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Crisi: Caruso (Fim Cisl) Emilia Romagna può essere battipista della ripresa

Il segretario generale della Fim Cisl dell’Emilia Romagna Giovanni Caruso in vista della prossima Assemblea nazionale dei Delegati Fim Cisl, che si terrà l’8 di aprile a Reggio Emilia, fa il punto sulla situazione industriale e occupazionale di uno dei settori, quello metalmeccanico, nevralgico per l’economia della regione.

I dati sulla situazione industriale e occupazione del 2013 – dice il segretario della Fim dell’Emilia Romagna – sono ancora negativi. L’anno appena trascorso si è chiuso con la perdita di circa 3000 aziende metalmeccaniche, che tradotto in occupazione, significa qualcosa come 26mila lavoratori in meno nel settore. Abbiamo utilizzato più di 27,5 milioni di ore di cassa, a cui si aggiungono più di 8mila persone in mobilità. Dati che fanno tremare i polsi, ma fortunatamente, alcuni indicatori in questi primi mesi dell’anno ci lasciano ben sperare in un’inversione di tendenza.

Per in sindacalista della Fim – non c’è una sola ricetta, per uscire dalla crisi bisogna fare sistema – dice – per farlo bisogna attuare politiche industriali nazionali. La nostra regione può essere il battipista della ripresa, ma serve la collaborazione di tutti. Un nostro punto di forza storico è l’export: innovazione di processi e prodotto ci possono aiutare su questo fronte ma non basta, per farlo c’è bisogno anche di un forte investimento nella formazione dei lavoratori.

Anche il sindacato può e deve fare la sua parte, dice Caruso, perché in questa fase il sindacato può fare la differenza: il Testo Unico sulla rappresentanza siglato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria in questo senso ci aiuta moltissimo stabilendo regole certe tra le parti e l’esigibilità degli accordi. In questo momento – dice – non stiamo ideologicamente, come qualcuno tende ancora a credere, su due lati diversi della barricata, ma “paradossalmente” siamo tutti dallo stesso lato con ruoli diversi e tutti dobbiamo lavorare insieme per superare la crisi.

L’8 di aprile per la prima volta, la Fim riunisce i delegati di tutt’Italia a Reggio Emilia, da questa regione simbolo del lavoro: Emilia Romagna la Fim vuole ripartire perché oggi più che mai – conclude – serve un sindacato riformatore, concreto ed efficace per ripartire.

 
















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