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Un 2016 in chiaroscuro per l’agricoltura

Un 2016 di luci e ombre per l’agricoltura modenese. L’anno che sta per chiudersi è stato caratterizzato da un aumento delle vendite dell’agroalimentare al dettaglio e una crescita, seppur moderata, di alcuni settori quali il suinicolo, il caseario (Parmigiano Reggiano) e la pericoltura.

La presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi fa un bilancio degli ultimi dodici mesi sui campi, mettendo in evidenza segnali positivi e criticità: “È stato un anno in chiaroscuro per la nostra agricoltura. Dai dati del centro studi di Confagricoltura abbiamo potuto vedere che la vendita al dettaglio dei prodotti agroalimentari nei primi sei mesi dell’anno ha visto una crescita dell’1 per cento rispetto all’anno precedente. Dallo scorso giugno stiamo riscontrando un andamento positivo anche per il Parmigiano Reggiano e per il settore suinicolo, che dopo 12 anni di profonda crisi sta lentamente invertendo il trend. Benino anche la pericoltura, grazie a diversi fattori. La produzione 2016/2017 è di qualità superiore rispetto al 2015/2016 e i prezzi sono più remunerativi, in virtù di una produzione inferiore a livello nazionale (-11 per cento) ed europeo (-9 per cento). Restano comunque molti nodi da sciogliere”.

Più difficile invece il 2016 di altri settori: “È stata un’annata disastrosa per la cerealicoltura. L’ottima qualità del frumento – precisa la presidente – non ha avuto la giusta remunerazione, con prezzi molto al di sotto dei costi di produzione. Una buona notizia però è arrivata la scorsa settimana, con l’accordo di filiera firmato da Barilla per la fornitura triennale di grano duro di alta qualità dall’Emilia Romagna (120 mila tonnellate all’anno, per una superficie interessata di 20mila ettari). È un segnale positivo, un modo per stimolare la produzione di grano duro e un vantaggio non solo per i produttori, ma anche per i consumatori. È stato un 2016 complicato anche per il Lambrusco, che da più di un anno sta vivendo una situazione di crisi”.

Più aggregazione e meno burocrazia. Sono queste le richieste per il 2017 della presidente Bergamaschi per il settore agricolo: “Nonostante l’agroalimentare sia ancora un settore trainante per l’economia italiana, gli agricoltori non beneficiano del valore aggiunto che essi stessi producono. Solo con una velocizzazione delle pratiche e una minore burocrazia è possibile cambiare marcia. Alcuni segnali ci sono già stati, ma servono misure più efficaci per mettere gli imprenditori nelle condizioni di lavorare meglio e competere in Europa. Dal canto loro gli agricoltori devono diventare più imprenditori, fare squadra e aggregarsi. Per portare le nostre tante eccellenze agroalimentari sui mercati internazionali questa è l’unica strada da percorrere”.
















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