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Domenica a Castelnovo ne’ Monti giornata di prevenzione all’ictus cerebrale

ALICeDomenica 29 maggio si terrà la Giornata di Prevenzione contro l’Ictus Cerebrale, dedicata anche quest’anno, al rischio vascolare cerebrale nelle donne. Dalle ore 9.00 alle ore 12.00 presso i Poliambulatori dell’Ospedale Santa Anna verranno effettuati controlli gratuiti dei parametri collegati ai più importanti fattori di rischio: glicemia, colesterolo, pressione arteriosa e determinazione del ritmo cardiaco.

Verranno, inoltre, fornite informazioni di tipo neurologico, cardiologico, diabetologico e dietologico e verrà spiegato come individuare segni e sintomi precoci.

In presenza di un rischio cardio-vascolare elevato verranno immediatamente consigliati gli esami strumentali di approfondimento.

L’iniziativa di prevenzione – promossa a livello internazionale dalla World Stroke Organization e in Italia da A.L.I.Ce. Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) – è organizzata nella nostra provincia da A.L.I.Ce. Reggio Emilia Onlus, in collaborazione con l’Ospedale S. Anna di Castelnovo ne’ Monti e il Reparto di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova IRCSS di Reggio Emilia.

Testimonial d’eccezione delle iniziative di prevenzione è la campionessa olimpica di scherma Valentina Vezzali con lo slogan: “Diamo una stoccata vincente all’ICTUS!”

 

Dati sull’ICTUS.

L’ictus è un disturbo improvviso della circolazione cerebrale che compromette rapidamente e sensibilmente la funzionalità della porzione del cervello interessata ed è da questo che derivano i sintomi.

L’ictus si manifesta all’improvviso, di solito senza sintomi dolorosi, con interessamento di importanti funzioni (linguaggio, motricità, vista, sensibilità e coordinazione).

L’ictus ischemico rappresenta l’80% dei casi ed è dovuto ad un trombo o ad un embolo che va ad occludere uno dei vasi sanguigni. É possibile intervenire in centri altamente specializzati, entro quattro ore e mezzo dall’evento, con la terapia fibrinolitica per cercare di riaprire il vaso occluso e risparmiare un danno ad almeno una porzione del tessuto cerebrale colpito.

L’ictus emorragico rappresenta il restante 20% dei casi ed è dovuto alla rottura di uno o più vasi sanguigni per differenti motivi, spesso legati ai classici fattori di rischio vascolari (in particolare l’ipertensione arteriosa) e in misura più rara a malformazioni vascolari.

Ogni anno, nel nostro Paese, vengono registrati circa 200mila nuovi casi di ictus cerebrale, dei quali 4.200 riguardano soggetti con età inferiore ai 45 anni. La mortalità a 30 giorni dopo un ictus ischemico è pari al 20% mentre in caso di ictus emorragico la percentuale di mortalità sale al 50%.

Tra i fattori di rischio dell’ictus ci sono, oltre l’ipertensione arteriosa, il fumo, il diabete, l’ipercolesterolemia e la fibrillazione atriale (FA), quest’ultima responsabile di circa il 15% di tutti gli ictus e del 20% di tutti gli ictus ischemici.

Grazie ad una costante prevenzione e ad una attenta diagnosi precoce, il rischio di ictus può essere ridotto nettamente.

I punti cardine dell’azione preventiva sono quindi l’individuazione e la quantificazione del rischio e il conseguente avvio di un percorso di correzione dei fattori di rischio individuati: modifica delle abitudini di vita, abolizione del fumo, monitoraggio e /o terapia dell’ipertensione arteriosa, del diabete e della fibrillazione atriale.

Il messaggio che vuole dare A.L.I.Ce. è: l’ictus cerebrale si può prevenire e curare!

 

Dati sulla popolazione femminile.

Più della metà dei decessi causati da ictus avviene nelle donne e ben 1 su 5 è a rischio ictus. Diabete, fibrillazione atriale, ipertensione, emicrania con aura e depressione costituiscono, infatti, fattori di rischio che sempre più spesso si presentano nelle donne. Inoltre, a incrementare la possibilità di esser colpiti da ictus sono le condizioni specifiche della realtà femminile quali gravidanza, diabete gestazionale, variazioni ormonali, uso della pillola contraccettiva e terapie ormonali dopo la menopausa. Anche le conseguenze di un ictus cerebrale risultano più severe nelle donne che negli uomini: le donne infatti presentano un maggior declino delle funzioni cognitive e un rischio più elevato di depressione post-ictus.

 

Chi è A.L.I.Ce. Italia Onlus.

A.L.I.Ce. Italia Onlus è una Federazione di 20 associazioni regionali di volontariato che ha tra i propri obiettivi statutari: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia; facilitare l’informazione per un tempestivo riconoscimento dei primi sintomi come delle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei.

A.L.I.Ce. Italia Onlus è, inoltre, membro della World Stroke Organization (WSO) e di SAFE, Stroke Alliance for Europe, organizzazione che riunisce 20 Associazioni di pazienti colpiti da ictus di 17 Paesi europei e che ha diffuso le linee guida per la prevenzione e una migliore cura dell’ictus in un documento rivolto al Parlamento europeo e a tutti i governi dell’Unione.

 

Chi è A.L.I.Ce. Reggio Emilia Onlus.

A.L.I.Ce. Reggio Emilia Onlus è attiva dal 1998. Ne fanno parte persone colpite da ictus, loro familiari, neurologi esperti nella diagnosi e nel trattamento della patologia, medici, fisiatri, fisioterapisti, logopedisti, infermieri, personale sanitario e volontari.

Gli obiettivi dell’associazione sono:

–          migliorare la qualità della vita delle persone colpite da ictus, dei loro familiari e delle persone a rischio.

–          diffondere la cultura della prevenzione.

–          facilitare l’informazione per un tempestivo riconoscimento dei primi sintomi della malattia così come delle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza.

–          divulgare le informazioni sulla curabilità della malattia.

–          creare un collegamento tra pazienti, familiari e personale sanitario al fine di facilitare al massimo il recupero funzionale e consentire un rapido inserimento della persona colpita da ictus nell’ambiente familiare, sociale e lavorativo.

 

 
















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