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Ricerche Unimore su nanofarmaci

Giovanni-TosiI “nanofarmaci” di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia sono stati riconosciuti tra le 40 innovazioni tecnologiche più promettenti a livello mondiale. La nomination – l’unica ottenuta da ricercatori italiani – è arrivata dal comitato scientifico del TechConnect World Innovation Conference and Expo in programma a Washington dal 14 al 17 giugno, evento cardine nel panorama tecnologico.

Il riconoscimento è stato ottenuto grazie ai risultati raggiunti dall’applicazione della nanomedicina alle patologie neurodegenerative portata avanti dal gruppo di ricerca del Centro TeFarTI del Dipartimento di Scienze della Vita, diretto dalla professoressa Maria Angela Vandelli. I ricercatori di Modena hanno messo a punto, infatti, una sorta di ‘cavallo di Troia’ capace di portare i farmaci all’interno del cervello, passaggio fondamentale per poter affrontare numerose patologie del sistema nervoso centrale.

La barriera emato-encefalica che impedisce l’ingresso nel cervello di agenti patogeni normalmente blocca, infatti, anche il passaggio dei farmaci che potrebbero curare, ad esempio, la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Il gruppo di ricerca modenese ha elaborato nanosfere che incapsulano il farmaco e, sfruttando meccanismi endogeni, riescono a superare la barriera per rilasciarlo poi in modo controllato all’interno del cervello.

“Il prossimo passo – spiega il dottor Giovanni Tosi del gruppo di ricerca modenese – è ora ingegnerizzare le nanosfere affinché raggiungano in modo selettivo le cellule malate. Un passaggio che è indispensabile per alcune patologie come per il morbo di Parkinson che colpisce solo un tipo particolare di cellule del sistema nervoso centrale”.

Un’ulteriore prospettiva aperta dall’utilizzo delle nanotecnologie è ora la teranostica, ovvero la fusione di terapia e diagnostica. Le nanosfere che riescono a superare la barriera emato-encefalica possono trasportare in modo combinato farmaci e agenti diagnostici che durante la terapia possono visualizzare le aree colpite attraverso esami strumentali come la risonanza, la Tac o la Pet, permettendo di fare diagnosi, ma anche di monitorare la terapia. Sugli animali, questa metodica è stata già testata in modo efficace.

La commissione giudicatrice del World Tech Connect Innovation è composta da membri della Food and Drug Administration (FDA), NASA, Army, Air Force and Navy USA, National Science Foundation (NSF), National Institute of Health (NIH), Center for Disease Control and Prevention (CDC), National Institute for Standard and Technology (NIST) ed una serie di rappresentanti del campo delle grandi aziende farmaceutiche (BASF).

La ricerca premiata dall’evento statunitense è stata realizzata nel Centro modenese dal dottor Giovanni Tosi, dalle professoresse Barbara Ruozi e Maria Angela Vandelli, dal professor Flavio Forni e dai post-doc Daniela Belletti e Francesca Pederzoli, in collaborazione con il professor H.S. Sharma dell’Università di Uppsala (Svezia).

 

Giovanni Tosi

Nato nel 1977, Laureato in Farmacia (2002), Dottorato in Scienze del Farmaco (2006) presso Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, dal 2005 ad oggi è Ricercatore Universitario confermato in CHIM09 (Farmaceutico Tecnologico Applicativo) all’Unimore e docente di materie di settore. Autore di più di 70 pubblicazioni su riviste internazionali, relatore a convegni internazionali (più di 100 presentazioni di cui 20 presentazioni orali su invito), relatore in scuole di dottorato internazionali e nazionali, reviewer per progetti di ricerca nazionali ed internazionali, responsabile di progetti di ricerca. La sua attività di ricerca riguarda principalmente lo sviluppo di sistemi lipidici e polimerici per la veicolazione ed il direzionamento di principi attivi a tessuti e cellule target. In particolare, lo sviluppo di nanocarrier per il targeting di patologie neurodegenerative del Sistema Nervoso Centrale, che gli hanno permesso di raggiungere risultati incoraggianti per l’applicazione della nanomedicina a tali patologie.

 

Te.Far.Ti

Te.Far.T.I. – Tecnologie Farmaceutiche Tradizionali ed Innovative è un centro di ricerca universitario che raggruppa personale docente e ricercatori dell’Unimore, con competenze sia nella ricerca che nello sviluppo di tecnologie farmaceutiche tradizionali ed innovative.
L’integrazione di documentate competenze in diversi ambiti scientifici quali la chimica e la tecnologia farmaceutica, è punto focale nella progettazione e sviluppo di una forma farmaceutica.
Te.Far.T.I. si propone come un punto di riferimento avanzato nel campo della tecnologia farmaceutica. Diretto dalla professoressa Maria Angela Vandelli, i membri del gruppo di ricerca sono attivi nei settori della progettazione, caratterizzazione, formulazione e validazione di forme farmaceutiche a cui si sono interessati da numerosi anni fornendo contributi pubblicistici e brevettuali. L’istituzione di un Centro, con la conseguente coordinazione di intenti e progetti, ha permesso di riunire le capacità operative e competenze per condurre ricerche nella caratterizzazione delle materie prime, farmaci ed eccipienti, preformulazione e formulazione farmaceutica della progettazione e sviluppo di sistemi di rilascio.
Sono state condotte numerose ricerche per migliorare le caratteristiche negative di farmaci noti e per offrire moderni sviluppi al trattamento di gravi patologie.
















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