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Unibo, progetto “Creative lab”: a un anno dal lancio, bilancio positivo

Creative-Lab-BoAll’inizio fu il Think Tank, progetto pilota e culla del Creative Lab ideato dall’Area Ricerca e Trasferimento Tecnologico dell’Alma Mater, nell’ambito dell’Accordo Quadro di collaborazione sottoscritto nel 2014: una piattaforma di confronto tra Imperial e l’Università di Bologna che permettesse all’azienda di ottenere risposte a problemi specifici e a docenti e ricercatori dell’Ateneo di proporre nuove idee ed innovazioni di potenziale interesse sulle quali Imperial potesse poi investire.

Ad un anno dal lancio ufficiale, il Creative Lab, un modello unico di collaborazione tra privato e pubblico sviluppato per creare uno spazio in cui dare voce alle nuove generazioni e alle loro idee, ha preso forma e ha dato vita ai primi risultati. L’accordo tra l’Università di Bologna e Imperial Fashion ha visto coinvolti in prima linea i Dipartimenti di Informatica – Scienza e Ingegneria (DISI), Ingegneria Industriale (DIN), Scienze Aziendali (DISA) e l’Area Ricerca e Trasferimento tecnologico dell’Ateneo che hanno lavorato sinergicamente per portare Imperial nel futuro e allo stesso tempo hanno offerto ai loro ricercatori e, in prospettiva, studenti l’opportunità di lavorare per una delle aziende più innovative del comparto moda.

Il laboratorio creativo ha consentito di sviluppare strumenti tecnologici per favorire il trasferimento tecnologico e di know how, aumentare la competitività dell’azienda nel campo della progettazione e della produzione, dotarsi di soluzioni innovative (modellazione e simulazione 3D) per la presentazione e vendita dei prodotti, per analizzare in tempo reale le vendite e monitorare il mercato.

Partendo da un’analisi della realtà aziendale, il Dipartimento di Scienze Aziendali (DISA) ha indagato innanzitutto il modello aziendale di Imperial, per comprenderne le caratteristiche distintive e le dinamiche di cambiamento. Attraverso 21 interviste con addetti ai lavori, condotte sia in Italia che all’estero, è emerso un modello di business paradigmatico, con significative sperimentazioni e invenzioni organizzative, focalizzato sulla straordinaria capacità di gestire la rotazione delle scorte di prodotto finito, con precisi effetti sull’impiego del capitale e sui risultati finanziari. Imperial si è identificata come una realtà “non convenzionale”, diventata un punto di riferimento per numerosi attori del comparto.

Lo studio dei ricercatori Alma Mater si è poi concentrato sul “prodotto Imperial” tanto che nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria Industriale (DIN) è stata progettata una “Virtual Dressing Room”, cioè una piattaforma software basata sulla visualizzazione interattiva e immersiva 3D (Realtà Virtuale / Augmented Reality), per rilevare il gradimento su nuovi modelli o capi di potenziali clienti e o rivenditori situati in zone geografiche non omogenee. La piattaforma trasmette concetti e simulazioni in tempo reale, mediante tecnologia web e si avvale di una interfaccia user friendly e interattiva. Il progetto è nato dall’esigenza di rispondere alla globalizzazione dei mercati che ha costretto le aziende operanti nel settore ad interpretare gusti molto diversi di clienti di variegata estrazione culturale e a comprimere i tempi di preparazione di una nuova linea di prodotti addirittura ad una sola settimana.  Grazie allo sviluppo di uno specifico software e alla progettazione e realizzazione di un ambiente di visualizzazione interattiva con il rilevamento in tempo reale del movimento umano (modello/modella), i clienti in diversi parti del mondo possono vedere i nuovi capi in Augmented Reality, contraendo i tempi di scelta.

