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Il Sant’Orsola di Bologna premiato come miglior ospedale italiano

sant-orsola-malpighiMigliore Azienda Ospedaliera in Italia per efficienza nell’utilizzo delle risorse, efficacia clinica e cura del rapporto con i pazienti.  Mario Cavalli, direttore generale del Policlinico di Sant’Orsola, ha ricevuto questa mattina alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il Premio 2016 “Amministrazione, cittadini, imprese”, promosso da Italiadecide, associazione nata per segnalare esperienze virtuose nella Pubblica amministrazione. Alla cerimonia erano presenti anche la Presidente della Camera Laura Boldrini e le Ministre per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione Marianna Madia e della Salute Beatrice Lorenzin.

“Questo riconoscimento – ha commentato Mario Cavalli, ritirando il premio –  attesta l’impegno quotidiano con cui ognuno dei 5.323 collaboratori del Policlinico ha saputo affrontare le sfide di una professione complessa in una fase delicata e difficile. La presenza dell’Università, lo sviluppo continuo delle competenze, la disponibilità al cambiamento e la capacità di viverlo insieme sono i punti di forza grazie a cui potremo affrontare con fiducia tutto quello che ancora resta da fare, per continuare a migliorare ogni giorno”.

“Quella tra l’Università di Bologna e il Policlinico di Sant’Orsola – ha dichiarato il rettore dell’Alma Mater Francesco Ubertini – è una sinergia storica che porta formazione e ricerca di alta qualità all’interno di un contesto ospedaliero efficiente e all’avanguardia. L’importante risultato di oggi mostra che la direzione è quella giusta e va a premiare un lavoro di collaborazione intenso e fruttuoso che intendiamo continuare a consolidare e ad arricchire, in costante dialogo con le tante realtà che animano la struttura”.

Nel report che è valso al Policlinico bolognese il titolo di migliore Azienda Ospedaliera in Italia sono descritti alcuni dei tratti distintivi del Sant’Orsola. Qui ogni anno vengono realizzati 68mila ricoveri, di cui il 10,5% riguarda residenti extra provinciali e il 15,4% extra regionali, pari all’85% della mobilità attiva extraregionale delle Aziende ospedaliero-universitarie dell’Emilia-Romagna.

La qualità dell’Ateneo di Bologna e il costante rapporto tra laboratori e reparti trainano un’attività di ricerca che in un anno ha realizzato 1.415 pubblicazioni e 336 studi clinici di cui 101 interventistici con farmaco, consentendo inoltre una qualità elevata delle cure e trattamenti all’avanguardia nelle 14 funzioni per le quali il Policlinico è centro hub – dalla cardiochirurgia ai trapianti passando per la terapia intensiva neonatale – ma anche in ognuna delle 81 Unità operative nelle quali si strutturano i percorsi di cura. Il potenziamento dell’offerta ambulatoriale (più 9%) ha contribuito a rispettare i tempi standard per oltre il 95% di visite ed esami a livello metropolitano.

Un rapporto costante con le 53 associazioni di volontariato presenti ha consentito di sviluppare progetti per migliorare l’assistenza, ma anche – ad esempio – di aumentare del 75% in un anno i nuovi donatori di midollo osseo, facendo dell’Emilia-Romagna la regione che in 12 mesi ha portato più iscritti nel registro nazionale, oppure di alloggiare gratuitamente in cinque anni 2.725 parenti di trapiantati nella struttura Tetto Amico. Grazie alla capacità di collaborare con il privato è stata realizzata la prima banca del latte umano donato pubblico-privata italiana, che in tre anni ha distribuito 8.716 biberon ai neonati prematuri.

L’equilibrio finanziario ha posto le basi per realizzare – grazie all’impegno di Ministero, Regione e Università – il Polo Cardio-toraco-vascolare, un punto di riferimento per l’attività cardiochirurgica nazionale ad altissima tecnologia, e per affrontare nei prossimi anni progetti come la riqualificazione di tutto il Polo materno-infantile. Ma l’innovazione passa anche attraverso l’organizzazione, come testimonia il progetto Ristorazione che in tre anni ha posto le basi per innalzare la qualità del servizio risparmiando 2,5 milioni di euro, il 40% dei quali sono stati redistribuiti tra i dipendenti, premiando in particolare coloro che avevano preso parte al progetto.
















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