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Lettera Aperta ai candidati Sindaco in provincia di Modena dei Sindacati Inquilini Sunia-Sicet-Uniat

lettera_apertaA maggio 2014, i cittadini della Provincia di Modena saranno chiamati ad eleggere i nuovi Sindaci. Questo documento è un contributo all’individuazione di priorità programmatiche e alla costruzione di un percorso che possa contribuire a riconoscere un nuovo modo di concepire le politiche abitative. I sindacati Inquilini Sunia, Sicet, Uniat di Modena, sono consapevoli che il contenimento dei trasferimenti statali agli Enti Locali ha costretto i Comuni della nostra Provincia a compiere scelte difficili per il reperimento delle risorse necessarie a garantire uno standard di risposte adeguate al welfare abitativo. I sindacati inquilini di Modena lanciano un appello ai candidati sindaci modenesi, affinché nel loro futuro ruolo contribuiscano a fare delle politiche abitative una delle priorità da affrontare. In Italia ci sono 4,5 milioni di famiglie in affitto, di queste l’80% ha redditi al di sotto di 24.000 euro lordi l’anno. A queste famiglie vanno aggiunti tutti coloro, in particolare giovani, che cercano un’abitazione, per l’affitto o per l’acquisto, che l’attuale sistema abitativo non è in grado di soddisfare a costi sostenibili. Nella nostra provincia in questi anni si è cercato con molti sforzi – Istituzioni, privati e sindacati – di creare una filiera dell’abitare per rispondere alle diverse esigenze, un’offerta che però sicuramente è ancora lontana dal fabbisogno reale. Patrimonio ERP Le abitazioni di edilizia residenziale pubblica assegnate in provincia di Modena sono 6.200, a fronte di una lista di attesa di oltre altre 6.000 domande che da anni attendono risposta. Le case pubbliche del Comune di Modena sono il 2% del patrimonio abitativo, cifra ben lontanadagli standard europei dove gli alloggi pubblici sono il 20%. Pertanto occorre un piano poliennale finanziato con un apposito fondo per l’edilizia residenziale pubblica e sociale. In particolare: garantire in tempi brevi la ristrutturazione degli alloggi popolari sfitti ottimizzando al massimo la disponibilità di risorse messe a disposizione da Governo e Regione per procedere all’immediata assegnazione agli aventi diritto. Fondo sociale per l’affitto e fondo per la morosità incolpevole Nel mercato privato i canoni di affitto non sono sopportabili dai redditi medio-bassi delle famiglie ed è da diversi anni che aumentano gli sfratti per morosità incolpevole (stime dei Sindacati inquilini indicano che alla fine del 2014 saranno circa 3.000). Occorre perciò attivare le tutele necessarie in anni di crisi per non far perdere gli alloggi. Ovvero, far arrivare al più presto gli stanziamenti del Governo relativi al “Fondo sociale per l’affitto” e al “Fondo per la morosità incolpevole” che ad oggi non sono ancora stati erogati ai Comuni. A Modena per aiutare le famiglie economicamente più deboli, colpite da sfratto, è stato inoltre costruito il Fondo provinciale salva-sfratti che dovrebbe diventare un ammortizzatore sociale permanente. Agenzia casa dei Comuni L’Agenzia Casa realizzata in diverse province dell’Emilia-Romagna, tra cui Modena che detiene i numeri più elevati di alloggi messi a disposizione per gli affitti (circa 650), è il vero strumento per aumentare in tempi brevi la disponibilità di alloggi a canoni sostenibili e ridurre la quantità di sfitto presente in modo consistente anche nel nostro territorio. Si tratta di un accordo tra pubblico e privati in base al quale il proprietario dà il proprio alloggio al Comune per la locazione a canone calmierato, in cambio di alcune garanzie, tra cui la certezza del pagamento del canone, il ripristino di eventuali danni e la restituzione in tempi certi dell’alloggio. Uno strumento dunque da incentivare con risorse pubbliche e agevolazioni fiscali per i proprietari (riduzione di Irpef, imposta di Registro e Imu ecc.). Housing sociale Considerato che la domanda di acquisto di abitazioni è sempre più debole in questi anni di crisi, e l’assenza di una politica abitativa per l’affitto sostenibile, sarebbe necessario introdurre una forma diversa di intervento per produrre edilizia sociale. Gran parte delle operazioni di social-housing hanno considerato l’affitto non come obiettivo prioritario da perseguire, ma come quota residuale di piani di costruzioni di alloggi in vendita più o meno agevolata. Questo tipo di politica ha avuto l’obiettivo principale di portare vantaggi ai costruttori, ma la grande colpa di non intervenire sui grandi numeri del disagio abitativo e calmierare il mercato degli affitti. In previsione di nuovi interventi di tale natura, occorrerà che le future Amministrazioni compiano un’attenta analisi della reale domanda dei cittadini e che l’offerta abitativa per l’affitto a canone sostenibile aumenti drasticamente. Queste sono alcune richieste abitative che vanno sviluppate per fare uscire la politica abitativa dall’emergenza e dare sollievo economico e abitativo a molte famiglie. Purtroppo l’ultimo Governo Berlusconi e il Governo Monti hanno annullato il Fondo sociale per l’affitto e introdotto la “cedolare secca” che sta di fatto annullando il canale dei contratti calmierati, e ha creato un buco nelle casse dello Stato. Quindi chiediamo al Governo di Renzi di attuare una riforma della legge sulla locazione che affermi la contrattazione collettiva come strumento di regolazione del mercato delle locazioni private e dell’edilizia sociale. A ciò va accompagnata una riforma del regime fiscale sui redditi da locazione (sia sull’Irpef che sulle imposte locali Imu, Tasi). Sicuramente va rivista la “cedolare secca” che a nostro parere, andrebbe applicata solo sui canoni calmierati e le agevolazioni fiscali andrebbero applicate su tutti i comuni e non solo su quelli ad alta tensione abitativa. Un patto per la legalità I Sindacati inquilini da sempre si stanno battendo per l’affermazione del principio di legalità e sicurezza tra i cittadini e il contrasto all’evasione fiscale, agli affitti in nero e alle irregolarità contrattuali. Tutela del territorio Occorre contenere l’espansione e il consumo ulteriore del territorio, privilegiando il recupero qualitativo e funzionale del patrimonio esistente. Bisogna aumentare l’edilizia verde e il risparmio energetico che dovrà essere alla base di tutti i piani edilizia per ridurre consumi e inquinamento.   (Antonietta Mencarelli SUNIA – Eugenia Cella SICET – Cristina Ferrero UNIAT)
















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