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Bologna: Consiglio comunale solenne in ricordo delle vittime delle mafie

l’intervento del Sindaco di Bologna, Virginio Merola nel corso della seduta solenne del Consiglio comunale dedicata alla XX Giornata della Memoria  e  dell’Impegno  in  ricordo  delle  vittime innocenti di tutte le mafie.

“Un saluto a tutti voi e alle autorità presenti, un saluto particolare e un ringraziamento   ai   tanti   familiari   delle  vittime  presenti.  Voglio testimoniarvi che Bologna si stringe attorno a voi con affetto sincero.

Lo  testimonia  la  storia  della  nostra  città, quello che abbiamo dovuto subire  con  le stragi che anche stamattina abbiamo ricordato, e che domani insieme  ricorderemo. Bologna è una città che ha conosciuto direttamente il dolore  e  la  sofferenza  della  perdita di amici, di parenti, di figli. E Bologna,  come  sapete  ogni  anno  cammina  insieme  per chiedere verità e giustizia,  per  la  strage del 2 agosto, per la completa verità su Ustica, per  ricordare  le  vittime  della  Uno  Bianca,  per  ricordare il barbaro assassinio di Marco Biagi, per la strage dell’Italicus.

La  nostra  democrazia  ha da tempo bisogno di essere compiuta con verità e giustizia,   per   potere   applicare   davvero  lo  spirito  della  nostra Costituzione  e  trovare davvero finalmente un camminino insieme per questa nostra  Repubblica  che  è  ancora  attraversata da tanti rancori, da tante posizioni  di parte che troppo spesso non riescono a convergere per il bene comune.

Quindi  innanzitutto  la  testimonianza  di  questo  affetto,  della nostra presenza e il nostro ringraziamento per avere scelto la nostra Bologna.

Ci  tenevano,  ci  avete  risposto  si,  e  la  vostra scelta ci riempie di orgoglio e ci riempie di responsabilità.

Perché  noi  sappiamo  bene,  come  voi,  che  innanzitutto la memoria è un impegno  civico. Teniamo alla memoria come ricordo. Comprendiamo e vogliamo esprimere le nostre emozioni. Riteniamo che sia un aspetto fondamentale del legame fra le persone, il rispetto dei sentimenti e la capacità di ospitare questi  sentimenti  nella  propria  comunità  cittadina, ma riteniamo anche importante  il  messaggio che voi ci date oggi, che Libera ci dà da 20 anni con il suo impegno. La memoria è sopratutto impegno civico. L’assunzione di un  impegno  costante nella nostra vita quotidiana sia come singole persone che come comunità. La memoria è una responsabilità, c’è troppa gente – noto anch’io  –  che  cerca  di svalutate il significato della memoria, cerca di ridurlo  a  un  rito  consuetudinario, ma credo che noi sappiamo, in questa città,  e  voi  familiari  sapete  benissimo,  quanto  la  memoria  serva a mantenere  un impegno con costanza e con la capacità di sapere valutare gli avvenimenti che si succedono.

Sicuramente  la  lotta  alle  mafie richiede questa capacità di valutazione perché  le  mafie  cambiano  spesso  terreno  di gioco, sanno utilizzare le troppe  leggi  di  questo  Paese  per  volgerle  a  loro favore, sanno come infiltrarsi, sanno quali sono i moderni strumenti finanziari e noi dobbiamo sapere, come Istituzioni, aggiornare i nostri strumenti senza smarrire però alcune questioni di fondo, cioè la nostra riconoscenza per la Magistratura, per  le  vittime  che  ha  avuto  la  nostra Magistratura e le nostre Forze dell’ordine,  sapere anche prendere posizione a sostegno della Magistratura e delle Forze dell’ordine quando la situazione lo richiede.

