero Archivio Storico di Castelvetro.
Croce di guerra al valor militare, dopo la Liberazione Simonini collabora con L’Unità, fino a quando nel 1947 inizia la carriera di docente nelle scuole medie di Vignola. Qui, nel 1948, completa il romanzo post-resistenziale “Piedi alla luna” che nessun editore allora gli accettò (venne pubblicato postumo da Longo nel 1989). Dramma d’amore e giallo psicologico ambientato nella Vallata del Guerro e tra i Bombi di Nirano, è costruito intorno alla figura di un partigiano della gloriosa divisione Modena-Montagna che sente giunto il momento buono per consumare l’eterno rito della vendetta personale e uccide prima il padre naturale della figlioccia poi un ex gerarca graziato dal Tribunale della Resistenza.
Dopo Modena, Simonini insegna a Reggio, Forlì, Parma e infine Ravenna, dove da Vicepreside delle Magistrali sostiene a fine anni ’60 il movimento studentesco e dopo, da Preside del Liceo Scientifico Oriani, avvia una sperimentazione didattica all’avanguardia che a lungo farà discutere.
Come storico del medioevo ha prodotto due testi fondamentali: “La Chiesa ravennate. Splendore e tramonto di una metropoli” (Monte 1964) e “Autocefalia ed esarcato in Italia” (Longo 1968).
Come critico della letteratura seguì le orme del grande conterraneo Lodovico da Castelvetro e fece epoca la sua “Storia dei movimenti estetici nella cultura italiana” (Sansoni 1968) che formò generazioni di giovani e gli valse la chiamata all’Università di Parma a tener corsi e lezion sull’applicazione del metodo strutturale alla letteratura e all’estetica. Una nuova edizione postuma, ma che l’Autore fece in tempo a revisionare e accrescere personalmente, uscì nel 1985.
A un suo breve saggio, quasi un pamphlet, edito da Calderini nel 1969, “La questione della lingua e il suo fondamento estetico” (il cui nocciolo è che la sovranità dello stile e del contesto rende i vocabolari e le grammatiche incompetenti a dirimere le questioni della lingua) dedicò un’ampia recensione il principe dei dizionari Giacomo Devoto che lo definì “la voce dello strutturalismo temperato” concludendo: “non mi metto in contrasto né con Croce né con Simonini, di fronte al quale si può spesso dissentire ma sempre si prova rispetto”.
Simonini intanto redige numerose voci del “Dizionario dei Concili” della Pontificia Università Lateranense, scrive “Il Quattrocento” e “Il Cinquecento” della Storia della Letteratura Italiana Calderini e, dopo “Sociolinguistica” (Calderini 1976) e “L’ideologia di Alessandro Manzoni” (Longo 1978), pubblica con Bompiani nel 1978 il suo libro più celebre, “Il linguaggio di Mussolini”, prima opera organica e sistematica sul Duce giornalista, scrittore e oratore, dove si svelano, sulla base di un’impressionante analisi dei documenti, le tecniche di comunicazione del dittatore e i segreti del successo della propaganda fascista nel ventennio. La seconda edizione esce postuma nel 2004 prefata da Omar Calabrese nella collana “Il campo semiotico” di Umberto Eco.
Nel 1993 era uscito postumo per Calderini “Cent’anni di riviste. La vittoria della critica sulla letteratura” sul tema attualissimo dell’incontro-scontro tra letteratura e critica, tra critica e arte.
Nato con tre fratelli da una famiglia di contadini, bottegai e calzolai, Augusto Simonini aveva fatto l’università guadagnandosi i soldi per le spese e andando da Levizzano Rangone a Bologna in bicicletta per lezioni ed esami.
Augusto Simonini nel 1946 quando era giornalista de L’Unità e scriveva il romanzo post-resistenziale “Piedi alla luna”, terminato nel 1948 e uscito postumo quarant’anni dopo.
Immagine: Augusto Simonini, nel1981, alla sua scrivania di Preside del Liceo Scientifico Serpieri di Rimini