Il Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria (DISI) ha invece analizzato le effettive dinamiche di vendita al dettaglio dei capi Imperial nei negozi della catena e nei negozi terzi, attraverso la raccolta dati sistematica delle informazioni post-vendita. Sfruttando diverse tecnologie, sono stati proposti meccanismi di raccolta dei dati di vendita al dettaglio, che hanno consentito di fornire informazioni precise su quale capo si vende e quale no, in quali giorni, in quale tipo di negozio, in quale area geografica ecc. Queste informazioni sono state raccolte e rappresentate sulla base di modelli – proposti ad hoc che sfruttano il cosiddetto Web Semantico. Il risultato è stato la creazione di una rete navigabile delle relazioni esistenti tra le varie caratteristiche del capo (natura, tessuto, colore, disegno, ecc.) e della vendita (identificativo del punto vendita, luogo, ora e giorno della settimana, ecc..) che rendono evidenti trend e tendenze.

Il Creative Lab è stato ed è anche e soprattutto un’importante occasione di valorizzazione di nuovi talenti. Il Dipartimento di Scienze Aziendali (DiSA) ha infatti lanciato UNIBO Launch Pad, il primo e unico programma italiano di accelerazione imprenditoriale per giovani, avviato nel 2015 dall’Università di Bologna in collaborazione con l’Istituto Italiano Imprenditorialità.

Unibo Launch Pad è un progetto pensato per costruire un percorso di formazione all’imprenditorialità accademica di natura laboratoriale. Il percorso prevede momenti di aula, affiancamento da parte di mentori, incontri sistematici con imprenditori e, per i team più promettenti, una fase finale in California, nella Silicon Valley. Inoltre, novità di quest’anno, l’acceleratore londinese iStarter premierà uno dei team selezionati ospitandolo per un periodo di alcune settimane nella City britannica, all’interno del loro programma di accelerazione e ricerca di capitali.
I candidati della prima edizione, valutati da una giuria di esperti, composta tra gli altri da Adriano Aere, Fondatore e Presidente di Imperial, hanno presentato tre progetti ad elevato contenuto tecnologico: HK, dedicato all’agricoltura di precisione; Ne.mo, per la rilevazione e localizzazione acustica di parassiti in agricoltura e Domo Genetics, impresa che si prefigge di ridurre drasticamente tempi e costi nelle diagnosi dei tumori.
Per la nuova edizione, tutti i giovani ricercatori, assegnisti, dottorandi e post-doc dell’Università di Bologna potranno presentare entro il 1 luglio le proprie idee di impresa direttamente sul sito di Unibo Launch Pad. I progetti più promettenti entreranno così nella fase di accelerazione, che avrà inizio tra settembre e ottobre e durerà dieci settimane, al termine delle quali i team avranno l’opportunità di presentare la loro idea ad un panel di investitori.

Commenta a tal proposito Adriano Aere, Presidente di Imperial: ”Riteniamo che la partnership con l’Università di Bologna sia stato un passo importante per il nostro Gruppo. Ad un anno dal lancio stiamo iniziando a raccogliere feedback interessanti che saranno la base del futuro di Imperial. Siamo consapevoli che il Creative Lab è un costante work in progress ma siamo sicuri che non solo riuscirà a formare giovani talenti ma anche a portare avanti progetti innovativi sui quali continueremo ad investire per traghettare Imperial in una nuova era.”.

Parere condiviso anche dal Magnifico Rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini: “L’Università di Bologna crede nella ricerca, nell’innovazione e nelle potenzialità dei suoi studenti e ricercatori. Dopo un anno dall’inizio del progetto Creative Lab è possibile già vedere i primi risultati di questa proficua collaborazione tra Alma Mater e Imperial: da una parte lo sviluppo di strumenti altamente innovativi e strategici per un’azienda “non convenzionale” come Imperial, aperta al futuro e alla globalizzazione dei mercati, dall’altra la valorizzazione dei talenti che è uno degli obiettivi della nostra Università”.

Il progetto Creative Lab si inserisce nell’ambito di un accordo quadro di collaborazione tra Imperial e Università di Bologna della durata di cinque anni e ha visto la creazione da parte di Imperial di un laboratorio dove i migliori talenti potranno realizzare i loro progetti. L’area dedicata alla partnership con l’Alma Mater sorge a pochi metri dall’Headquarter di Imperial all’interno del Centergross: un’area di circa 500 mq che ha richiesto un investimento di mezzo milione di Euro, in grado di offrire ai ricercatori e in prospettiva agli studenti Unibo le più innovative tecnologie per progredire nelle aree di ricerca di interesse comune.
















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