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A Vignola avviato il percorso di modifica dello Statuto Comunale

Con la convocazione della prima commissione consiliare di lunedì 14 dicembre ha preso ufficialmente avvio il percorso partecipato di modifica dello Statuto del Comune di Vignola. Le premesse per questo iter erano state lanciate con la Giornata della Democrazia dello scorso primo marzo. In quella sede i cittadini avevano discusso esempi e ipotesi di strumenti per una maggiore democrazia all’interno delle istituzioni locali e avevano e votato le loro proposte. Nei mesi trascorsi i tecnici hanno lavorato per ricondurre quelle proposte a linee pratiche per il lavoro in consiglio comunale ed ora è il momento di ritornare dai cittadini.
Il percorso prevede tre incontri pubblici che da fine gennaio a fine marzo affiancheranno i lavori della commissione consiliare, fino a che le modifiche, per diventare realtà, verranno sottoposte al voto del consiglio comunale ad aprile.
Le proposte sul tavolo comprendono elementi particolarmente innovativi che potrebbero rendere Vignola uno tra comuni più avanzati in Italia in materia di Democrazia partecipativa. Si tratterebbe infatti del primo comune nel nostro paese ad adottare in statuto gli strumenti del referendum confermativo, della “Giornata della Democrazia” (sull’esempio di quella già svolta nel 2015) e della “Parola al Cittadino” (incontri periodici con proposte messe al voto da un assemblea di cittadini).
Tra gli altri strumenti verrebbe istituzionalizzato anche il Consiglio Comunale aperto, la possibilità di sottoscrivere la raccolta di firme anche per i sedicenni, gli stranieri e gli apolidi e la sospensione delle delibere sottoposte a referendum confermativo.
Ma soprattutto una delle novità più tangibili sarebbe l’abolizione del quorum per referendum consultivi e confermativi, misura pensata per incentivare la massima partecipazione a questo tipo di strumenti di democrazia diretta. Dichiara il Sindaco Mauro Smeraldi: “Democrazia e partecipazione sono i cardini del nostro mandato e vogliamo dimostrare con i fatti che è nostra intenzione lasciare un solco profondo a Vignola in questo senso. Stiamo parlando di qualcosa di fortemente concreto e ne è un esempio chiarissimo il triste spettacolo a cui si è assistito in questi giorni con il referendum consultivo tenutosi a Mirandola, dove la bagarre politica ha fatto sì che si speculasse ancora una volta sul tecnicismo del quorum e non che si spiegasse ai cittadini perché esprimere un sì oppure un no. In quel caso, in un comune demograficamente paragonabile a
Vignola, è andato al voto il 44,7% degli aventi diritto, pari a poco meno di ottomila cittadini. Sentire gli amministratori locali definire “inutile” quell’esperienza e incentivare l’astensionismo dovrebbe fare riflettere molto, molto profondamente nel momento in cui alle ultime elezioni regionali siamo riusciti nel catastrofico risultato di portare alle urne il solo 36,67% degli aventi diritto. Ma per fortuna i presidenti di Regione non si eleggono con il quorum. Ottomila cittadini vignolesi che esprimessero la loro opinione attraverso un referendum consultivo, sarebbero per noi una festa della democrazia da celebrare comunque, ancor prima di aprire le urne per conoscere i
risultati”.
















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