La mafia ci chiede di essere indifferenti, la mafia ci chiede di mantenerci neutrali, la mafia fa, in molte zone del nostro Paese, un’economia illegale che  costringe  alcune  persone  addirittura a dire: “Bene adesso che avete arrestato  questi  mafiosi  io come campo, di che lavoro”. Questo significa che  è  una battaglia complessiva, è una vera lotta di liberazione. Il dato economico  è fondamentale. Il dato culturale lo è ancora di più. Il dato di una  Repubblica  capace  davvero di sostenere i diritti sociali e i servizi sociali,   di  una  Repubblica  che  mentre  la  Magistratura  e  le  Forze dell’ordine  fanno  il  proprio  dovere  di contrasto, con risultati – come abbiamo  visto  anche  qui in Emilia – sia in grado di occupare quella zona grigia  con  un’economia  legale  dando  opportunità di lavoro e di servizi sociali  a  tante parti del nostro Paese e anche nella nostra città. Perché abbiamo  nuove  povertà,  abbiamo  nuove  esasperazioni  nelle quali si può infiltrare  il  tema  di  avere  comunque un’attività a qualsiasi mezzo e a qualsiasi  costo.  Dobbiamo  quindi  sapere  bene,  tenere  alta la guardia sapendo  che se noi vogliamo combattere per la legalità dobbiamo combattere per  la  giustizia  sociale. Le cose sono strettamente intrecciate. Bologna nella  sua storia questo lo sa da tempo, siamo una città di forte benessere malgrado  questa lunga crisi che come tutta l’Italia ci perseguita da sette anni,  ma  siamo  anche  una  città  che ha saputo fare benessere assieme a coesione  sociale.  La  mafia  attacca  questo,  la mafia si infiltra nella nostra  comunità  attraverso  operazioni  finanziarie,  attraverso il gioco degli  appalti  e  crea  zone  di acquiescenza dovute anche all’ispirazione della   crisi   e  alle  persone  che  vengono  lasciate  sole  con  questa disperazione.

Quindi  noi  dobbiamo  davvero  comprendere  insieme, essere consapevoli di quanto  ha  fatto  la  nostra  Regione,  di  quanto  hanno  fatto le nostre istituzioni  per  non  creare  disinformazioni,  molto si è fatto in questa Regione, molto resta da fare, sopratutto senza usare – scusami don Luigi se cito le tue parole – “troppe diplomazie e senza dirsi le cose come stanno”.

Le  cose stanno esattamente nel senso che i beni confiscati alla mafia sono un caposaldo della lotta la mafia, ma noi vorremmo sapere perché nel nostro Paese  le  procedure  per  assegnare  i  beni  confiscati ai comuni debbano seguire  questo  iter infinito, di incertezze infinite. Noi vorremmo sapere perché se è vero che l’operato della Magistratura è sempre più incisivo, ad esempio,   la   nostra   Magistratura  soffra  di  carenza  d’organico,  in particolare  per quanto riguarda le Procure. E vorremmo sapere cosa succede a  ottobre  quando  sarà  lo  Stato  a  subentrare  ai  finanziamenti della manutenzione  degli uffici giudiziari, e se siamo pronti per questo. Perché noi siamo stati molto orgogliosi di collaborare per dare alla Dia una sede, come Comune, siamo anche molto orgogliosi di avere un arretrato dallo Stato di  40  milioni  di  euro per le spese giudiziarie, però credo che tutto si tenga e che bisogna essere conseguenti nei provvedimenti che si prendono.

Il  Governo  sta  facendo  molto,  la commissione parlamentare – è presente l’onorevole  Rosi  Bindi  che  ringrazio  – sta facendo molto, ma credo che possiamo  fare ancora di più mettendo a fuoco alcune questioni che dobbiamo evidenziare sapendo che per fare questo noi oggi e domani compiamo un fatto importante che non è un corteo, non è un gesto, un evento isolato. Dobbiamo avere  questa  convinzione insieme proprio per il lavoro che come bolognesi ed  emiliano  romagnoli  abbiamo  fatto  finora,  dobbiamo  comprendere che bisogna  aggiungere  passi, e domani serve a questa dichiarazione di guerra non  violenta  alle  mafie  per  avviare  una  lotta di liberazione davvero decisa.  Per  quanto  ci  riguarda  credo che noi dobbiamo soprattutto come politica,  per  essere all’altezza di quella definizione di politica che ci ha  ricordato  don Ciotti citando le parole di Paolo VI, tradurre le nostre parole e i nostri ideali in fatti di concretezza. C’è un ordine umano oltre che  un  ordine pubblico, come ho detto prima e in altre occasioni, c’è una giustizia  da  fare funzionare e l’attesa della riforma della Giustizia nel nostro  Paese, troppo spesso con molta attenzione ai problemi individuali o di  qualche  esponente  politico,  molto meno rispetto ai temi della nostra giustizia.

