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Profughi a Brescello, una storia di integrazione

profughi-brescelloSono diciassette i profughi che risiedono nel paese di Brescello, ragazzi giovani che arrivano dal Gambia, dal Senegal e dalla Repubblica Centrafricana.  Non amano raccontare del loro viaggio attraverso la Libia per giungere in Italia, dicono sia troppo doloroso ricordare quanto hanno vissuto.

Parlano poco la lingua italiana, ma si presentano stringendo forte la mano e chiedendo “Come stai?”. Se scoprono che possono parlare inglese o francese con un interlocutore, allora sì che iniziano a chiacchierare raccontando delle loro famiglie, degli studi o dei piccoli lavoretti che facevano per mantenersi, della loro terra, mostrando in quale parte della grande Africa si trova. Quando si chiede loro perché siano partiti, rispondono che “dalla povertà si scappa, alla ricerca di qualcosa di meglio”.

Vivono a Brescello dal mese di novembre e ad occuparsi della progettazione del loro inserimento nel territorio reggiano è la Cooperativa sociale “Dimora di Abramo” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.   Da subito, l’Amministrazione ha accolto la richiesta di inserimento dei profughi nei progetti del Paese, come volontari: i giovani, infatti, da gennaio, partecipano attivamente al progetto di inclusione che ha come obiettivo la pulizia delle aree verdi e dei parchi di Brescello, inoltre si sono rivelati di grande aiuto durante l’emergenza neve, a febbraio.

Visto il grande impegno da parte dei ragazzi, l’Amministrazione Comunale ha sposato l’idea di una maggiore integrazione, offrendo loro l’opportunità di partecipare anche ad altre attività del Paese quali il laboratorio ricreativo del SAP (Servizio Aiuto alla Persona) e le uscite serali con i disabili di Brescello, Boretto e Poviglio, il volontariato nell’area anziani e, in collaborazione con la Pro Loco, il servizio ai tavoli durante le serate del “Festival del Cinema”. L’intento dell’Amministrazione è di favorire l’inserimento dei ragazzi attraverso il volontariato, inteso come motore per costruire rapporti con la popolazione brescellese nella condivisione e nella partecipazione alla vita del paese.

 
















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