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Si spaccia per giudice e su Facebook spilla soldi per causa divorzio: denunciato

facebook_1Si spacciava per un giudice di Milano e con questa scusa, dopo aver stretto amicizia su Facebook con una donna del reggiano, si è offerto di aiutarla nella causa di separazione riuscendo con questo pretesto a spillarle circa 7.000 euro  necessari per le spese giudiziarie. Ma non solo: l’uomo che oramai aveva carpito la fiducia della donna è riuscito a ottenere un prestito di 2.000 euro – mai restituiti – che gli necessitavano per poter riparare la macchina, avendo fatto credere alla donna di attraversare un momento di difficoltà economica. Quando la donna ha cercato invano di rientrare del suo credito si è rivolta ai Carabinieri della Stazione di Toano scoprendo di essere stata raggirata. Le indagini dei Carabinieri di Toano, infatti, hanno rivelato che l’uomo aveva millantato di essere un giudice per spillare i soldi alla malcapitata reggiana.

Con l’accusa di usurpazione di titoli e truffa i Carabinieri di Toano hanno denunciato alla Procura reggiana un disoccupato 40enne lodigiano. Da circa 2 anni i due attraverso conoscenze comuni avevano stretto amicizie attraverso il social network Facebook. Il lodigiano ha sin da subito fatto credere alla donna di essere un giudice. Entrati in confidenza, con l’andare avanti del tempo, la donna ha confidato le difficoltà che stava attraversando con il coniuge con il quale aveva iniziato le pratiche di separazione. L’uomo si è quindi offerto di aiutarla rendendosi disponibile a seguire la pratica. In questo modo è riuscito a spillare nel tempo circa 7.000 euro alla donna dalla quale peraltro, in virtu’ dell’amicizia instaurata e palesando momentanee difficoltà economiche, è riuscito anche ad ottenere 2.000 euro in prestito a lui necessari per riparare la macchina. Con il passare dei mesi resasi conto di non riuscire a rientrare in possesso della somma prestata,. La donna si rivolgeva ai carabinieri scoprendo, grazie alle indagini dei militari, di essere rimasta vittima di un raggiro. L’uomo, identificato dai carabinieri attraverso indagini telematiche, veniva quindi denunciato alla Procura reggiana in ordine ai citati riferimenti normativi violati.
















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