Credo che dobbiamo innanzitutto sapere occuparci di quanto ognuno può fare, di cosa possiamo mettere in campo per fare al meglio la nostra parte e come Sindaco  di  questa  città  credo  che abbiamo l’obbligo di agire sul piano operativo  di  contrasto  alla criminalità, come ho già detto, collaborando con  le  Forze  dell’ordine  e con tutte le istituzioni locali a cominciare dalla  nostra Regione per le nuove iniziative che ha intrapreso. Ma abbiamo anche il dovere di rendere strutturale la nostra azione di prevenzione alla corruzione  e  delle infiltrazioni. Quindi permettetemi, visto che questo è un  consiglio  –  ribadiamo  – ordinario nel senso che è una seduta solenne perché  ci  siete  voi  familiari,  c’è l’associazione Libera per i suoi 20 anni,  ma  è  anche  una  sede  nella quale entrare nel merito, di assumere qualche  impegno,  che vorrei prospettare alle consigliere e ai consiglieri del  mio  Consiglio comunale, che – via assicuro – da questo punto di vista sono  tutti  graffiati  dalle parole di don Ciotti e da tempo hanno appreso quello  che  è necessario fare e lo fanno con spirito unitario. Vorrei dare continuità al nostro impegno anche dopo la grande manifestazione di domani, perché  sarà  una  grande  manifestazione.  Avremo occasione di dire “io ci sono”  e  ci  sarò,  di  ricordarla, ma anche di interrogarci su quali temi possiamo prendere per andare avanti.

Quindi  vorrei  che  domani  per  Bologna partisse una marcia per la nostra primavera  della  legalità  e  del  lavoro  come comunità metropolitana. un percorso  condiviso  con  il quale giungere alla sottoscrizione di un nuovo protocollo  appalti  con  il  mondo economico e sindacale che metta in atto alcune  misure  concrete  per  rafforzare  il  contrasto alle infiltrazioni mafiose  nel  territorio,  nonché  per  promuovere  il lavoro e la coesione sociale.

Dobbiamo  rinnovare  alcuni  strumenti  già esistenti. Lavoro e impresa non possono  essere  visti separatamente. Il lavoro dà dignità alle persone, ma le  imprese  devono  essere  esse stesse, nel momento in cui partecipano ai bandi  pubblici,  fattore  di  legalità.  Legalità  rispetto alle normative societarie,  ma anche legalità rispetto al lavoro. Ad esempio credo sarebbe opportuno  aggiornare  il  Regolamento  attuativo  in  materia di rating di legalità  e  di  aggiungere,  quale fattore premiante per le imprese che lo richiedono,  anche  il  requisito  del  rispetto  dei  contratti  di lavoro nazionali utilizzati nel settore di appartenenza.

Il  rating  di  legalità  è previsto da una delibera del 2012 dell’Autorità garante  per la concorrenza, ed è stato recentemente oggetto di un apposito protocollo  con l’Autorità nazionale anticorruzione, presieduta da Raffaele Cantone.  La  delibera prevede che possano richiedere il rating di legalità le  imprese  che  hanno  un fatturato annuo minimo di 2 milioni di euro. Mi sento  di  proporre  di  abbassare  tale  soglia  a  1 milione di euro, per consentire  al  vasto mondo delle piccole imprese, come quelle cooperative, di  poter  richiedere  l’attribuzione  del  rating  di  legalità. Tutto ciò aiuterebbe le stazioni appaltanti ad avere un bacino di imprese più oneste.

Dobbiamo  riutilizzare  i  beni  confiscati  sul territorio da destinare al Terzo Settore e sostenere l’azione legislativa della Regione Emilia-Romagna contro le infiltrazioni mafiose, con particolare riferimento all’ipotesi di una legge dedicata al Settore dei Servizi e del Commercio.

Dobbiamo accompagnare la manifestazione di domani con una svolta più decisa come   tanti  consiglieri  di  ogni  parte  politica  chiedono  e  vogliono impegnarsi  a  fare.  Dobbiamo entrare nel merito anche se sembrano materie tecniche  e  dobbiamo sapere dire ai bolognesi che le Istituzioni di questa città  sono  al  loro fianco per chiedere verità e giustizia. E lo dobbiamo sapere dire al nostro Paese.

E noi domani, come bolognesi, cammineremo assieme a voi”.

 
















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