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Primavera Donna, presentato lo studio di Anmil su mondo del lavoro e tutela femminile

STUDIO-ANMIL-“In occasione della festa della donna vogliamo porre un’attenzione specifica sul tema del lavoro femminile e della sua tutela, un’attenzione che è molto più che simbolica perché su questo tema sia il Comune di Reggio che Anmil lavorano tutto l’anno” ha detto stamane l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Reggio Natalia Maramotti illustrando i dati di un recente studio dell’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) su malattie professionali, infortuni e morti sul lavoro.

“I dati raccolti ed elaborati da Anmil ci consentono infatti di acquisire ulteriori elementi utili alle politiche dell’Amministrazione su questo argomento – ha aggiunto Maramotti – e di integrare il lavoro che svolgiamo con la Consulta tempi e orari, che ha come obiettivo proprio riflettere sul tema della conciliazione tra tempi di vita e lavoro e sulla qualità dei luoghi e delle condizioni di lavoro”.

 

Vite di donne a confronto: come sono cambiati il lavoro e la tutela al femminile negli ultimi 50 anni

SINTESI DELLO STUDIO

Lo studio realizzato dagli esperti ANMIL, il Dott. Franco D’amico, Responsabile dei Servizi Statistici, e l’Avv. Maria Giovannone, Responsabile Scientifico di ANMIL Sicurezza, ha voluto prendere in esame un periodo storico che comincia con il 1965, un anno di snodo che segna uno spartiacque nella crescita economica del nostro Paese. Con la grave crisi economica del 1964-1965, infatti, si interrompe definitivamente la fase di rapido sviluppo industriale che aveva dato luogo al cosiddetto “miracolo economico”.

Negli anni del boom il decollo dell’economia era avvenuto nel quadro di una industrializzazione vorticosa, se non addirittura selvaggia, che ai problemi del lavoratore e della sua sicurezza aveva anteposto quelli della produttività e del profitto. Le precarie condizioni ambientali, le nuove forme di organizzazione del lavoro, le catene di montaggio, i ritmi di lavoro pressanti, ma anche la cronica debolezza delle organizzazioni sindacali, sono solo alcuni dei fattori che contribuirono al peggioramento della nocività del lavoro nelle fabbriche e negli altri ambienti lavorativi.

Il boom economico aveva fatto registrare, infatti, risultati mai visti nel campo della produzione e dell’occupazione, ma anche dal lato degli infortuni sul lavoro le cifre furono da record: nel 1963 si contarono complessivamente circa 1,6 milioni di infortuni e 4.600 morti per incidenti sul lavoro che segnò il picco più alto della storia repubblicana. Da allora, naturalmente molte cose sono cambiate, soprattutto per le donne: l’occupazione femminile è cresciuta di quasi 4 milioni di unità, il rischio di infortunio si è praticamente dimezzato e le morti sul lavoro si sono ridotte di oltre due terzi.

In questo lungo e travagliato periodo storico, la donna ha ottenuto inoltre grandi conquiste, rafforzando il proprio ruolo sia sul piano dei diritti sia su quello sociale, economico e lavorativo. Restano tuttavia, ancora oggi, molti gap e forti ostacoli al raggiungimento di una piena ed effettiva parità di genere.

Parallelamente, l’evoluzione del fenomeno infortunistico del lavoro femminile si è necessariamente intrecciata con tutte queste dinamiche di natura socio-economica, disegnando un itinerario che, nelle varie fasi storiche, è andato continuamente modificando le proprie dimensioni e le proprie caratteristiche fino a evidenziare, anche in questo caso, sensibili disparità di genere.

Sul piano giuridico in questo percorso storico particolare attenzione viene dedicata all’analisi delle tappe principali della evoluzione del sistema di tutela assicurativa e previdenziale compiutesi nel periodo di riferimento. In primis si fa riferimento alla evoluzione dei meccanismi di risarcimento e rivalutazione del danno biologico subito dal lavoratore; seguono poi alcune riflessioni sulla regolamentazione dell’infortunio in itinere e sulla sua evoluzione normativa e giurisprudenziale e sul più recente aggiornamento del sistema di riconoscimento delle malattie professionali. Da ultimo si analizzano le modalità in cui il vigente sistema ha recepito le istanze di genere nella erogazione delle prestazioni assicurative e previdenziali. Tutto ciò attraverso l’analisi delle profonde innovazioni introdotte dalla normativa di riferimento e del contributo costante della giurisprudenza, in particolare quella di legittimità.

Il punto di osservazione prescelto, pertanto, è quello degli strumenti di tutela indennitaria o risarcitoria ex post, non già quello della tutela prevenzionistica, tracciato a sua volta da una significativa evoluzione nel periodo di indagine sopra citato e che riconosce nel d.lgs. n. 81/2008 (cosiddetto Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro), la sua più compiuta espressione.

Il tutto, ovviamente, con la consapevolezza che i due ambiti di riferimento sopra citati, sebbene abbiano percorso strade parallele, in molteplici occasioni si sono intrecciati apportando l’uno all’altro linfa vitale e hanno contribuito alla affermazione della salute del lavoratore come quello “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità” (art. 2, co. 1, lett. o, d.lgs. n. 81/2008). In ogni caso, entrambi hanno destato spunti problematici significativi che hanno alimentato il dibattito dottrinale e giurisprudenziale circostante; un dibattito, in molti casi, anticipatore di tutele successivamente codificate in testi di legge.

Immagine,  da sinistra: Ivanna Maramotti, Libera Valente, Manuela Praticò, Natalia Maramotti, Bruno Galvani 

 

PRIMAVERA DONNA – MERCOLEDÌ 9 MARZO LO SPETTACOLO “CULLAMI ANCORA MAMMA”

Mercoledì 9 marzo 2016, alle ore 21, nell’ambito del calendario di iniziative di ‘Primavera Donna’, al teatro Cavallerizza di Reggio Emilia (viale Allegri 8/a), va in scena lo spettacolo “ Cullami ancora mamma…”, organizzato dal Comune di Reggio Emilia con la direzione artistica di Costanza Gallo e la regia di Marina Meinero.
Lo spettacolo, a ingresso gratuito, vede il coinvolgimento di artiste italiane e non, impegnate in un percorso musicale sul tema delle ninnananne, accompagnate da letture e poesie sul tema della maternità e del rapporto madre-figlia. Ciascuna delle protagoniste proporrà canti nella propria lingua madre, intervallati da brani eseguiti da due cori, l’ensemble Libervox – gruppo di ragazze dai 15 ai 25 anni che ripropone i canti della tradizione africana ‐ e il coro Voci bianche Achille Peri.
A fare da filo conduttore a tutta la narrazione sarà il racconto della piccola Axelle, bambina di appena otto anni metà reggiana, metà russa, nel tentativo di fare addormentare il padre.
“Questo spettacolo – spiega Costanza Gallo, che insieme alla regista Marina Meinero ha curato la rappresentazione – è un’opera originale, che parla di relazioni, quelle tra le madri e figli, e che nasce da una storia di relazioni, quello di un gruppo di donne che, dopo anni di conoscenza, hanno deciso ancora una volta di unire le loro forze e conoscenze per creare nuovi progetti artistici. Una testimonianza di come la relazione tra donne rappresenti un valore aggiunto, in grado di produrre nuove riflessioni e stimoli”.
Tante le voci presenti sul palco: le soprano Loredana Bigi, Costanza Gallo, Eliana Bayòn, Daniela Veronesi e Wanqin Wu; la cantante Latifa Chahchi, i pianisti Elisa Montipò e Luca Benatti, la voce narrante Alice Melloni, e la chitarrista Sheila Caporioni. Donne reggiane d’origine o di adozione, legate alla città di Reggio Emilia, che riproporranno, ciascuna nella propria lingua originale, la dolcezza dell’addormentarsi e della relazione madre‐figlia, riscoperto attraverso i canti delle madri e le ninna nanne dal mondo.
Lo spettacolo è a ingresso gratuito.

Per informazioni: Comune di Reggio Emilia 0522 456975 – 585063
















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